Capitolo 25

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Holden

00:00, 24 maggio 2024

Tancredi mi viene vicino e mi abbraccia. La gente attorno a me urla e applaude. Faccio una foto, viene mossa. Un video, la mano mi trema. Dalle casse parte Randagi e tutti iniziano a cantare. Mi guardo attorno e scorgo le persone sorridere e guardare me. Il duro lavoro, le notti in studio, le giornate passate a scrivere vengono ripagate. 

"Grande Holden"

"Spacca"

Voci attorno a me, braccia che mi stringono, pacche sulle spalle. Ma io continuo a vagare con lo sguardo, cercando qualcuno che sembra essersi nascosto tra la folla, smaterializzato. Poi, da dietro la spalla di mio cugino, che mi parla ma nemmeno lo sento, la vedo. Quasi nascosta dietro Dustin con Isobel che le tiene la mano e la fa muovere a ritmo di musica. L'ho solo intravista per tutta la serata, una volta al bancone con un bicchiere di non so cosa in mano -preferisco il gin lemon- dopo, l'avevo vista parlare con i miei fratelli. Un sorriso sereno, mentre rideva a qualche loro battuta. Avevo provato ad avvicinarmi, ma ero stato bloccato da altri. In pratica, non ero riuscito a parlarle per tutta la serata.

"Bravo Jo Jo" La bionda australiana mi si para davanti, quando mi avvicino a loro, dandomi un abbraccio. Lo stesso da Dustin, accompagnato da un "Daje bro", l'unica esclamazione in romano che sono riuscito a insegnargli.

Sarah resta indietro. Mi guarda, gli occhi marroni sotto l'ombretto brillantinato. "Bravo" Arriva quasi come un sussurro, le labbra che si muovono piano, in mezzo a tutto il caos. Penso che si fermi lì,  immobile tra i due australiani, il peso tutto sul tacco destro. Ma poi si avvicina, inaspettatamente, e mi circonda il busto con le sue braccia. Non riesco a reagire subito, le mie braccia restano dritte, verso il basso.

Subito dopo, però le avvolgo il corpo, stretto in un tubino nero che deve essersi messa prima di venire qui, lasciando il completo in jeans che indossava durante l'intervista. La sua testa è appoggiata sulla mia spalla, il suo respiro caldo che sbatte nell'incavo del mio collo, creando una serie di brividi. Senza rendermene conto ho gli occhi chiusi, il naso immerso tra i suoi capelli, profumo di vaniglia che mi invade le narici.

Il vociare delle persone presenti alla festa scompare, Dustin e Isobel che ridono sotto i baffi scompaiono. La sensazione di essere solo noi due è sempre più forte. La voglia di baciarla anche. Mi rendo conto di quando mi è mancata in questa settimana. Dopo mesi di averla nella mia quotidianità è strano non trovarla in giro per casa la mattina, i capelli scompigliati e i biscotti in mano. Oppure in qualsiasi altro momento della giornata. Davanti la tv, a ballare con Mari, o sul divano, il computer acceso su non so quale serie tv.

Questo è il primo contatto fisico che abbiamo da domenica, quando, dopo averle dato un ultimo bacio, l'avevo vista salire sulla macchina, assieme a sua sorella, e andare via. Lo stesso avevo fatto io, qualche minuto dopo. Da allora tutte le chiamate e i messaggi sembravano tranquilli, lei sembrava serena. Fino ad oggi. E sono intenzionato a capire, cosa sia successo.

Ma, proprio quando lo sto per dire, di uscire fuori, di andare a parlare, uno dei ragazzi del team di Marta ci interrompe. Lei sobbalza tra le mie braccia, quando lui grida il mio nome, chiedendomi di raggiungerlo. Si stacca e sento quasi un vuoto, freddo.

La guardo, sembra così piccola mentre si sistema i ciuffi dietro le orecchie. "Torno subito, ok? Aspettami qua" Annuisce leggermente e io vengo chiamato per una seconda volta e sono costretto ad andare via.

.....

È passata quasi un'ora, quando riesco a liberarmi. Gente del team che mi presenta altra gente, un turbinio di persone di cui fatico a ricordare i nomi. Ad un certo punto faccio un cenno di aiuto a Jacopo. Lui ride, ma poi viene in mio soccorso.

"Scusate ragazzi, me serve mio fratello" E con un sorriso di circostanza riesco ad allontanarmi, il braccio di mio fratello sulla spalla, mentre lui mi prende in giro. "Non ce la puoi fare proprio".

