Capitolo 6

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Holden

"Raga, zitti arriva" Grida Marisol affacciandosi dalla porta e tornando fuori. Due secondi dopo rientra trascinando dietro di sé Sarah, che saltella emozionata. La mia giacca sempre addosso, ormai è diventata sua e a me sta più che bene.

Oggi è il suo compleanno. Anche se aveva paura che non accadesse, è qui a festeggiarli in casetta i suoi 18 anni. Per l'occasione la produzione ci ha portato vaschette di gelato, il suo cibo preferito.

Improvvisa una specie di balletto quando gli altri le cantano la canzone. Io sono seduto accanto alla televisione con Ayle e la guardo da lontano. Dalla notte di capodanno non abbiamo più parlato, non dopo quello che è successo. Non dopo che io l'ho lasciata da sola, senza una spiegazione.

Fino a quel momento mi era sembrato tutto perfetto, mi ero sentito libero per la prima volta dopo tanto tempo. Farle il solletico e sentirla ridere era stato una boccata di aria fresca, di quelle che prendi dopo essere stato chiuso tutto il giorno in una stanza. E baciarla per un momento mi era sembrato giusto. Giusto per me. Ma appena avevo riattivato il cervello avevo capito che non era giusto per lei. Perché dopo avrei dovuto darle qualcosa che in questo momento non posso darle: il mio tempo, la mia presenza. E io non posso permettermi distrazioni e nemmeno lei. Ora come ora abbiamo altre priorità.

Queste sono cose che però ancora non sono riuscito a dirle. In queste due settimane, da quanto siamo ritornati in casetta, ci siamo incrociati poche volte e mai parlati. Ancora non le ho nemmeno fatto gli auguri. Ieri sera, quando con gli altri l'ho sentita aspettare la mezzanotte, non mi sono voluto unire, per paura di essere di troppo e che lei si sentisse a disagio in mia presenza, invece stamattina io sono andato in studio presto per lavorare al nuovo singolo. Avrei evitato anche questa festa se solo Ayle non mi avesse costretto ad uscire dalla stanza.

"Buon compleanno Saretta" Mida la solleva e la fa girare. Man mano tutti vi avvicinano per farle gli auguri e quindi mi alzo anche io.

"Auguri Sarè" Quando l'abbraccio, sento il suo corpo irrigidirsi al mio tocco, ma rilassarsi un secondo dopo. "Grazie Jo" Sorride imbarazzata quando dopo l'abbraccio la guardo negli occhi. Mi ha sempre chiamato con il mio nome d'arte, non mi aspettavo che dopo che non ci parliamo iniziasse a chiamarmi come le avevo detto di fare.

In quel momento decido che devo chiarire con lei.

Non voglio vivere i prossimi mesi così.

......

Sarah

È stato il miglior compleanno della mia vita. Trascorrerlo qui, nella casetta di amici con tutti i ragazzi è qualcosa che non dimenticherò mai. E poi la lettera di mio fratello è stata il regalo più bello. Quando Maria mi ha chiesto di cantare "Del verde" al piano ho staccato il cervello e ho cantato solo per lui. Non mi sono nemmeno accorta che molti dei ragazzi mi stavano guardando.

Ora sono seduta sul mio letto, a rileggere per l'ennesima volta la lettera di Lorenzo, circondata dai regali che mi hanno fatto i ragazzi. Sofi e Mari hanno preso tre bracciali uguali e ora ne abbiamo uno ciascuno. Mida, invece, mi ha regalato una tazza con scritto "tisanina?" perché ogni sera vado da lui a chiedere di prepararmene una, visto che è diventato il maestro delle tisane.

"Sarah, posso?" Pur non riuscendo a vedere chi è entrato, a causa della posizione del letto, riconosco immediatamente quella voce. "Si Jo, entra" Mi ricompongo, asciugandomi le lacrime dovute alla lettera e mettendomi seduta, mentre lui si avvicina e si siede sul lato opposto del mio letto.

"Volevi dirmi qualcosa?" Gli domando, vedendo che non mi guarda e continua rigirarsi qualcosa tra le mani.

"Tieni" Mi porge un pacchettino rosso. "Non è niente di chè, ma quando l'ho vista ho pensato ti potesse stare bene" Quando lo apro resto senza parole. È una collanina che ha come ciondolo una pietra turchese.

"Jo, è stupenda. Non dovevi" Continuo a guardare la collana, probabilmente con gli occhi a cuoricino. "Me la metti?" Gli chiedo e mi giro di spalle, sollevandomi i capelli. Le sue dita fredde mi sfiorano il collo, mentre chiudono il gancio, e un brivido mi trapassa la spina dorsale. Sento il suo respiro sul collo, lento, regolato, quando mi volto verso di lui e lo abbraccio. Senza rendermene conto resto tra le sue braccia per qualche secondo più del dovuto. Ma lui non protesta. 

"Mi dispiace per l'altra sera. Vorrei tornassimo come prima" Sussurra, con il viso appoggiato alla mia spalla. A sentir nominare la notte di capodanno mi irrigidisco e mi allontano, senza fargli notare il mio nervosismo.

Ho provato a non pensarci in questi giorni, concentrandomi sui pezzi da preparare e sul nuovo inedito da scrivere. Inizialmente essere rifiutata in quel modo mi ha fatto provare un senso di inadeguatezza. Non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con Mari e Sofi. Mi sono tenuta tutto dentro. Mi sentivo totalmente in imbarazzo, quando in casetta lo incrociavo, cambiavo subito stanza. So perfettamente che non è un comportamento da persone mature, ma in quel momento non avevo voglia di vederlo. 

Poi, ripensandoci, mi sono convinta che quel quasi bacio è stato inaspettato per entrambi e forse è stato meglio che non ci sia stato. Non so come avrei affrontato il dopo e cosa realmente avrei voluto. Dopo quella con Holy, non ho mai pensato di volere un'altra relazione qua dentro. Sono qui per lavorare sulla mia musica e su me stessa, non mi servono altre distrazioni.  E poi Holden mi considera solo un'amica, per di più molto più piccola rispetto a lui. Quindi tra noi non c'è niente che possa funzionare. 

Quando mi rimetto al mio posto vedo un barlume di preoccupazione nei suoi occhi.

"Tranquillo, è tutto apposto. Amici come prima?" Gli porgo la mano. Lui guarda me, poi la mano e poi di nuovo me. E ricambia la stretta.

Quando mi sorride, però,  non sono più tanto sicura che tutto possa tornare esattamente come prima. 

Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora