Chapter 2. Il negozio di rose

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"Can you look at me? 'Cause i'm blue and grey"

"Can you look at me? 'Cause i'm blue and grey"

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E quindi Taehyung nascondeva molti segreti che non si limitavano semplicemente alle oscuri origini del suo passato

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E quindi Taehyung nascondeva molti segreti che non si limitavano semplicemente alle oscuri origini del suo passato. Esisteva altro che si legava alla sua persona come individuo, ovvero la possibilità, per quanto remota, che quel ragazzo fosse qualcuno di cui non ci si poteva fidare.

Ovviamente non avevo visto cosa conteneva quella bustina, non avevo la certezza che si trattasse di droga o se fosse qualche stupidata di poco conto, ma la lunga cicatrice che marchiava quasi a fuoco il suo fianco sinistro, aveva acceso in me una curiosità ancora più grande su di lui. Forse mi sarei fatta male, in fin dei conti Taehyung non desiderava che io scoprissi i dettagli della sua vita, eppure non potevo fare a meno di essere attratta dal mistero che contornava la sua figura, era inevitabile.

Aveva stretto con me un "segreto", che poi tanto segreto non era. Il ragazzo con cui parlava in corridoio prima che si accorgesse di me ne era a conoscenza pure, e inoltre sapeva di che si trattava. Io che cosa ne sapevo? Che ne sapevo del contenuto della bustina? Che ne sapevo di cosa ne stesse facendo Taehyung della sua vita? Era tutto un mistero.

Sbuffai inesorabilmente mentre buttavo all'indietro la testa. Piuttosto che concentrarmi sullo studio delle equazioni di matematica che mi abbassavano la media, la mia testa si concentrava sulla vita di una persona che non mi riguardava. Eppure era più forte di me. Volevo scoprire cosa ci fosse dietro quel carattere tanto freddo e gelido.

-Ramen istantaneo per spuntino?- mio fratello interruppe la scia di pensieri che s'inseguivano nella mia testa.

Mi volta insieme alla sedia verso la porta e guardai il sorriso smagliante di Ethan sbucare dallo stipite.

-Sarebbe perfetto- dissi distratta.

Ethan notò il cipiglio sul mio viso e curioso si chiuse la porta alle spalle per raggiungere il letto, dove ci si buttò di peso.

-Ehi!- mi lamentai facendolo ridere.
-Che c'è? Tanto stasera dovrai comunque disfarlo.-
-Sì ma questo non ti da diritto di buttarti così sul mio letto! Perché non te ne vai nella tua stanza?- Gli dissi infastidita.
Ethan ripeté le mie parole imitando la mia voce, per poi ridere a crepapelle quando scansò con la mano un peluche gli aveva lanciato contro.

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