Sarah
Nuvolè che fai?
Ehi Jo
Appena finito l'instore a Torino
Non sai quanta gente che c'era
Ho visto i video
La mia giacca ora te la porti anche in giro?
Certo
Videochiamata in arrivo da Jo-JJ...
Mi sistemo sul letto. Non mi aspettavo una chiamata, soprattutto non una videochiamata. Guardo lo specchio sulla scrivania accanto a me. I capelli un poco fuori posto e la sua felpa grigia addosso. Ormai ho anche quella.
Rispondo, aspettandomi di vedere lui, comparire sullo schermo. Invece un mucchio di pelo bianco e due occhi azzurri occupano tutta la visuale.
"Saretta ti presento Latte" La sua risata in sottofondo, mentre il gatto continua a guardarmi male attraverso lo schermo.
"Non credo di piacergli molto" Gli dico e finalmente volta la telecamera verso se stesso. Il ciuffo scompigliato gli ricade sugli occhi e la barba è cresciuta un po' di più, rispetto all'ultima volta che ci siamo visti. Domenica mattina, l'ultimo saluto davanti alla casetta, dopo una notte passata nel giardino sul retro, tra le sue braccia.
"Naa, è così con tutti, all'inizio" Lo vedo appoggiarsi al letto, una mano dietro la testa, totalmente a suo agio. Io invece con questa felpa sto iniziando a sentire un po' troppo caldo. O forse non è la felpa.
"Credo che io non gli piacerò mai, visto che sono allergica" Alza entrambe le sopracciglia, sorpreso. "Eh allora questo è un problema, Sarè" Diventa serio, quasi troppo serio.
"Quale?" Chiedo, un poco agitata per la sua serietà.
"Come facciamo quando te devi venì a mangiare l'amatriciana preparata da me? Me sa che non avrai mai l'onore, a sto punto" Ride sotto i baffi mentre io lo guardo male.
"Chi te lo ha detto che voglio che mi prepari l'amatriciana?" Il tono sarcastico.
"Tu, nel bigliettino" Risponde semplicemente, il riferimento al famoso bigliettino nel barattolo.
"Io ho scritto che me la dovevi offrire, non preparare tu" Preciso.
"Si, ma la mia è mejo" Mette su un espressione soddisfatta. "Poco modesto il ragazzo" E scoppiamo a ridere, entrambi.
Passiamo un'altra ora a parlare. Gli racconto dell'instore, di tutte le persone che sono venute. Una marea. Lui mi dice che è stato a mare, a pranzo, con la sua famiglia. È stato anche nella sua casa discografica, ha incontrato Marta, la sua nuova manager e tutto il team.
Poi bussano alla mia porta. Giulia, mia sorella fa capolino. "Sarotta, scendiamo a cena?" Annuisco, mentre con la testa le faccio cenno di uscire. "Inizia a scendere, io arrivo, sto parlando un attimo al telefono"
Lei mi guarda e ride. Ha capito. Prima di uscire, dallo stipite della porta, grida: "Ciao Holden". E lui ricambia il saluto.
"Vai a mangiare va', sennò tua sorella se la prende con me" Ridacchia, passandosi una mano tra i capelli. Io arriccio le labbra, mormorando qualcosa simile ad un assenso.
"Ci vediamo giovedì giusto?" Mormoro, gli occhi bassi dall'imbarazzo. Non abbiamo più parlato di quello che è successo dopo la finale, del bacio. Vorrei farlo, magari di presenza, parlarne con lui. Non so sinceramente come comportarmi. Non so nemmeno cosa pensare. Spero solo che giovedì, quando ci vedremo, avremo un poco di tempo per noi.
"Certo, Sarè. Ci vediamo giovedì"
...
Eravamo negli studi di Verissimo, a Milano. Non avevo ancora visto nessuno degli altri. quando avevo messo piede qui dentro ero stata trascinata in un turbinio di trucco, parrucco e scelta vestiti che non avevo avuto un secondo libero.
