Capitolo 28

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Holden

La suoneria del cellulare mi sveglia dalle poche ore di sonno. Ennesima stanza di hotel. Ennesima città. Ieri sera ero a Roma, stamattina non so nemmeno in che parte d'Italia sono. Dopo lo speciale Tim sono partito subito, a malapena ho potuto salutare gli altri. Soprattutto lei. Ma stasera torno in patria e anche se siamo stati invitati da Nicholas per la cena del suo compleanno, sono intenzionato a passare più tempo con lei.

Il telefono continua a squillare.

Videochiamata in arrivo da Ayle

"Frate che cazzo vuoi alle 10 di mattina" Non guardo nemmeno lo schermo quando rispondo alla chiamata, il telefono ancora appoggiato sul comodino, ad inquadrare il soffitto.

"Buongiorno principessa" Ayle ride, ma la sua risata si mischia ad un'altra. E allora apro gli occhi e recupero il telefono. Due riquadri, in uno il cantante livornese e Lucia, nell'altro Sarah. La faccia di chi è appena stata svegliata, proprio come me.

"Maestro sveglia. Siamo noi che ieri sera abbiamo fatto serata non tu" Già, perché io sono dovuto partire di corsa, ma loro sono andati in un locale. "Sei bella attiva per essere in hangover, Lucì" Le faccio l'occhiolino, alludendo a quel qualcosa che il ragazzo a fianco a lei capisce subito, provando a trattenere una risata. Tutto inutile, perché finisce per beccarsi un cazzotto da lei.

Sarah sorride e basta, non parla, forse ancora troppo assonnata. La osservo meglio e istintivamente sorrido. "Bella felpa, Sarè" Spalanca gli occhi e le sue guance si tingono di rosso. E anche se l'ho vista ieri sera mi accorgo che vorrei essere con lei.

Quando la porta del camerino che mi era stato assegnato si è spalancata ho pensato che doveva essere Jader, che mi aveva accompagnato agli studi. Non ho nemmeno alzato la testa dal telefonino. Solo quando ho sentito il rumore dei tacchi sul pavimento e la sua voce -Non si saluta più- ho capito che non poteva essere lui. Quando l'avevo abbracciata e le sue labbra erano tornate ad essere sulle mie, mi era sembrato di tornare a respirare.

Era durato tutto molto poco, gli altri erano arrivati, ci avevano chiamato per iniziare e poi ci eravamo salutati troppo velocemente.

"Saretta tu stasera hai il passaggio per andare al ristorante?" Glielo chiede Lucia, dopo aver finito di litigare con Ayle.

"Penso di prendere un taxi" Non sa che stasera ci sono anche io. Fino a ieri sera, in realtà, i piani erano altri, ma ho convinto Marta a farmi tornare a Roma, finito l'instore.

"Se vuoi passiamo noi, recupero Francesco e vengo a prenderti, senza problemi" Corruga la fronte a quel nome pronunciato da Ayle. "Francesco sarebbe..." Lascia in sospeso, ma tutti abbiamo capito a chi si riferisce. L'espressione di Ayle diventa titubante, quella di chi forse sa che non avrebbe dovuto parlare.

"Vado io a prenderla Eli, tranquillo. La tua macchina è già troppo piena" Il fastidio si nota, e anche abbastanza, dal mio tono di voce. "Tu vieni?" L'espressione preoccupata che le era apparsa al solo sentire il nome del rosso svanisce, lasciando posto ad una quasi ricolma di speranza.

"Certo. Che fà me perdo il compleanno di Nic?" E l'occasione di stare con te?

....

Sarah

Quando mi arriva il messaggio di Jo -sono giù- ho già cambiato tre outfit. Del primo non mi convinceva il colore del vestito, con il secondo avevo paura di sentire freddo, anche se siamo quasi a giugno. Il terzo non mi soddisfa abbastanza ma devo scendere oppure confermerò l'idea di Jo di essere una ritardataria cronica. Il che è così ma l'ultima volta mi ha preso in giro fin troppo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06 ⏰

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Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora