Spread your wings and fly away

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Rientrarono in serata, avevano passato il resto del pomeriggio sul campo da calcio comunale.

Louis era stremato, il piccolo gli si era addirittura addormentato in macchina, e avrebbe dovuto portarlo in braccio.

Proprio sull'uscio della porta d'ingresso, sentì una voce familiare chiamarlo

«Louis» il riccio era seduto sulla panchina in giardino, doveva averlo aspettato per molto.
«Harry! Non ti ho più visto, vieni entra» il riccio non se lo fece ripetere, corse verso di lui e baciò la fronte del bambino.

Lo accolse in casa, mise il bambino a letto e tornò al piano di sotto.

«Ma dov'eri? Sembri così euforico!» ridacchiò.
«Sono tornato a casa per fare spazio, ho pensato a tutti Lou, c'è per posto per tutti, dimmi che verrai a vivere con me»

Lo aveva nuovamente spiazzato, dopo avergli detto che lo avrebbe lasciato andare, lo attendeva ancora a braccia aperte.

«Harry, non dire sciocchezze, tu hai la tua vita ora, non romperò nuovamente i tuoi schemi»

Tentò di allontanarsi, non sarebbe riuscito a mandarlo via se lo avesse guardato negli occhi, ma una mano forte e decisa lo trattenne.

«Ciò che ancora continui a non capire di me, e che detesto gli schemi o le routine a lungo termine, costruiamoci  la vita che pensavamo di meritarci»

Aveva un sorriso smagliante, intrecciò le loro dita, era convinto che sarebbero stati felici.

«Harry, hai dato il meglio di te per tutto questo tempo, non ricadere nelle brutte abitudini solo perché ti sono familiari» lo pregò pur desiderando l'opposto di ciò che diceva.

«Non fingere che io abbia fatto voto di castità a promesse mai esistite, non fingere che il nostro amore non sia mai sbocciato semplicemente perché lasciarmi andare è più facile piuttosto che accettare di volermi»

Sta volta si mostrò pacato, comprensivo, come se tentasse di tranquillizzarlo e farlo ragionare, ma il liscio tentò resistere.

Lo faceva per il suo bene, avrebbe fatto di tutto affinché il riccio non ricadesse ai suoi piedi.

«Haz, ascolta, io tengo a te, sarai sempre il mio primo e probabilmente unico amore, l'amore della mia vita! Ma non me la sento continuare con questa finzione, non siamo più gli stessi da molto tempo, e tu sai che non hai piu bisogno di me»

La testa riccia cominciò a scaldarsi, lo notò dal suo continuo girare per la stanza, era infuriato.

«Troverai un altr-»

«Cristo Louis! Per tutti questi anni ho mantenuto solennemente una promessa, e non venirmi a dire che fosse solo nella mia testa, solo perché mentre io facevo voto di castità tu mettevi incinta una! Cristo, io non ricordo nemmeno più com'è fatto un maschio e tu mi parli di un altro?»

«Cerca di capire, io non voglio rinnegare nulla, ma dobbiamo fingere per il nostro bene che non sia mai successo»

Il riccio ghignò indignato, distolse lo sguardo puntandolo verso le scale.
«Il "nostro" bene...» sottolineò.

Louis gli diede le spalle, non avrebbe retto ancora per molto, doveva lasciarlo andare.

Pensò che se ne stesse andando, quando lo sentì tirare fuori qualcosa dalla tasca e iniziare a leggere ad alta voce:

Harry, amore mio.
Ho sfiorato ogni lembo del tuo corpo, accarezzato ogni frammento della tua anima, baciato ogni tuo sorriso, eppure ho sempre voglia di te...
Ogni uomo potrebbe soddisfare i bisogni che loro stessi alimentano, ma tu no, di te non ne ho mai abbastanza.
Quando ti ho tra le mie braccia vorrei che restassi così per l'eternità, perché sei l'ossigeno negli attimi di apnea.
Non riesco più ad ammirare una distesa di prato verde o una foresta, senza vederci i tuoi occhi...
Non riesco ad andare in montagna senza sentire nell'aria il profumo della tua colonia.
Maneggi ogni parte di me con cura, e la rimetti in sesto se necessario.
Lasciarti andare mi è sembrata la scelta più difficile, ma poi mi son guardato attorno e ho capito che non avrei trovato mai nessuno che neanche nettamente ti assomigliasse, e ho capito che la condanna peggiore fosse questa.
Lo so che devo lasciarti andare.
Riempi vuoti che solo tu puoi colmaree, alimenti passioni che solo tu sai soddisfare, nutri un amore che soltanto per te riuscirei a provare.
Sei l'Itaca a cui non farò mai più ritorno, la Cartagine che non risorgerà dalle sue ceneri, sarai l'America troppo lontana da raggiungere, ma gioirò nel vederti fiorire da lontano.
A te, e solo a te, sarò sempre devoto.
Sei e sarai per sempre il solo capace di riassemblare i pezzi del puzzle che ho dentro, solo tu saprai far ardere il fuoco che nelle notti d'inverno ci ha riscaldato, solo tu avrai la certezza che di qualcuno sono stato.
Non troverò mai pace, la tua felicità sarà il mio unico sedativo, e allora sii felice, e vola lontano da me.
Trascorri i freddi inverni tra i più ripidi monti, e non pensare a me quando fra di essi scierai.
Trascorri le calde notti d'estate fra le braccia di un altro, e non fingere che sia io.
Celami nel tuo cuore, lascia che il ricordo viva lì per sempre, senza che ti tormenti o ti uccida, lascia che ti scaldi l'anima quando hai bisogno di sentirti amato, perché sai che se mi chiamassi per bene tuo non risponderei.
Mantieni ogni promessa che ti sei fatto, innamorati di ogni giorno in cui con le tue gambe corri, e non raccontare di me ai tuoi nuovi amori.
Lasciami essere il tuo porto sicuro, e il mio ricordo ti accoglierà a braccia aperte, ma non farti fregare dalla malinconia.
La più grande manifestazione d'amore che mai ti farò è proprio quella di lasciarti andare, e allora vola via amore mio, raggiungi le mete più sconosciute e percorri gli oceani più profondi, con la speranza che per caso, un giorno o l'altro, potrò nuovamente riaverti fra le mie braccia.
Nel frattempo, Roma avrà sempre il tuo profumo, il mio pensiero andrà sempre a te quando leggerò Pirandello e ogni pianista avrà il tuo volto sbarazzino.
Per sempre tuo, Louis.

