Dream doesn't come true

328 12 10
                                    

Gli ci volle qualche minuto per ricomporsi, far sparire ogni traccia di lucidità nei suoi occhi.

Sentì di dover correre, perché non aveva più tempo, che doveva prendersi tutto quello che potesse prima che gli sfuggisse.

Non trovò il riccio in salotto, e dunque lo raggiunse nel loro posto, ovvero sul tetto.

Lo trovo lì, steso in terra a osservare la stellata tela loro circostante, dipinta di azzurro, grigio o di un nero notte.

Non dovette nemmeno voltarsi, lo sentì arrivare dal passo, il ragazzo studiava spesso i movimenti degli altri, anche quelli più impercettibili

«Ce ne hai messo di tempo, che ti ha detto mio padre? Non dirmi che ha fatto una scenata di gelosia!»

Il maggiore rise, e si stese accanto al riccio, prendendolo per mano.

«Penso che volesse farmela all'inizio, ma poi si è limitato a propormi di fare due anni in uno»

Il riccio non rispose subito, alzò il busto con le braccia, per guardare il suo volto.

«Ma è fantastico!» esultò alzandosi in piedi e girovagando per lo spazioso tetto.

«Passato quest'anno sarai maggiorenne, e potremmo alloggiare in qualunque hotel, usando persino il nome di qualcun altro, in qualsiasi parte del mondo!»

«Mi intrufolerò nella tua stanza all'università! Tanto che dovranno assumere delle guardie per la sicurezza»

«E a quel punto mi sarò diplomato anche io! E compreremo una casa assieme vicino alla stazione, così ogni volta che litigheremo saprai che avrò preso il treno che porta il più lontano possibile!»

«Quindi io dovrò rincorrerti?» rise.
«Come se ti pesasse»

«Il meglio arriverà dopo la mia laurea, decideremo insieme una metà, o forse di più! Saremo cittadini del mondo, e avremo una casa in ogni parte di esso»

Elettrizzato, si gettò fra le braccia del fidanzato, che non riusciva a smettere di sorridere.

«Mi bacerai sotto la torre Eifell, però devi promettermi che la proposta di matrimonio sarà a Roma, ed euforici, come saremo, ci immergeremo nella fontana di Trevi...» raccontò pacamente e fermandosi alle volte, come se stesse descrivendo un sogno ormai fin troppo lontano per ricordarlo completamente.

Louis poté leggergli negli occhi che fosse innamorato, ma non solo di lui, Harry era innamorato della vita.

I suoi occhi gli parvero penetranti come frecce, i suoi sogni oltre la misura dei sogni, anche se tipici di una coppia felice e ingenua.

Non ebbe il coraggio di spezzare la magia, di torpargli le ali.

Gli strinse forte la mano, come per metterlo a tacere, e dirgli di guardare soltanto l'orizzonte.

Osservare e godersi l'eternità, l'unica eternità esistente, quella che loro non avrebbero mai avuto.

Ma questo glielo avrebbe detto a tempo debito.

...

L'anno scolastico era cominciato da poco, ma Louis era già esausto.

Passava interi pomeriggi sui libri, con il riccio che lo sosteneva e lo interrogava rigidamente.

Cominciarono persino a lavorare in panetteria il fine settimana.

Al maggiore toccò il ruolo di prestinaio, sempre incollato al forno rovente.

Mentre al riccio, probabilmente perché più caruccio, quello di fornaretto alla cassa.

Seguire due programmi si rivelò complicato, ma non gliene importava nulla, lui era felice.

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora