9. Nuove amicizie e un grande passo

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Era il giorno dopo di quella serata da bambini passata con Gianluca, e mi sentivo particolarmente felice, non perché qualcosa andasse nel verso giusto ma forse perché era uno di quei pochi giorni in cui sono riuscita a dormire in pace, senza svegliarmi continuamente é soprattutto senza fare incubi. Ho preso il telefono e mi sono accorta che erano le 6:45,cosi mi sono alzata dal mio lettuccio caldo e ho aperto là finestra della mia stanza, da cui subito é entrata un po' di afa, chiaro segno che stava per arrivare il bel tempo, la primavera era alle porte. Mi sono vestita con una camicetta bianca accompagnata a un paio di jeans cachi e le mie amate vans. Visto che mi ero svegliata presto avevo tempo per andare a piedi A scuola, cosi ho inziato a camminare..
Appena arrivata al cancello davanti a scuola si sentiva subito qualcosa di diverso, di strano ma piacevole. Era come se c'era nell'aria un misto di cose: felicità,bellezza,novità,stupore. Qualcosa era cambiato e, sinceramente l'unica persona che creava questa atmosfera era solo una, o magari ero io che aspettavo disperatamente il suo ritorno. Senza nemmeno accorgermi di quello che stavo facendo mi sono ritrovata a fiondarmi dentro scuola,tra i corridoi come una furia, correndo all'impazzata per raggiungere il suo armadietto, perché avevo voglia di vederlo, do abbracciarlo e di dirgli che mi dispiace.
Quando sono arrivata al suo armadietto però lui non c'era, il mio lui, il mio Matt.
Allora con aria delusa e col sorriso spento sono tornata indietro al mio armadietto per posare i libri che ho portato e prendere quello di scienze,che mi serviva per la prima ora. Poi sono andata un attimo nel bagno A vedere in che condizioni ero, infine appena 6 minuti prima del suono della campanella sono entrata nell'aula 251, e sono andata a sedermi al mio banco, che solitamente era vuoto A causa dell'assenza temporanea di Mattew, ma oggi ospitava qualcuno, dopo aver appoggiato il libro alzo lo sguardo e vedo che è una ragazza. Lei si gira dall'altra parte, chiaro segno di timidezza, così io mi limito a guardarla per qualche secondo, era mora con gli occhi verdi, bella in viso ma un po' grassottella. Poi mi siedo e le rivolgo subito la parola "ciao,come ti chiami? Sei nuova vero?" lei annui "Sono Benedetta, ma puoi chiamarmi Benny, e si sono nuova" io sorrido "da dove vieni?" lei questa volta si gira "Amsterdam" io sussurro un 'che figata' e la vedo ridere e poi girarsi, subito con i suoi occhi grandi e curiosi la vedo che vuole domandarmi qualcosa "tu come ti chiami?" io sorrido un po' imbarazzata visto che io le ho fatto praticamente il terzo grado e lei non sa nulla di me "Aurora" sorrido.
Dopo le presentazioni entra il professore con la solita giacca e Ci saluta con un buongiorno molto affannato,poi fa l'appello e la lezione inizia.
Le prime due ore di scienze passano in fretta e appena là seconda campanella suona tutti usciamo fuori per prendere i libri della prossima ora, storia, aula 650. Appena fuori dall'aula vedo però Benny un po' in difficoltà,perche non conosce là scuola e cosi mi avvicino A lei "bisogno di una mano? " lei si gira "si,devo trovare la 650 ho storia" io sorrido "siamo insieme,ti accompagno io, solo il tempo di prendere il libro" poi vado verso l'armadietto e metto la combinazione,prendo il libro e faccio cenno a Benny di andare,mentre camminavamo ci facevamo diverse domande "come mai ti sei trasferita qui?" lei sforza un piccolo sorriso "vedi, mio padre ha trovato lavoro qui e io ho dovuto seguirlo, ma da una parte meglio così, era davvero un inferno per me la mia vecchia scuola" io la guardo un po' incuriosita e anche confusa "come mai un inferno? scusa se te lo chiedo" sul suo volto si è spento subito il sorriso "erano tutti contro di me a causa del mio aspetto, tutti mi prendevano in giro, mi fregano i soldi e la merenda, insomma i soliti bulletti" io annuisco.
Nello stesso tempo siamo arrivate davanti alla classe e entriamo sistemandoci nei penultimi banchi,lei era al mio fianco. Io inizio subito a ripetere morbosamente a causa dell'ansia che mi divorava da dentro, perché dovevo essere interrogata in storia,anche se non avevo motivo di essere in ansia perché avevo studiato tutto il pomeriggio lo ero lo stesso. Quando la professoressa entra subito mi chiama alla cattedra e faccio un figurone! Poi l'ultima ora suona e io e Benny andiamo nell'aula di italiano, dove c'è una noiosissima lezione che io e Benny trascorriamo chiacchierando.
Appena suona la campanella del pranzo io esco praticamente correndo dalla classe che mi ha fatto annoiare per un' ora intera. Poi vedo che Benny cambia strada andando nella direzione opposta alla mia, così la prendo per il polso "non pranzerai da sola, vieni con me ti faccio fare nuove amicizie" lei mi sorride e io la porto nel luogo appartato dove solitamente ci incontriamo con gli altri ragazzi.
Dopo essere arrivate, ci sono stati dei momenti imbarazzanti di silenzio ma alla fine la tensione si è sciolta e, tutti ci stavamo conoscendo meglio facendo battutine ecc... Poi decidiamo di prendere da mangiare, e ci accomodiamo nel tavolo tutti insieme, eravamo davvero spensierati, mi ricorda molto il periodo in cui c'era Matt e io ero appena entrata nel gruppo, eravamo esattamente cosi, con gli stessi sorrisi gli stessi visi, eravamo semplicemente noi. Appena la mia mente però focalizzò il pensiero che avevo appena fatto, si accorse che in mezzo c'era quel fantastico nome collegato alla persona che mi fa provare triliardi di emozioni,con un solo sguardo; cosi mi metto a pensare profondamente a lui, a quanto era bello e a tutto quello che abbiamo fatto insieme, a tutto quello che mi faceva provare, a tutto.
Poi mi sento toccare una spalla ed esco dal mio universo mentale e sento piano piano le voci schiarisi "Bella addormentata ci sei?" io annuisco, era James che mi parlava "allora Ci vieni alla festa di cui abbiamo parlato?" io scuoto la testa "veramente no, pomeriggio devo studiare con Benny, poi vado a trovare... " e mi bloccai sentendo le lacrime arrivare "devo andare al bagno" tagliai corto, visto che non volevo scoppiare in un pianto isterico davanti a tutti,ma appena sono arrivata in bagno e mi sono chiusa nella cabina ho pianto, tantissimo, dai miei occhi uscivano lacrime grandi come goccie di pioggia, tanto era il dolore da sfogare.
Poi ho sentito bussare nella porta della cabina e ho provato ad aggiustare i miei occhi molto arrossati per la quantità eccessiva di lacrime versate, poi apro la porta e mi ritrovo davanti Benny, che immediatamente mi abbraccia,senza nemmeno sapere la storia ne tutto quanto,mi abbraccia fortissimo e quando ci stacchiamo mi sento un po' meglio. Lei mi guarda e subito abbassa il capo "mi dispiace che tu soffra" io le feci un debole sorriso "non preoccuparti cose che capitano, un giorno ti racconterò la storia, ma ora proprio non ci riesco" lei alzò lo sguardo "figurati se ti chiedevo una cosa del genere in questo momento e nello stato in cui ti trovi" io la abbracciai nuovamente.
Poi siamo tornate in classe e la lezione ancora non era iniziata per fortuna. Dopo le ultime tre ore di studio intensivo con due ore di matematica e una di ginnastica, finalmente si sente il dolce suono dell'ultima campanella.
Appena siamo uscite da scuola,io e Benny siamo andate subito a casa sua per studiare.
