Capitolo 2

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Sarah

I ragazzi iniziano ad arrivare: Sofia e Mari sono state le prime, seguite da Dustin, Lucia, Mida, Gaia e Ayle. Anche se è passata solo una settimana da quando non ci vediamo sono contenta di stare assieme a loro, soprattutto fa strano incontrarci in un posto che non sia la cucina della casetta.

"Marti, Salvo e Holden non riescono a trovare la casa" Mari si avvicina a me e Martina mentre sistemiamo le bevande su un tavolo.

"I soliti, non riescono a trovare le calze nel loro cassetto, figurati se trovano una casa in campagna" sospira la padrona di casa, alzando gli occhi al cielo. Io e Mari ridiamo per la sua rassegnazione. In casetta lei è un poco come una mamma, quindi soprattutto i ragazzi se hanno bisogno qualcosa, principalmente da mangiare, chiedono a lei.

"Sarah vai con Mari fuori dal cancello e provate a vedere se li trovate? Io devo sistemare queste cose" Annuisco e esco fuori con la ballerina, dirigendoci verso il vialetto che porta al cancello. Fuori si gela e io intelligentemente ho dimenticato di prendere una giacca prima di uscire.

Il telefono di Mari squilla e la sento parlare con Petit. Io continuo a camminare, con le mani che sfregano sulle braccia scoperte per fare calore.

"Sono con Sarah, usciamo fuori così riuscite a vederci" Non riesco a sentire cosa viene detto dall'altro lato, sento solo che lei risponde: "Sì, maestro, perché? Ti serve qualcosa?".

La guardo stranita e lei alza le spalle. Mille pensieri mi passano per la testa in un secondo solo. Ha chiesto di me? Mi costringo a non farli diventare un martello nella mia testa.

Non facciamo in tempo ad uscire fuori che i fari di una macchina ci abbagliano e sono costretta a coprirmi gli occhi con una mano.


Holden

Petit mi guarda interrogatorio quando, dopo aver sentito la sua ragazza dire che sta venendo a recuperarci con Sarah, le ho chiesto "Con chi? Sarah?".

Non che ci fosse bisogno di ripeterlo, visto che l'avevo sentito bene la prima volta.

Il problema era che lo volevo ben confermato, che sarebbe stata la prima che avrei visto appena sceso dalla macchina. Perché ormai da qualche settimana a questa parte è tipo diventata una presenza fissa, oltre che nella mia vita in casetta, anche nella mia mente. E questo è abbastanza strano.

"Prova a girare di qua, vediamo se le troviamo" Faccio come dice Salvo e in fondo alla stradina vedo due figure, una delle quali attira maggiormente la mia attenzione

Man mano che mi avvicino con la macchina, noto che i fari la stanno accecando e ha una mano sugli occhi.

Marisol la prende per un braccio e la trascina di lato, permettendoci di entrare nel vialetto che porta alla casa di Martina. Parcheggio la macchina accanto alle altre e scendo.

"Ce l'avete fatta finalmente! La prossima volta cambiate navigatore" Ci prende in giro Mari, salutando con un bacio il suo ragazzo. Alcuni passi indietro, ancora che cammina per raggiungerci, c'è Sarah.

Ammazza se è bella...

La osservo mentre si stringe le braccia con le mani, a causa del freddo. La gonna corta le si alza di un poco ad ogni passo e lei cerca di abbassarla. Avrà percepito il mio sguardo su di lei, perché alza il volto e mi sorride imbarazzata.

"Ehi" Il suo è quasi un sussurro, ma io lo sento perfettamente.

"Saretta, non stai sentendo troppo freddo?" La risposta la so già, perciò mi giro verso la macchina e dai sedili posteriori prendo la mia giacca verde e gliela porgo.

"Non c'è bisogno, stiamo rientrando dai" Prova a rifiutarla ma un brivido di freddo la tradisce, allora le metto la giacca direttamente sulle spalle, lasciando che sia lei a sistemarla.

"Grazie Holden" Le sue labbra si alzano in un mezzo sorriso e io mi sorprendo a guardarle, senza rendermene conto.

"Ancora con 'sto Holden, t'ho detto de chiamarmi Jo" Le do un pugnetto sul braccio e lei inizia a ridere. Chi mi conosce poco mi chiama con il mio nome d'arte, che non disdegno ovviamente, ma i miei amici mi chiamano Jo. E così qualche tempo fa ho detto a lei di fare. In casetta sono in pochi che usano il mio vero nome, Simone e Kumo principalmente, ma dire a lei di farlo è stato più un bisogno di vicinanza che altro. Sentire chiamarmi Holden sembrava aumentare le distanze che man mano stavamo accorciando.

"Ok... Jo" Scandisce quelle due lettere, ridendo. E rido anche io.

.......

La serata scorre abbastanza tranquillamente. Qualche scherzo di Nicholas e Giovanni, le coppiette che ogni tanto scompaiono e poi ritornano, Sofia e Lucia che fanno balletti strani trascinandosi dietro una Sarah abbastanza brilla.

"Allora maestro, cosa mi racconti?" Simone si siede accanto a me e mi passa una birra.

"Che te devo raccontà Simò, non ci vediamo da nemmeno una settimana" Mando giù un bel sorso di birra, voltando lo sguardo verso la scena che mi si presenta davanti.

Giovanni che tiene per i fianchi Sarah, facendole ballare una sorta di bachata mal riuscita a causa della poca stabilità della ragazza. Se agli altri la scena fa ridere, io mi ritrovo a stringere il pugno attorno alla bottiglia di birra, che, se non fosse di vetro, si sarebbe già rotta. Sulla bocca dello stomaco si insidia un peso. Qualcosa che vorrebbe farmi alzare e togliere le mani del ballerino di latino dalla pelle nuda che appare tra la gonna e il top.

"Mi sa che invece qualcosa da dirmi ce l'hai Jo" Il tono canzonatorio di Simone mi fa voltare verso di lui. Ha entrambe le sopracciglia alzate, l'espressione di chi ti ha appena colto in flagrante.

"Non è come pensi..." So cosa sta pensando e il primo pensiero è quello di dissuaderlo.

Ma se invece fosse come pensa?

Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora