Verità

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Erano le otto di sera e stavamo ancora in macchina. Avevamo trovato molto traffico quindi ci stavamo mettendo più del previsto.
Intanto fuori si era fatto buio, chissà se Victor era tornato a casa.

Ad un certo punto lui interrompe il silenzio che si era creato durante il viaggio.
"Nel mentre che siamo qui, come mai ti piace il calcio?" Chiese lui spostando l'occhio leggermente verso di me, ma rimanendo comunque concentrato sulla strada.
"Beh, diciamo che è iniziato tutto quando ero piccola, prima abitavo in Italia quindi la mia infanzia l'ho vissuta lì. In quel periodo ho conosciuto molte persone che mi hanno fatta innamorare del pallone, tra cui il mitico Paolo Bianchi. Poi quando ci siamo trasferiti qui ho avuto dei compagni di squadra stupendi che me lo hanno fatto amare ancora di più" dissi io concludendo con un sorriso amaro "quanto mi mancano quei tempi" dissi io sospirando.

"Puoi dirlo forte" rispose lui. Poi tornò il silenzio.
Non mi piaceva questa cosa così io fui la prima a parlare.
"Invece te? come mai ti piace il calcio" chiesi io con un pizzico di curiosità.
Vidi che sobbalzò un attimo ma si ricompose quasi subito.
"Anche io quando ero più giovane giocavo a calcio, ma adesso non più" disse l'ultima parte con un filo di amarezza, lui ha deciso di non dire troppi dettagli, come non l'ho fatto neanche io.

Senza rendermene conto eravamo arrivati.
"Grazie per il passaggio" dissi io sorridendo e uscendo dalla macchina.
"Prego, a domani" disse lui.

Mentre camminavo per andare ad aprire alla porta sentii un male improvviso al petto e mi accasciai a terra.
Cazzo.
Avevo dimenticato di prendere le pastiglie.
Mi era completamente saltato di mente.

Stavo per tirarle fuori dalla borsa però mi sentivo troppo male, molto peggio delle altre volte.
La borsa cadde e io rimasi a terra.
Sentii una persona avvicinarsi a me, non mi importava chi fosse, bastava che mi aiutava.
"C'è una scatolina blu in borsa, prendila, per favore" dissi io con un tono di voce basso.
La persona si abbassò e iniziò a frugare velocemente nella borsa finché non trovò l'oggetto che avevo chiesto.
Appena me lo porse presi velocemente le pastiglie e aspettai che il dolore passasse.

Dopo una decina di minuti era tornato tutto normale, stavo per ringraziare il mio soccorritore quando notai una cosa. Era Alex Zabel. Ottimo! E mo' gli devo dire la verità. Perfetto.
"Stai bene" chiese lui con un tono abbastanza preoccupato aiutandomi ad alzarmi.
"Si..." dissi semplicemente io, ero ancora un po' scossa dall'accaduto.
Non era la prima volta che accadeva, però sta volta è stato diverso, è stato più... doloroso.
"Cosa è successo prima?" Chiese lui cercando di risultare il più gentile possibile.
"Vedi, soffro di una rara malattia il cuore da ormai un be po di anni" iniziai io sedendomi a terra "tutto è iniziato a degenerare con la morte dei miei genitori dici anni fa. Da quel evento mi sono iniziati a venire improvvisi attacchi d'ansia. Tre anni dopo è morta mia sorella e qualche anno dopo anche suo marito. Io mi sono ritrovata a dover badare a due bambini da sola, tra qui uno a cui devo pagare un'operazione costosissima" dissi io riassumendo un po' di fatti della mia vita guardando sempre un punto fisso.
"Mi dispiace" disse semplicemente lui abbracciandomi "ma non puoi fare una operazione per guarire?" Chiese lui rimandando sempre attaccato a me.
"Si, però è un po' rischiosa, e costosa. Prima vorrei pagare con quella di mio nipote, poi la mia" dissi io.
"Se vuoi pago io-" stava per iniziare ma io lo interruppi staccandomi dall'abbraccio.
"Non se ne parla neanche, è una questione di orgoglio" dissi io accennando un sorrisetto.

"Va bene, se cambi idea fammi sapere" disse lui per poi girarsi di spalle "è tardi, riposati, se vuoi domani non venire a lavoro" disse lui per poi fare un cenno con la mano di saluto.
"Alex" urlai e lui si girò "grazie" dissi guardandolo con un sorriso sincero.
"Di nulla" disse lui per poi andarsene.

Infondo questo ragazzo non era così male.

Il tempo passa ma la passione no ~ Inazuma Eleven Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora