Capitolo 6

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Si era reso conto di avere un'enorme fantasia con le imprecazioni, mentre rientrava nel campeggio.
Ad ogni passo fatto su quel sentiero disconnesso, una parolaccia riempiva i suoi pensieri, mentre tentava con il dorso della mano di bloccare il sangue che continuava a sgorgare.

Una pallonata... non ne riceveva una dai tempi dell'asilo.
Dopo averla ricevuta si era ripromesso che non sarebbe più stato quello a farsi colpire, semplicemente per colpa di quella grossa vergogna che si era aggrappata a lui con artigli affilati, così da diventare colui che dava il colpo.

Ma era da molto tempo, anzi... forse non gli era mai successo, di incontrare un ragazzo con una tale similitudine caratteriale da assomigliargli.

Era incredibile... e sorrise appena, quasi divertito, mentre arrivò ai bagni comuni, non riuscendo a nascondere però una rapida espressione disgustata.

La promessa era stata fatta... tre giorni li avrebbe affrontati, con o senza bagno privato.

Il sapore ferroso del sangue ormai gli aveva riempito la bocca, e le fitte al naso non erano delle migliori... ma gli era quasi mancato sentire quel tipo di dolore.

Si guardò allo specchio posto al di sopra del lavandino, osservando il suo riflesso imbrattato di sangue, ma i suoi occhi erano stranamente calmi... certo, il rosso fuoco scoppiettava nelle iridi, ma era lo sguardo pacato che raramente aveva visto su sé stesso.

E con i pensieri rimase sospeso, mentre iniziò a sciacquarsi il viso con l'acqua fredda, ripulendosi un po' e riuscendo a ritrovare il colorito normale della sua cute.

"Kacchan?". La voce cantilenante di Denki lo fece voltare lentamente, con un sopracciglio sollevato e le goccioline che scendevano delicatamente lungo il suo viso, senza alcun accenno di rabbia o di fastidio nel sentire quel suo nomignolo detto da una persona differente che non fosse il nerd.

"Che vuoi?".

"Volevo rinfacciarti che questo è ciò che ti meriti per avermi portato in questo posto! - Ridacchiò il biondino, avvicinandosi a lui e girandosi tra le labbra lo stecco del lecca-lecca che aveva rubato sicuramente a qualcuno - Ti fa male?".

Le spalle larghe di Katsuki si scossero appena, mentre afferrò prontamente la canottiera che gli porse l'altro, l'aveva lasciata sulla riva e dimenticata lì dopo il colpo.

"Poteva andare peggio...".

"Tipo...?".

"Questo...". Ringhiò a denti stretti, buttandosi giù il tessuto nero e ricoprendosi il busto, mentre due zaffiri accesi come lampioni nella notte, incrociarono immediatamente il suo sguardo di fronte alla porta del bagno comune.

Lo stava odiando... con tutto il suo cuore.

E quel ghigno tanto divertito che lo portava sempre ad osservargli le labbra, decorate da quel piercing scuro che gli avvolgeva lateralmente il labbro inferiore: "Vuoi farti una doccia con me, cucciolo?".

Non riusciva a comprendere questo... astio che era arrivato a generarsi tra loro.
Talmente tanto, da fargli desiderare di prendere a pugni in faccia quel... bastardo. Ma, al tempo stesso... ne voleva sempre di più.

Quella risata divertita stava urtando ogni sua parte interna, mentre anche l'amico del corvino se la rideva sotto i baffi, tentando in ogni modo di non mostrarsi troppo.

Ma in quegli occhi blu, non riuscì a vedere le vere emozioni che rispecchiavano, troppo preso dall'odiarlo... perché in quelle iridi, c'era una totale e folle eccitazione.

Apprezzava ciò che aveva di fronte agli occhi, e quasi si dispiaceva che si fosse rimesso quella misera canottiera, chiudendo quei pettorali da paura...

Ma quelle braccia forti e definite erano ben visibili, e quanto avrebbe voluto tastare quei muscoli guizzanti ed allenati...

Ciò che lo catturava maggiormente, però, erano i suoi occhi... la sua attenzione era stata totalmente catturata da quelle iridi rosse, così accese e brillanti.

Sembravano rubini pregiati, dalle pagliuzze interne che creavano splendidi riflessi di vita.

"Oh, Bakugou, non so se vi siete presentati, lui è-".

"Touya... - Sibilò il biondo, scansandolo irritato, mentre prese la strada per dirigersi verso la propria tenda - Il morto di sonno ti ha già presentato... e non è un piacere. Quindi... crepa".

Per il corvino, quel ragazzo era irresistibile... non era cedevole, ed era puro. Le sue reazioni erano totalmente sincere e imprevedibili, e lo adorava.

Solamente la sua presenza era dannatamente irresistibile, sbruffone e facile da infastidire!

Per lui era un fantastico gioco divertente, per poter passare il tempo...

"Ti prego... dì il mio nome di nuovo...". La lingua passò sulle proprie labbra, mentre il biondo si voltò con un'espressione disgustata a guardarlo, iniziando a pensare che forse... se avessero continuato così... quei tre semplici giorni sarebbero diventati impossibili da affrontare.

"Quale cazzo è il tuo problema, ah?".

"Nessun problema. Almeno posso immaginarti mentre mi seg-".

"Tou... - La mano chiara del ragazzo dai capelli bianchi, candidi come una distesa di neve, si poggiò sul petto dell'amico, mentre la sua espressione si fece estremamente seria, quasi contrastante con quella che aveva stampato sul viso un attimo prima - Direi che è giunto il momento di darci un taglio".

Senza freni, senza limiti, la bocca l'apriva lasciando andare al vento ogni parola... e quegli occhi talmente suggestivi da essere così dannatamente magnetici...

Era una sensazione così tumultuosa, Katsuki era intrappolato in un labirinto di sensazioni ed emozioni contrastanti verso quel ragazzo tanto attraente... gli occhi continuavano a cadere sugli innumerevoli tatuaggi che decoravano quella pelle, e per poterli guardare tutti avrebbe avuto bisogno di un giorno intero...

Eppure il suo pensiero razionale era in continua lotta con quel desiderio irrefrenabile di volerne ancora di più... perché non si mosse di lì, rimase con lo sguardo ancorato a quelle gemme tanto preziose e strafottenti, se non ci fosse stato Denki in quel momento, sicuramente sarebbe arrivato addirittura a seguirlo in quella doccia...

Sapeva che quella era la sua condanna, un tormento che avrebbe creato un costante conflitto interiore.

Come essere in bilico su un precipizio... sentire l'adrenalina, il cuore che accelera di battito, sentire il bisogno di affacciarsi e percepire l'invincibilità.
Quella sensazione di essere sulla vetta del mondo... sapendo però di correre un enorme rischio... ma desiderandone sempre di più.

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