Capitolo 16

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Sarah
Non lo auguro a nessuno, di provare quello che sto provando io in questo momento. Perché farsi delle domande su se stessi è giusto, il problema è quando arrivano le risposte. E queste confermano le tue paure.

Sin da quando ero piccola, forse troppo per provare queste cose, mi chiedevo se ero simpatica. E ci provavo ad esserlo, mostrandomi socievole e aiutando tutti coloro che ne avessero bisogno. Fuori qualcuno me lo dimostrava, che qualcosa di buono la stavo facendo. Che forse non ero totalmente inutile, come mi sentivo il più delle volte. 

Questa sensazione mi ha accompagnata negli anni. Ma l'ho sempre nascosta bene, nessuno l'ha mai notato. Ma qui dentro le cose sono diverse. È impossibile nasconderti e non fare i conti con i problemi. E sono molte le volte in cui mi sono ritrovata a sentirmi sola in mezzo al gruppo, completamente spaesata. Ero lì, ma non con la mente. Altre volte li guardavo da fuori, seduta in veranda sola, mentre ridevano, e mi chiedevo se qualcuno lo notava, che non ero lì con loro. Ma poi nessuno veniva a cercarmi. E quindi andavo io. 

Ma ad un certo punto ti stufi di essere tu quella che continua a cercare, a chiamare, a chiedere se va tutto bene quando a te non lo chiede nessuno. Ogni volta continuavo a dirmi che sarebbe stata la prossima, e poi non lo era mai. 

E ora mi ritrovo qui, un barattolo vuoto tra le mani, Lil e Martina che ridacchiano. Forse pensano che sia uno scherzo e lo spero anche io, ma non lo è. E quindi ogni risposta va al suo posto, vicino alla domanda. 

Sono indispensabile per qualcuno qui? No.
Se cerchi qualcuno con cui stare, cerchi me? No.
Sono quella a cui pensi quando ti dicono di scrivere un bigliettino? No.

E allora glielo dico. Che penso di essere inutile lì dentro. In quella casetta in cui sto vivendo il mio sogno. Quelli che dovrebbero essere i mesi più belli della mia vita li sto vivendo con un peso enorme addosso. E nessuno mai se n'è reso conto. 

Mari e Sofi provano a scusarsi. Loro, quelle con cui piano piano stavo iniziando ad aprirmi, a fidarmi. Non penso siano cattive e l'abbiano fatto apposta, ma credo semplicemente che a volte ci si illude di poter legare con qualcuno, magari per istinto di sopravvivenza, e alla fine ti rendi conto che non è così. Che sei tu quella che ci tiene di più. 

Gaia mi dà un bigliettino. Devi parlare con JJ. E per un attimo rido, ma non riesco a fingere più di tanto. Vado in stanza e mi metto a letto. Alla fine, tra le lacrime, riesco ad addormentarmi.

....

Holden
Esco dallo studio che sono le 23 e 15. Ogni giorno sempre più tardi. La preparazione del disco mi toglie un sacco di tempo. Ogni settimana mi trovo a preparare le cover gli ultimi tre giorni. Cerco di fare tutto nel migliore dei modi, provando a dare il massimo. 
In veranda trovo Lil e Gaia. Da quando quest'ultima si è allontanata da Mida sta sempre con Angela. So che lei prova a proteggerla ma a volte credo che dovrebbe lasciarle più spazio di agire come vuole. Le saluto al volo e vado in camera, pronto a buttarmi a letto. 

Appena entro, al buio, non me ne accorgo subito. È seduta sul mio letto, le ginocchia al petto e le spalle al muro. Quando alza lo sguardo verso di me, però, li vedo i suoi occhi lucidi. 

"Scusa, non volevo stare nella mia stanza con le altre che continuavano a chiedermi se sto bene" Non capisco. E le chiedo spiegazioni, mentre mi siedo accanto a lei. Mi spiega tutto quello che è successo nel pomeriggio, il barattolo vuoto, le risate, le scuse delle sue compagne di stanza. 

E mi sento male a vederla così. Rannicchiata su se stessa, il viso rigato dalle lacrime e gli occhi gonfi. Perché sono le stesse paure di cui aveva parlato a Lucia, quella volta che le avevo ascoltate da dietro la porta. 

Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora