Capitolo 25

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Le dita, piene di anelli, decorate da tatuaggi che coloravano le falangi, scorrevano lentamente tra le ciocche color grano.
I due rubini, che contenevano quelle fiamme sempre così divampanti, da rendere quello sguardo sempre più peccaminoso, lo tenevano inchiodato sul posto...

Osservava la perfezione del suo viso, la pelle liscia... e quanto diamine gli donasse il proprio cazzo poggiato sulla guancia!

Ma quello era un pensiero che sfiorava in maniera  esagerata la volgarità... quindi si limitò a pensare solamente a quanto fosse bello, ed era vero!

La linea decisa delle sopracciglia, che gli imprimevano sull'espressione l'essere perennemente corrucciato, ma donavano a quello sguardo una sensualità continua. Per non parlare di quelle labbra, morbide, carnose, o la mandibola perfettamente squadrata da renderlo così virile, il naso perfetto e dritto...

Trattenne il respiro, quando la bocca si poggiò sulla cappella congestionata, giocando sull'apertura, lasciandolo percorrere da scosse di piacere che lo portavano ad innalzare il bacino, spingendolo nella sua direzione.
Se lo voleva scopare... ma ciò che si aprì nella sua mente non  era una semplice botta e via, e ne era dannatamente stupito!

Volevo stringerlo a sé... perché quello era un ragazzo sperso.
Voleva quelle dannate coccole!
Voleva... tenerlo, come un tesoro prezioso, al sicuro... e spronarlo! Desiderava ardentemente spingerlo verso i suoi ideali!

E... beh... spingerlo anche verso qualcos'altro... proprio quello che aveva tra le gambe.

La pioggia batteva sul terreno attorno, si salvavano a stare al di sotto di quella cavità nella roccia, e quei suoni diventavano distanti mentre i loro occhi si rincorrevano ad ogni movimento.
Come se non fossero realmente in un bosco... ma in una bolla fatta solamente di loro due.

Le pupille estremamente dilatate del biondo creavano un contrasto ben evidente sull'iride scarlatta. Qualcosa di primordiale e selvaggio albergava all'interno di quegli occhi... come se vedere l'espressione piacevolmente goduriosa di Touya bastasse per farlo impazzire.

Ed iniziò a giocare, respirando sulla lunghezza, senza mai toccarla, semplicemente tenendo saldamente la base e facendo cerchi con il pollice, su quella pelle tanto sensibile.

"Vedo che la prendi con calma...". Touya quasi ringhiava, mentre sentiva i muscoli delle cosce tremare, osservando come scendesse fino ad arrivare alla pelle del pube, sfiorando quella peluria chiara che sbucava.

"Capelli tinti...?".

"Serio? - Si fece scappare una risata, osservando come invece l'espressione di Katsuki fosse così seria - Merda, sì. Ma non pensare ai miei cazzo di capelli!".

"Credo che tu in questo momento non possa darmi ordini... - Soffiò alla radice, lasciando andare la base con la mano e scendendo sui testicoli, stringendoli appena e sentendo l'asticella metallica toccare il suo palmo - Ti ho letteralmente in pugno...".

"D-Dio... - Ansimò, non perdendo quel ghigno, tentando di trattenere gli spasmi del bacino che tentavano ad ogni costo di spingere verso di lui, in quel desiderio di scoparsi quella fantastica bocca così priva di freni - Ma ti prego, succhiam-".

"Perché...? Ci rincorre qualcuno...?".

Strinse i denti, quando la punta della lingua, falsamente timida, si insinuò sulla pelle delicata e morbida dello scroto, giocando con quelle sensibili pieghe naturali... le pizzicava con le labbra, dolcemente, lasciando che quelle mani passassero fameliche tra le sue ciocche, arrivando alla sua nuca e lasciandosi sfiorare il collo...

Sembrava addirittura ubbidiente sotto i suoi tocchi.

E continuò ad inumidire quella zona, giocando come un giocoliere con le sue palle, e non lo avrebbe mai detto... Ma diamine, quella lingua era sacra.
Se non fosse stato realmente vicino ad esplodere in un orgasmo, se la sarebbe goduta maggiormente, secondo dopo secondo, ogni lappata sarebbe stata pura poesia da ascoltare ed imparare a memoria!

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