Into the Wild

Epilogo

Avere la percezione della propria vita totalmente stravolta può far finire chiunque in un limbo di confusione ed inadeguatezza.
E' come svegliarsi la mattina e guardarsi allo specchio, vedendo riflesso qualcuno che non siamo noi.

I suoi genitori, Mitsuki e Masaru, erano stati colpiti immediatamente da quel grosso cambiamento nel figlio, appena i suoi piedi erano scesi da quel grosso autobus.
Non fecero domande sulla breve durata del soggiorno, perché sapevano che determinate cose dovevano rimanere segrete; Katsuki era un ragazzo che doveva assimilare per comprendere nella maniera giusta ciò che la vita gli presentava davanti agli occhi, quindi, se mai avesse voluto, ne avrebbe parlato di sua spontanea volontà.

Tre semplici giorni, e il loro figlio era davvero cresciuto... come se fosse avanzata una maturità di svariati anni in quei pochi giorni di assenza. Una maturità inaspettata ed una nuova sensibilità.

Sembrava che la sua rabbia e la sua irascibilità si fossero placate, almeno in parte, e lo sguardo sembrava più pacato, più... calmo. Sembrava innaturale, per poco Mitsuki non afferrò un crocifisso nel tentativo di esorcizzare il figlio, ma si calmò nel vedere quei due rubini così simili ai suoi... Aveva da sempre affermato che gli occhi di suo figlio fossero capaci di parlare, ed in quel momento gridavano a gran voce...

Limpidi, chiari e luminosi, brillavano di qualcosa di... bello.

Non potevano essere più orgogliosi del loro bambino, e si resero conto che finalmente stava tentando di diventare più indipendente, più coraggioso.
Nei giorni a venire notarono quanto tentasse di prendere in mano il proprio percorso, decidendo della propria vita, e quando annunciò di non voler diventare un chirurgo, o un cardiologo, loro non poterono risultare tristi, perché quel sorriso, quella spensieratezza non gliela avrebbe data nessun altro...

Ed era così bello poterlo vedere più sicuro di sé, in qualcosa che finalmente aveva fatto di testa propria!

Avevano sempre desiderato che Katsuki trovasse la strada capace di renderlo felice, e giorno dopo giorno seguiva con sempre più caparbietà le proprie decisioni, anche se ciò andava a significare il separarsi dal loro percorso.

Ma infondo, la fisioterapia era un ramo della medicina... sarebbe stato medico in ogni caso!

Solamente una piccola virgola sembrava stonare in quei bei giorni passati... decisamente troppi... il cellulare.

Già, perché non arrivò mai una chiamata, e nemmeno un messaggio. Non era passato molto, giusto un paio di mesi, le vacanze duravano per tutti in maniera differente, e probabilmente quel ragazzo pieno di tatuaggi e dalla parlantina fastidiosa aveva delle vacanze estremamente lunghe e rilassanti di fronte a sé... Perché sennò non poteva giustificarlo, e la voglia di ucciderlo era veramente alta...

Ma aveva fatto di tutto per tenersi occupato e riuscire ad affrontare al meglio ogni cosa!

Il passaggio di facoltà era stato un ottimo punto di partenza, riusciva a vedere più spesso i suoi amici, e non gli era più capitato di nascondere qualcosa a coloro che lo capivano più di ogni altro.
Soprattutto Denki... diamine, in quel fulminato aveva scoperto un amico fidato.

Ed in più, grazie all'università, e agli studi aggiuntivi per poter recuperare parti di esami e test, aveva conosciuto un altro ragazzo che sembrava essere un valido aiuto per il suo studio, ed in quel momento si trovava proprio di fronte alla sua casa, un'enorme villa moderna.

Il cancello chiuso di fronte all'imponente edificio era impressionante, costruito con una qualità ed un'attenzione ai dettagli che lasciavano intendere il lusso nel quale stava entrando.
Era fatto in acciaio brunito, riflettente la luce del sole e donando un effetto decisamente elegante.
Le sbarre erano lavorate con un raffinato disegno che ricordava le foglie d'acero, ed i piloni erano adornati da una semplice ed elegante scritta dorata: Todoroki.