Sarah
"Il treno è in arrivo alla stazione di Roma Termini tra 5 minuti"
La voce robotica mi sveglia dal mio stato di dormiveglia. Accanto a me una signora inizia a raccogliere le sue cose e ad avviarsi verso la porta.
Dopo cinque giorni di ritorno alla normalità a Vigevano, mi ritrovo nuovamente a Roma, dove sto praticamente vivendo il mio sogno nella scuola di amici.
Quando scendo dal treno non trovo nessuno di familiare ad aspettarmi, quindi mi dirigo verso l'esterno. Il rientro in casetta è previsto per domani, quindi stasera starò da Martina. Ed è proprio lei che cerco una volta uscita dalla stazione.
Non riuscendo a vederla tra la folla provo a chiamarla.
"Ehi Marti, dove sei? Tra la folla credo di non averti ancora vista" Le chiedo quando risponde, continuando a guardarmi attorno, sperando di vederla.
"Sarah stavo per chiamarti, non riesco a trovare parcheggio" dice sbuffando.
" Comunque dovrebbe esserci..." Non fa in tempo a dirlo che un'altra voce sovrasta quella della cantante al telefono.
"Saretta" la sua voce mi arriva alle spalle, una voce che da qualche settimana a questa parte conosco meglio.
Quando mi volto lo trovo con un sorriso in volto che lì per lì mi spiazza. Il telefono ancora all'orecchio e Martina di sottofondo che continua a parlarmi.
"Te stavo a cercà pe' tutta la stazione" si avvicina e mi abbraccia.
"Holden, non mi aspettavo di vederti" gli dico quando esco dal mio stato di semi-shock, ricambiando l'abbraccio.
Probabilmente da quando ci conosciamo è il terzo che mi dà. All'inizio del pomeridiano non parlavamo molto, anche se quando la Pettinelli dopo solo una settimana mi ha messo in sfida è stato uno tra i primi a venirmi ad abbracciare.
"Allora..." dice prendendo il manico del mio trolley. "Il viaggio apposto?"
"Si si, il treno è sempre d'ispirazione" rispondo mentre continuiamo a camminare, presumo alla ricerca della macchina di Martina.
"Hai scritto qualcosa?" Capisce subito a cosa mi riferisco. Una volta in casetta mi aveva trovata disperata sul letto mentre cercavo di scrivere delle barre per una cover. Mi aveva aiutato un poco ed era venuta fuori una cosa molto carina. In quell'occasione gli avevo rivelato che solitamente riuscivo molto di più a scrivere durante la notte o in treno.
"Forse ho qualcosa di nuovo" Sono troppo entusiasta, perciò glielo dico quasi saltellando con un tono quasi cantilenante. Lui si volta a guardarmi e inizia a ridere.
"E allora dopo me lo devi fare legge' 'sto qualcosa de nuovo, Sarè"
Nel petto qualcosa si muove a quel nomignolo e mi tocca rallentare il passo. Lui mi osserva con quegli occhi che quasi sorridono. Poche volte l'ho visto così sereno: solitamente in casetta è imbronciato, con mille pensieri per la testa, scazzato per qualche cover che non gli viene particolarmente bene, anche se poi ogni volta che si esibisce non capisco cosa dovrebbe riuscirgli male.
"Si certo..." sussurro, un po' spaesata da questa sensazione strana.
Tranquilla Sarah, è solo perché sei felice di rivederli tutti - mi dico.
Sarà sicuramente questo.
.......
Sto sistemando le mie cose nella stanza degli ospiti a casa di Martina. Dopo aver lasciato Holden a casa sua, siamo venute qui direttamente per sistemare la casa e prepararci. Infatti più tardi verranno gli altri qui per passare una serata insieme prima di rientrare in casetta.
Non ho idea se saremo tutti, ma immagino che la maggior parte sarà già arrivata a Roma, in vista del rientro di domani.
"Martii non so cosa mettere" le urlo dalla stanza. Molti vestiti li ho lasciati in casetta e quelli che ho non mi sembrano adatti.
"Sa' metti qualcosa di tranquillo, non sarà niente di chè" dice appoggiandosi allo stipite della porta, mentre io continuo a rovistare nella valigia. Solitamente sono molto veloce a decidere cosa mettere. Oggi invece c'è qualcosa nella mia testa che continua a dirmi che qualsiasi cosa non va bene.
"Come mai tutta quest'ansia? Non è che dobbiamo far aprire gli occhi a qualcuno?" Martina risveglia qualche sensore nella mia testa con questa domanda e subito nella mia mente compare la figura di Holden. Alzo lo sguardo verso la cantante sconcertata e subito strizzo gli occhi e scuoto la testa come a voler cacciare via quel pensiero.
"Ma che dicii" Ridacchio in maniera un poco isterica. Lei mi guarda con un sopracciglio alzato, mentre ride, come se avesse percepito cosa stavo pensando.
"Non dico nulla, solo che oggi quando vi ho visti arrivare, te e il maestro, mi siete sembrati molto contenti di rivedervi, solo questo. Lui più di te devo dire"
Confessa e io sento le mie guance andare a fuoco, nemmeno fossi veramente colpevole.
"A me non è sembrata questa grande cosa, eravamo i soliti"
Cerco di dissimulare, riuscendoci poco in realtà, perché anche io ho notato qualcosa di diverso. Ma dirlo ora sarebbe troppo strano e prematuro.
"Va bene, come dici tu" Non insiste oltre, menomale.
"Comunque se fossi in te, metterei quella gonna cargo di jeans e quel top nero. Semplice ma d'effetto" Si chiude la porta alle spalle facendomi l'occhiolino e mi lascia sul letto a guardare i vestiti e a pensare a quello che ha detto.
Alla fine dopo la doccia decido di mettermi quello che mi ha consigliato Martina.
Magari è d'effetto veramente...
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Ossidiana \\ Holdarah
FanfictionMa se vuoi, ora ti porto a casa Un bacio sa di marijuana Addosso solo una collana Fuori è buio come l'ossidiana