Appena percorsi due isolati ci siamo fermate davanti ad un palazzo in cui dietro si vedeva un'enorme piscina, era davvero bello, alto e di un colore simile al rosa antico, poi mi accorgo che Benny aveva tolto dalla tasca un piccolo telecomando che ha fatto lampeggiare una lucetta che segnalava l'apertura del cancello.
Appena eravamo dentro una bambina dai capelli rossicci arriva ad abbracciare Benny e poi si rivolge a me porgendomi la mano "ciao, io sono Hope, la sorella minore di Benny, ho 10 anni, tu chi sei?" io sorrido e le stringo la mano "ciao Hope, io sono Aurora una nuova compagna di tua sorella" lei sorride "mi piacciono i tuoi vestiti" io le sorrido "magari quando cresci un altro po' li do A te" lei inizia a saltellare e battere le mani tutta contenta.
Poi Benny mi porta in camera sua dove studiamo per 2 lunghe ore tutte le materie per il giorno seguente. Poi alle 6:30 pm in punto presi tutte le mie cose, salutai Benny e Hope, e vado subito in ospedale a trovare Matt.
Quando arrivi davanti ad un edificio imponente e altrettanto terrificante ti senti investire da una sensazione tenebrosa e di paura. Sono salita fino al 4° piano dell'ospedale dove nella stanza 222 c'era Matt. Mi sono sentita subito incupire il cuore A vederlo in quella stanza così vuota riempita solo da un lettino debole, un piccolo comodino e una finestra con le tende lunghe fino al pavimento di un colore verde ormai sbiadito, forse troppo. Mi siedo in una sediolina cigolante che maledico per aver fatto troppo rumore,che può sembrare insignificante ma era rimbombato in tutta la stanza e fece girare di scatto la testolina con capigliatura disordinata del ragazzo. Era sempre così perfetto anche se malato e costretto in un lettino di ospedale,quando il sole lo illumina sembra discendere dal cielo e i suoi occhi verdi brillano. Stavo lì a fissarlo senza dire una parola, mi piaceva cosi tanto notare ogni piccolo particolare della sua figura, le sue voglie, i piccoli segni causati da cadute, i taglietti sulle dita, tutto di lui era fottutamente perfetto.
Passavano in fretta le ore, lui riposava ancora da quando ero arrivata ma non mi importava molto, ero così felice di vederlo che nemmeno ci ho fatto caso.
Poi tutto ad un tratto si è alzato leggermente facendo forza sul busto per mettersi seduto, io mi alzo e lo aiuto, lui poi si gira e mi prende la mano "sono felice do vederti" sussurra "aspettavo il tuo arrivo come la guarigione" io sorrisi e mi affrettai A dirgli "mi dispiace di non essere venuta prima, ma emotivamente ero più devastata di ora" lui mi sorride "non devi,in fondo sono stato io a sbagliare,non avrei mai dovuto fare una cazzata del genere... Scusami" io rimasi sbigottita e subito risposi "Scusami tu,non meritavi tutto questo... Sei una ragazzo buono e dolce, però questi giorni mi sono serviti per pensare un po' a quello che mi hai detto qualche giorno prima dell'incidente" gli occhi di lui si sono illuminati subito di speranza, per una risposta positiva "ho capito che io senza di te non posso proprio starci, io voglio passare con te tutto il tempo che posso, davvero io
...quando ho saputo dei tuoi danni mi sono sentita morire" lui scuote la testa "non devi, ora sto bene e non vedo l'ora di tornare a scuola e dire A tutti che finalmente ce l'ho fatta, che finalmente la ragazza che amo é venuta da me" io sorrido poi lui continua "tu vuoi essere mh
...ecco si insomma, la mia ragazza?" io annuisco "si mi piacerebbe molto" lui fa uno dei suoi sorrisi migliori e poi io mi alzo dalla sedia "ora devo andare, c'è tua madre fuori che voleva vederti, ci vediamo tra qualche giorno" lui annuisce "aspetta.. Avvicinati" io lo faccio e lui mi stampa un dolce bacio.
Cavolo quanto lo amo.

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