Capitolo 16

154 26 7
                                    

Il bosco attorno a lui era avvolto nell'oscurità, la luce della luna filtrava dolcemente tra i rami degli alberi creando giochi di ombre e riflessi tremolanti.

L'aria, lì, lontano dal falò e dallo schiamazzo delle persone, era fresca, e profumava di terra, profumava di legna... l'umidità del fiume lasciava quei leggeri brividi a fior di pelle, che gli fecero socchiudere gli occhi.

Era cullato da quei suoni del fogliame che seguiva la brezza serale, ed quel frinire monotono dei grilli insieme al canto occasionale di un gufo gli faceva capire quanto fosse vivo...

Perché ciò che era avvenuto gli stava facendo desiderare di chiudere gli occhi e non riaprirli più... una tremenda vergogna si era aggrappata alle sue spalle, lasciando solchi profondi con quegli artigli affilati e pericolosi.

Stava lì, seduto sulla riva di quel fiume tanto calmo e silenzioso, tenendo le ginocchia strette tra le braccia, appollaiato, reso piccolo... invisibile in quell'oscurità.

Doveva placare la sua agitazione... avrebbe potuto dare la colpa all'alcool, no? E alla stanchezza della giornata... una combinazione abbastanza normale per avere una reazione di quel tipo...?

Ma esattamente... cosa era successo...?

Era scappato con la coda tra le gambe... e quelle lacrime raccolte tra le sue ciglia sembravano dolorosamente incastrate, pesanti come il piombo...

Erano anni che non piangeva, non aveva più perso nemmeno una lacrima. Ed allora, perché in quel momento sì...?

Era davvero rimasto così turbato da una cazzata di quel tipo?

Sospirò, affranto, e forse addirittura deluso da sé stesso, mentre lasciò che le dita dei piedi affondassero nella sabbia morbida della riva, sentendo lo scricchiolare soave dei granelli sulla sua pelle.

Una sensazione morbida, come un pennello che sfuma un caldo colore... umida, per l'aria notturna così frizzante, e quasi scivolosa.

Però era una sensazione rassicurante, come se lo tenesse ben ancorato alla terra... in quel boschetto così profumato di buono.

Fuggito perché aveva sentito qualcosa...?
Per paura di essere visto in maniera differente...?

Fuggito perché si era permesso di osare...?

Qualche ciuffetto d'erba era illuminato dai raggi lunari, avvolgendo quei piccoli fiorellini viola pallidi che emanavano un dolce aroma, un delicato profumo.. erano violette, con quelle loro foglie a forma di cuore...

Anche la natura sembrava volersi prendere gioco di lui.
Foglie a forma di cuore, melodie romantiche date dalle creature viventi... il chiaro di luna...

"Ma fanculo...". Ringhiò, affondando le dita tra le sue ciocche bionde, stringendole appena e tirando la base.

Tutto lo riportava lì... tutto gli faceva pensare a quello, al fatto che potesse provare qualcosa...
Ma lui non voleva!
Lui desiderava solamente il proprio successo, il proprio riscatto...

Aveva fatto tanto male, no? Poteva fare del bene! Ed il bene lo avrebbe fatto studiando, impegnandosi, facendosi il culo come mai prima di allora!

L'aria della notte si posava placidamente sulle sue braccia nude, fresca e delicata come un sussurro leggero come una piuma che accarezzava la sua pelle dolcemente.

Piccoli brividi si generarono sulla sua cute, creando una costellazione di pelle d'oca che lo percosse appena, lasciando che i suoi pensieri trovassero un attimo di tregua.
Era come se il bosco respirasse attorno a lui, come se il vento sapesse esattamente come sfiorare le sue braccia con la delicata carezza dell'oscurità.

Into the WildDove le storie prendono vita. Scoprilo ora