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Kim Taehyung, un orfano di padre, ha trascorso la sua infanzia in un freddo orfanotrofio. Quando sua madre finalmente riesce a prendersi cura di lui, qualcosa dentro di Taehyung si spezza inesorabilmente.
Il suo caratte...
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Per un attimo mi sembrò che il tempo si fosse fermato, sgocciolando lentamente come lacrime di pioggia dopo la tempesta sulle piante vivaci di una foresta rumorosa e piena di vita. Il mio cuore era completamente in fervore, svegliando nuovi e profondi sentimenti al suo interno.
Quello era stato il mio primo bacio, e la persona che me l'aveva dato era niente di meno che il ragazzo per cui avevo una cotta stratosferica. Sembrava tutto così bello; la musica era diventato un suono offuscato e lontano, il bagno sempre più caldo e intrinseco di leggeri rumori, che provenivano dagli schiocchi soffusi della bocca di Taehyung, il tempo quasi fermo, come in una fotografia. Io ero immobile, gli occhi spalancati sul muro alle sue spalle che, con un gioco di ombre, sembrava rimpicciolirsi sempre di più. Taehyung mi cingeva le spalle con un braccio mentre con l'altra mano mi costrinse a tenere la nuca ferma, facendomi venire mille piccoli brividi sul collo.
Perché lo stava facendo? Era stato chiaro sul fatto di non volere alcuna relazione da me, che desiderava passarsi il tempo insieme a una persona per cui non provava sentimentalismi così da non essere legato al suo cuore... eppure nonostante le mie dichiarazioni su quanto provassi per lui mi stava baciando, inaspettatamente, e tutto per cercare di dimostrare, forse, che quella situazione e Jungkook gli dessero fastidio.
Per qualche minuto restai così, ferma ad assaporare il gusto dolciastro delle sue labbra morbide e umide, poi però mi resi conto che non aveva alcun senso quello che stava facendo. Io non volevo soffrire, e se quello era uno dei suoi giochetti era meglio se si allontanava immediatamente da me!
Ma fu abbastanza difficile decidere di spingerlo via e quando finalmente trovai il coraggio di farlo gli poggiai una mano sul petto e lo costrinsi a staccarsi: non lo allontanai molto però, mi fissava gli occhi da una distanza abbastanza ravvicinata e la sua bocca era diventata rossissima.
-Che stai facendo?- Gli chiesi in preda a un ansia che non mi apparteneva. Mi tremavano le gambe e non riuscivo nemmeno a guardalo in faccia, per tanto mi concentrai su qualsiasi altro posto piuttosto dei suoi occhi freddi puntati sui miei, dove continuava a nevicare nonostante il calore quasi insopportabile all'interno del bagno.
-Ti dimostravo che non è per niente facile scordarsi di me- sussurrò, lo sguardo puntato sulla mia bocca, come se volesse assaggiarla una volta ancora.