Non riuscì a contenere le calde lacrime, tenne gli occhi chiusi, lasciò che il volto gli si bagnasse.

Non si disperava per nostalgia, non si disperava per malinconia, ma perché ogni parola, ogni lamento, ogni invenzione poetica era tutt'ora valida, tutt'ora sentita.

Lo amava ancora, come poteva non farlo, lo aveva sempre saputo, tentava solo di convincersi del contrario.

«Dicevi di lasciarmi andare, ma ti contraddicevi continuamente, perché non lo hai mai fatto Louis! Hai sempre voluto che tornassi, volevi solo che non fossi tu a chiedermi di farlo, e ora che sono qui rinneghi tutto, ma nel profondo sai, e ti tormenterà per sempre se non lo accetti...»

Gli si avvicinò, così che potesse sentire la sua dolce presenza, gli sfiorò la spalla.

«Ricevevo molte lettere, perché tutti sanno quanto io le ami, ma nessuno aveva la tua calligrafia, e finivo per rovinarle con le mie lacrime di delusione» il liscio sentì le due labbra incollate fra di loro, e si sentì incapace di scollarle.

«Torna da me, amore, torna tra le mie braccia» lo supplicò.

Doveva voltarsi, sapeva che avrebbe dovuto farlo, doveva solo trovare il coraggio di accettare che qualcuno lo volesse nella sua vita.

Se ne stava andando, sentì i passi prepotenti dirigersi verso la porta, infuriato come se fosse una capriccioso ragazzino.

Ma Harry non era capriccioso, né tantomeno un ragazzino, era innamorato e cosciente di ciò, del tutto capace di scegliere chi frequentare e a chi concederebbe tempo e presenza.

Per tal ragione, si avvicinò al pianoforte, e iniziò a pigiare delicatamente i tasti, facendo risuonare per l'intera stanza quella melodia che conoscevano entrambi molto bene.

Il riccio si voltò, l'aveva riconosciuta, come avrebbe potuto non farlo.

Erano appena arrivati a Parigi, diedero fretta alla receptionist, poiché desiderosi di fare sesso.

Soddisfatti ad atto compiuto, il riccio notò che la suite includeva un pianoforte.

Louis era esausto, e pensò di suonargli qualcosa che lo avrebbe aiutato a rilassarsi.

"The crisis", componimento di Ennio Morricone, brano internamente basato su una nota stonata, e pura poesia...

Il liscio non fece che complimentarsi, aveva apprezzato tantissimo, tanto che ogni sera gli richiedeva di risuonarla.

Si avvicinò al pianoforte, notò con quale facilità maneggiava quei tasti, che un tempo non sapeva nemmeno distinguere fra di loro.

L'aveva suonata per intero, senza alcun errore o imprecisione, proprio come l'aveva fatta lui tempo fa.

Alzò lo sguardo verso il riccio, che gli sorrise senza esitare, sentì di essere riuscito finalmente nell'impresa di riaverlo.

«Ho imparato a suonare il pianoforte, sono andato più volte a Roma senza di te, e ho letto ogni libro di Pirandello, avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sentirti vicino»

Il riccio rise fra le lacrime, lacrime di gioia, il moro lo invitò a sedersi sulle sue gambe.

Portò le braccia attorno al collo del liscio, e finalmente sentì il tocco delle sue labbra sopra le sue.

Mentirebbero dicendo che fu un bacio casto, non ebbero bisogno di chiedere accesso con la lingua, conoscevano il corpo dell'altro come se fosse il proprio.

Avevano ancora i volti umidi, sorridevano ogni volta che dovevano riprendere fiato, avevano perso il conto del tempo in cui avevano atteso questo momento.

«Io lo sapevo che saresti tornato, che mi avresti di nuovo salvato la vita, e ci ho provato, ci ho provato a scrollarti di dosso, ma il tuo ricordo mi rimbomba nella mia testa ogni sera, ogni mattina, ogni volta che l'occasione di ascoltare i miei pensieri...» gli confessò Louis.

Consumati dal dolore di un amore nascosto, le due anime solitarie diedero libero sfogo al loro desiderio

Passarono la notte assieme, consapevole che, da quel giorno in poi, ne avrebbero passate altrettante.

Così. Per sempre. Per tutta la vita.
Come avrebbe sempre dovuto essere.

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora