Capitolo 36. Una novità

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"But friends don't say words that make friends feel like more than just friends"

Mi rifiutai di andare a scuola per una settimana intera, avevo bisogno di riflettere su quanto accaduto con la mia famiglia e con Taehyung, lontano e ancorato a un passato sconosciuto che sembrava importare più del presente

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Mi rifiutai di andare a scuola per una settimana intera, avevo bisogno di riflettere su quanto accaduto con la mia famiglia e con Taehyung, lontano e ancorato a un passato sconosciuto che sembrava importare più del presente.

Mi sentivo molto triste a dire il vero. Non lo sentivo e non lo vedevo da sette giorni e speravo che almeno mi scrivesse, che avesse riflettuto su quanto ci eravamo detti ed era arrivato alla conclusione che era innamorato di me!

E invece era rimasto silente, nascosto nella solita ombra sicura della sua zona di comfort, dove poteva permettersi di stare da solo con i suoi pensieri che non rivelava mai a nessuno. Chissà cosa aveva fatto, che cosa aveva pensato e a quali conclusioni era arrivato. Eppure ero sicura che avesse capito che i suoi sentimenti erano troppo "flebili" per contare veramente qualcosa e per questa ragione non mi aveva inviato nemmeno un messaggio. Niente di niente. Era sparito, come se non fosse accaduto nulla tra di noi.

Ed ero furiosa, triste, giù di morale. Completamente avvolta nell'angoscia. Non parlavo con i miei genitori ed Ethan da altrettanto tempo, non avevo visto nessuno all'infuori delle mura della mia stanza e iniziavo a sentirmi veramente sola.

Certo, Jungkook mi aveva scritto un bel po' di volte e avevamo un po' parlato di ciò che era successo la sera che Ethan era andato a prendermi a casa sua. Mi spiegò le sue ragioni, dicendomi che i due frequentavano la stessa palestra e il corso di boxe e quindi avevano legato in un'amicizia sincera che non gli permetteva di rimanere in silenzio mentre io mi nascondevo a casa sua e loro si disperavano nella mia ricerca. Dovevo capire che si trovava in una brutta situazione e in fin dei conti, ragionandoci un po', mi ero accorta di aver abbastanza esagerato.

Loro mi avevano cresciuta, mi avevano salvata da un futuro incerto e avevano anche cercato di darmi tutto ciò che desideravo. In effetti, non contava questo alla fine dei conti? Che mi avessero voluto bene come una figlia biologica, senza mai fare preferenze e favoritismi tra me e Ethan, mio fratello? Non potevo rimproverargli niente se non le bugie che raccontavano da otto anni. Eppure forse lo fecero solo per proteggermi da una verità che sarebbe stata ardua da accettare. Dovevo perdonare, andare avanti, continuare la nostra vita come se fossimo davvero una famiglia, quello che alla fine davvero eravamo stati per più di otto anni.

Feci un piccolo sbuffo mentre mi guardavo allo specchio; avevo gli occhi gonfi per il pianto fatto a causa della lontananza di Taehyung ed ero più pallida del solito. In quei giorni le temperature si erano alzate di parecchio a Seoul, e il caldo peggiorava la mia situazione già abbastanza snervante.

Avevo deciso di tornare a scuola e affrontare i problemi. Quella mattina feci una lunga doccia fredda e indossai la solita divisa scolastica grigia e dopo aver riempito lo zaino scesi di sotto in cucina. Volevo fare colazione con mia madre e mio fratello, chiedere scusa per come mi ero comportata e impegnarmi a fondo a superare quella faccenda dell'adozione. Ma mi sentivo un po' in imbarazzo e non sapevo come rompere il ghiaccio.

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