Metà della gente è andata via, sono in pochi ad esser rimasti, forse i più stretti. Scorgo i miei amici di sempre, Lorenzo, Alessia. Sono saliti a Milano solo per me, per questa festa. E accanto a loro ci sono i miei nuovi amici, Dustin, Isobel. Un gruppo strano a guardarlo da fuori. Ma ridono, scherzano, brindano a qualcosa.

Sono fuori dal locale, quando li raggiungo assieme a Jacopo, che continua a prendermi in giro per la mia scarsa abilità nel socializzare. I miei amici, nuovi e vecchi, mi accolgono con un applauso, un po' dovuto all'eccitazione della serata, un po' all'alcol che hanno ingerito.

Qualcuno manca però e me ne accorgo subito. Guardo Dustin, l'espressione interrogativa. Lui capisce subito e si guarda attorno. "She was right there" E mo' dov'è?

Un poco d'ansia inizia a salire. E se è andata a casa? Ma perché non dirlo agli altri? Volto la testa a destra e sinistra, poi Jader richiama la mia attenzione, picchiettando sulla mia spalla.

"Sta al bancone co' Tanc" Lo guardo stranito e non ci penso due volte prima di rientrare.

Sarah

Tancredi, il cugino di Jo, mi parla, ma lo sento poco. La mia testa è da tutt'altra parte -solo amici, nient'altro- mentre sorseggio il terzo gin lemon della serata, gentilmente offerto dal ragazzo di fronte a me. Eravamo fuori con gli altri per una sigaretta quando mi ha chiesto di rientrare cosicché avrebbe potuto offrirmi da bere. Non ho rifiutato, anche se avrei voluto, un po' perché bere alleggeriva il senso di angoscia che provavo, un po' perché mi dispiaceva dirgli di no. E quindi ero finita sullo sgabello di questo locale, un altro bicchiere in mano e le sue mille domande.

"Quindi ora cosa farai tutta l'estate?" Ennesima domanda, che per altro mi aveva già fatto.

Rispondo comunque, annoiata. "Finiti gli instore inizio con i festival, già ne abbiamo alcuni in programma"

"Dai allora magari ti vengo a trovare"

"Dov'è che la vai a trovare, Tancrè?"

Un braccio mi circonda la vita, mentre una mano sfila dalla mia il bicchiere, prendendo un sorso. Alzo gli occhi e Jo fa una smorfia quando il liquido gli arriva in gola. "Meglio il gin tonic, Saré" Riposa il bicchiere sul bancone e rivolge lo sguardo verso suo cugino, aspettando una risposta.

"Ma niente, m'ha detto che sta in giro questa estate nei festival. Se me capita faccio un salto e la vado a trovà" Jo lo guarda, serio, mentre la sua mano disegna piccoli cerchi immaginari sul mio fianco. Una sensazione di calore avvolge il mio corpo. Dovrei staccarmi ma non riesco, non voglio. Come l'abbraccio di prima, questo contatto mi fa sentire a casa. Ma i dubbi restano. E al solo pensiero mi irrigidisco.

"Nun te disturbà troppo, Tanc" Quasi lo fulmina con lo sguardo, mentre sul viso di suo cugino si forma una specie di ghigno irrisorio. "Ora scusa ma te la rubo" Lo guardo, mentre la sua mano scivola via dal mio fianco per raggiungere la mia mano. Scendo dallo sgabello quasi meccanicamente, seguendolo. Usciamo fuori, nello stesso punto dove ho lasciato Dustin e Isobel. Appena ci vedono si avvicinano.

"Noi stiamo andando, Sarah tu che fai?" Isobel me lo chiede ma, quando sto epr rispondere -prendo un taxi e vado a casa di mia sorella- Jo mi precede.

"Tranquilli, l'accompagno io" Non mi ha ancora lasciato la mano e quando lo dice la stringe un po' di più. Provo ad oppormi, ma risulto poco convincente. Quindi alla fine i due australiani chiamano un taxi e ci lasciano, un bacio sulla guancia per uno.

"Aspettami qui, recupero le chiavi della macchina e arrivo" Si è già voltato quando gli dico: "Jo è la tua festa, non c'è bisogno che vai via per me". Si ferma e torna a guardarmi.

"Nuvolè, per te varrebbe la pena lasciare ogni cosa" 

Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora