Capitolo 7

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"Ma ciao, cucciolo...! - Parolacce, insulti, imprecazioni ed addirittura bestemmie giravano nella mente del biondo, che strinse con forza le bacchette fino a farle incrinare - Che ne dici, mangiamo insieme?".

I meravigliosi occhi blu, con quella luce caparbia e arrogante incrociarono i due rubini, assottigliati e resi affilati come rasoi. Non riusciva a comprendere il motivo per cui si divertisse tanto a farlo implodere di rabbia...

Ma rimaneva della stessa idea: lo stava realmente odiando.

Il suo bell'aspetto passava in secondo piano, perché quel bel visetto lo avrebbe tanto voluto rovinare.

"Ma che cazzo vuoi, ah?!". Ringhiò, puntandogli contro le bacchette e facendo ridacchiare ancora di più il corvino.

Era incredibile come riuscisse a fargli ribollire il sangue nelle vene, riusciva a rovinare quella calma naturale che tutto l'ambiente circostante donava.

I tavoli grezzi, in legno intagliato, giravano attorno a quelle grandi braci organizzate e tutto era circondato da alberi frondosi e rigogliosi che donavano una morbida ombra, fresca e gradevole.

Le braci ardenti al centro crepitavano mentre i cuochi preparavano le pietanze semplici e naturali, tutto preparato con attenzione su quelle griglie bollenti.

L'aria era totalmente impregnata da quegli aromi prelibati, da far rendere conto al biondo di quanta fame effettivamente avesse. Carne arrosto e verdure grigliate... la semplicità!

Tutto attorno a loro era avvolto dalla tranquillità. Chiacchiere comuni e risate, ma quei due... quei due facevano scintille e fumo.

Tutto poteva essere leggibile in quegli occhi così fiammeggianti e carichi di rabbia.
Lo trovava estremamente irritante, sotto a quelle iridi fiere e determinate...

Eppure, sotto quella frustrazione e quell'irritazione, molto sotto... un bel po' sotto... non riusciva a togliersi dalla mente quanto fosse bello quel ragazzo.

Aveva un fascino fuori dal comune, non era tipico o scontato... un alone di attrazione nascosta dietro la sua rabbia ostinata.

Ma in ogni caso, era decisamente desideroso di fargli male... qualsiasi cosa...

C'era roba semplice tra le sue idee, come infilzargli un occhio con una delle sue bacchette, o magari versare l'alcol per ravvivare la brace proprio sul suo cibo, oppure fargli inglobare a forza la salsa piccante e vederlo sputare fuoco...

Ma aveva pensato addirittura a qualcosa di più complesso, come, ad esempio, andare alla ricerca di qualsiasi fungo in giro per quei boschi e vedere gli effetti proprio su di lui... avrebbe potuto avere fortuna, come no... era proprio quello il divertimento!

"Senti, Tenko mi ha detto di risolvere questa situazione... ma sai che non la rendi per niente facile? - Sbuffò Touya, alzando gli occhi al cielo e masticando un pezzo di carne - Quindi direi di ricominciare.. ti va? Magari nella mia tenda-".

"Ma ti senti...? - I pugni del biondo si strinsero, lasciando rotolare sul legno del tavolo le due bacchette - Non mi interessa risolvere la situazione, desidero solo passare questi fottutissimi tre giorni in pace. Mi è possibile?!".

"Tre giorni? - I due zaffiri brillarono, mentre si sporse in avanti con la schiena, poggiando i gomiti sul piano - E basta...? Merda, devo impegnarmi allora... beh, dimmi il tuo nome, così possiamo saltare il resto ed andare subito al sodo".

Le allusioni sessuali sembravano perennemente comprese in ogni sua sillaba, e Katsuki era seriamente shockato dalla cosa... tralasciando il fatto che nessuno era mai stato così diretto nei suoi confronti, il che lo destabilizzava... ciò che più lo turbava era il fatto che le parole di quel corvino non lo offendevano...

O meglio, lo faceva irritare ovviamente, ma era quasi... lusingato?
E forse, addirittura eccitato...

"Crepa...". Sibilò semplicemente, muovendosi a disagio su quella panca, sperando che i suoi compagni arrivassero il prima possibile.

Doveva assolutamente fuggire da quella situazione... e il pensiero di lanciarsi nuovamente in quell'acqua fredda non era affatto male.
Almeno, quei bollenti spiriti che stavano occupando ogni suo millimetro corporeo si sarebbero placati.

"E dai, il nome... solamente il tuo nome... - La lingua venne cacciata fuori, assieme a quella pallina colorata - Così posso sussurrarlo mentre vengo pensandoti...".

I due rubini si fissano su quelle labbra, con un anellino ad avvolgere quello inferiore, mentre il piercing sulla lingua fa nuovamente capolino.
E rimase ammaliato ad osservare come quelle labbra si muovessero, e la lingua che si arrotolava sensualmente attorno a quella decorazione.

Ad ogni parola veniva creato un gioco di luce ed ombra su quel gioiellino, e tutto aveva preso un'immagine così dannatamente erotica...

Le gambe si chiusero immediatamente, mentre un caldo rossore colpì le sue guance ed i denti presero a digrignare, pregando mentalmente che tutto quello potesse finire al più presto...

Non era mai stato così in difficoltà...

"Vedi di sparire, se non vuoi che ti faccia esplodere...".

"Dio, quanto sei aggressivo... - Un sorriso scaltro ammorbidì le labbra di Touya, che inclinò il viso e studiò attentamente ogni piccola espressione dell'altro - Me lo hai fatto venire duro...".

"Kacchan!".

Katsuki era totalmente sopraffatto, e quella semplice parole lo fece ridestare dai suoi pensieri e farlo atterrare nuovamente con i piedi per terra.

Il suo cuore batteva feroce, l'adrenalina ribolliva nelle sue vene... ed il dolore tra le sue gambe era decisamente vivo...

Grazie alla voce più acuta di Izuku, la sua mente riuscì ad avere lo stimolo per riprendersi, conquistando nuovamente il controllo di sé e, per la prima volta da tempo immemore, era estremamente felice di avere di fronte il verdino, che, con aria curiosa e al tempo stesso confusa, li osservava con il suo piatto fumante di riso e verdure in mano.

"Ciao... mh... Touya, giusto?".

"Come ti pare... - Alzò gli occhi al cielo, mentre il pensiero dell'essere stato disturbato gli fece venire quasi l'orticaria - Quindi, Kacchan...?".

"Vedi di chiudere quella cazzo di bocca - Sbottò il biondo, riconquistando il fuoco vivo dei suoi occhi - E sparisci, ho raggiunto il limite di sopportazione".

La gratitudine nei confronti di Izuku sciamò subito, immediatamente, perché gli bastò aprire bocca una seconda volta, e la voglia di ucciderlo a mani nude esplose di nuovo... particolarmente accentuata...

"Oh, no! Quello è il nomignolo che gli do io, lui si chiama Katsuki!".

E per poco non si colpì la fronte fino a frantumarsela, quando la risata del corvino esplose, e le mani colpirono il tavolo: "I tuoi amici sono fantastici! - Rise, passando le esili ed eleganti dita tra la chioma folta e scura, bloccandolo sul posto con i due zaffiri accesi - Stasera raggiungeteci al falò, abbiamo da bere... ci conto... Katsuki".

"Certo!".

Odiava i suoi amici...

Odiava i suoi amici

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