Capitolo 22

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Lo osservava attentamente mentre Katsuki si prendeva cura di lui.
Non era riuscito a rispondere a quell'ultima affermazione, perché infondo... aveva dannatamente ragione.

Quante persone potevano ammettere di conoscersi alla perfezione? Di sapere esattamente chi sia?

Quanta verità c'è sul volto di qualcuno?

Storse appena il naso, quando i pezzi di tessuto strappato dalla propria maglia si strinsero con decisione sulla sua caviglia gonfia. Quante possibilità ci potevano essere di cadere da una scarpinata, finire nel bel mezzo di un vero e proprio temporale, con una caviglia probabilmente slogata e dei sentimenti dannatamente repressi, bloccati in un bosco?

Poche! Eppure eccoli lì...

Le gocce della pioggia rimbalzavano sulle foglie con un ritmo cadenzato, come se fosse una melodia scritta appositamente per quell'ambiente.
Ogni singolo gocciolone che colpiva il terreno creava un eco unico che si andava a mescolare assieme agli altri, in quella musica che impegnava quei silenzi tra i due.

"Quanta roba hai in quello zaino?".

"Il necessario".

"Ho fame".

I due rubini si sollevarono verso il cielo, mentre uno sbuffo uscì dalle sue labbra, quasi avesse a che fare con un bambino capriccioso.
In fondo era così, no? Touya aveva pensato talmente tanto a spiccare nella sua famiglia, a cercare di essere quello sempre sotto lo sguardo del padre, che da piccolo non aveva fatto ciò che un bambino normale avrebbe dovuto fare.

Una volta ribellatosi a quell'oppressione, aveva lasciato la presa su quel desiderio, lanciandosi su una vita più indipendente, fatta di nuovi desideri e speranze... e quel bambino represso era uscito fuori, in un corpo già adulto e formato.

Coraggioso e caparbio...

"Tieni".

"Eh?!". Le dita cariche di anelli di Touya afferrarono quella barretta che gli venne porta, con gli occhi talmente sgranati da rischiare di rimbalzare fuori dalle palpebre.

Una misera barretta di sesamo, che riuscì a tirare su un'espressione disgustata sul viso del corvino, mentre la girava tra le sue mani, non concependo come una persona normale potesse mangiare una cosa del genere.

Chi riusciva a saziare?! E come riusciva a mangiare quella roba?

"Dai, è uno scherzo! Tira fuori qualche-".

"Ho scritto 'conbini' sulla fronte?! - La voce uscì più infastidita del previsto, mentre diede un'ultima strattonata al tessuto per chiudere il nodo, ottenendo un gemito di dolore quasi piacevole da ascoltare - Se tu avessi realmente fame, le mangeresti senza rompere".

"Merda, sembri mia madre... - Sbuffò, lasciando sfrigolare la plastica della confezione mentre l'apriva, non riuscendo a trattenere la sua espressione schifata - Come fai a mangiare questa roba?!".

"Utilizzando la mia bocca!". Si sedette a terra portandosi le ginocchia al petto, prendendo una voluta distanza dal corvino che stava riuscendo a far saltare ogni suo nervo.

Quasi, gli mancava essere chiamato cucciolo...

Quasi.

"Utilizza la bocca per mangiare il mio cazzo, non questa robaccia! - Masticò in maniera estremamente tirata un pezzo di quella barretta dietetica, e sì, aveva un sapore decisamente spiacevole - Bleah...".

Era secca e polverosa, con un tocco di amaro in bocca. Il sapore del sesamo era pungente, lasciando dietro di sé un retrogusto sgradevole che non poteva decisamente ignorare.
Ed una smorfia di disgusto venne stampata sul suo viso ad ogni boccone, cercando di buttare giù il più velocemente possibile quella roba immangiabile.

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