Capitolo. 32 Riflessioni notturne

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"Use me like a drug"

"Use me like a drug"

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Jungkook mi lanciò uno sguardo di rimprovero, seguito da un'occhiataccia

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Jungkook mi lanciò uno sguardo di rimprovero, seguito da un'occhiataccia. Era ancora risentito per gli eventi seguiti al nostro primo e ultimo appuntamento, quando negai l'esistenza di qualcosa tra me e Taehyung, solo per apparire al suo fianco a scuola pochi giorni più tardi. Tuttavia, emise un lieve sospiro e si accomodò al mio fianco.

Mi sentivo sollevata, a essere sincera. Regnava l'oscurità e l'ansia di un possibile pericolo mi attanagliava. Dopotutto, ero stata a un passo dal cadere nelle mani di tre individui alquanto minacciosi e, senza l'intervento di Taehyung, non osavo immaginare le conseguenze. La presenza di Jungkook in quel momento si rivelò una benedizione; nonostante il suo silenzio e gli sguardi severi, ero certa che non mi avrebbe abbandonata a quel destino.

Estrasse un pacchetto di sigarette dalla tasca della sua giacca di pelle, mentre mi studiava con occhiate prolungate e inquisitive. Doveva ritenere che fossi impazzita. Si domandava sicuramente quale diavoleria mi avesse portato lì, sola, avvolta nell'oscurità più profonda. Forse, ipotizzava anche un allontanamento tra me e Taehyung. L'idea sembrava divertirlo non poco, a giudicare dal suo atteggiamento

Portò una sigaretta alle labbra e, con un gesto fluido, la diede vita. Una voluta di fumo si disperse nell'aria prima che lui si schiarisse la gola con un colpo di tosse secco.

-Tutto a posto?- mi interrogò.

Con un cenno confermai. Ero a corto di scuse per giustificare la mia presenza solitaria in quel luogo desolato. Riveler la verità non era un'opzione; ancora lottavo per accettarla, nutrendo la speranza che Taehyung fosse in errore.

-La voce ti è andata perduta?- insistette, aspirando nuovamente dal cilindro incandescente.
-No,- mormorai.

Forse era follia persistere. Sarebbe stato più saggio tornare, confrontarmi con i miei genitori, estorcere da loro la conferma della realtà e poi ponderare i passi successivi. Qual era il senso di rimanere all'aperto, da sola, sotto il manto notturno? Non ero conscia dei rischi che correvo? La fortuna aveva giocato a mio favore quando Jungkook era capitato di passaggio; con chiunque altro, avrei potuto già subire conseguenze nefaste. Al suo fianco, mi sentivo al sicuro, convinta che nessun malintenzionato osasse avvicinarsi per importunarmi.

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