Sarei entrata per seconda, nell'intervista, me lo aveva detto una delle ragazze che lavora qui. Prima di me, Holden. Solo a sentire il suo nome, il mio cuore aveva fatto un salto. Ci eravamo continuati a sentire in questi giorni, solo per messaggio, niente più videochiamate o anche solo chiamate. Ora ero agitata, non solo per l'intervista, ma anche, e forse soprattutto, al pensiero di rivederlo. Come mi sarei dovuta comportare? Come si sarebbe comportato lui?
La confusione si stava mangiando il mio cervello. Pensavo è il Jo di sempre, non devi fare niente di particolare, ma poi la mia mente tornava a quel bacio e mi chiedevo se saremmo riusciti a parlarne in qualche modo. Cosa avrebbe detto lui.
E se se ne fosse pentito? Io non lo ero, per nulla. In tutta quella confusione, l'unica cosa che sapevo per certo era che quel bacio era stato tutto tranne che uno sbaglio. Ormai era da un po' di tempo che Jo non era più solo un amico. Lo avevo sempre saputo, in fondo, ma non potevo dirlo. Non volevo dirlo.
Però, ora, qualcosa era cambiato. Almeno così volevo illudermi. E lo stavo già facendo. Perché la sua intervista era iniziata e Silvia, la presentatrice, non aveva perso tempo a fargli quella domanda. La domanda sulla dedica, sul nostro rapporto, sulle congetture dei fan. E lui stava andando nel pallone, non se lo aspettava. Ma poi continuava a dire "Siamo amici, ci vogliamo bene, c'è rispetto reciproco ma siamo solo amici, mi dispiace deludervi". E aveva deluso anche me. Non perché mi aspettassi che dicesse altro, ma per la sicurezza con cui l'aveva detto. Solo amici, nient'altro.
E forse ero io che avevo corso troppo. Che mi ero illusa che ci potesse essere altro. Invece per lui era diverso, eravamo solo amici, nient'altro.
Ero rimasta chiusa in camerino, a guardarlo dalla televisione. Poi ero uscita, giusto il tempo di entrare io, in studio. E nel tragitto lui era lì, sorrideva, mentre i suoi occhi incrociavano i miei. Ma i dubbi nella mia testa mi avevano giocato un brutto scherzo e ora le domande erano molte di più. Quindi non riuscivo a sorridere. E lui se ne accorse, il sorriso scomparve e un'espressione preoccupata si fece strada sul suo volto.
Ma Silvia chiamò il mio nome e la miglior finta espressione felice apparve sul mio volto.
Holden
Avevamo finito tutti, di essere intervistati. Io ero stato il primo ma avevo aspettato che gli altri finissero, per poterli salutare. Per vedere lei, soprattutto. Mi era passata davanti, prima di essere chiamata in studio, ma non era lei, non aveva la sua solita luce. Avevo guardato la sua intervista dal camerino. Era serena, parlava con scioltezza. Era rimasta tranquilla, persino alla domanda su di me, cosa che non avevo fatto io, quando la presentatrice mi aveva chiesto di lei.
Come faceva a sapere della dedica? La prima domanda che mi ero fatto. Poi avevo farfugliato delle cose. Avevo detto che siamo amici, il chè non è nemmeno una bugia. Avevo, ovviamente, tralasciato il resto. Mi sembrava giusto così.
Ma ora qualcosa non andava, lei non mi guardava. Sorrideva a Mari, scherzava con Dustin, restava stretta tra le braccia di Mida. A me nemmeno uno sguardo. Un misero ciao, sussurrato, e nient'altro.
Continuavo a cercare il suo sguardo, facevo battute che la coinvolgevano, ma niente. Si voltava, sollevava di poco gli angoli della bocca e tornava a guardare da un'altra parte.
"Stasera ve va di uscire? Marta ha organizzato una piccola festa di lancio, per il mio EP. Me fa piacere se ve unite" Lo dico a tutti i presenti. Dustin e Isobel annuiscono, Mari e Salvo si scusano, partiamo subito per l'instore di domani.
Sarah guarda Mida, gli occhi di chi chiede cosa fare. Lui scuote la testa e alza le spalle. "Io come Salvo, parto subito" Non che mi aspettassi che lui venisse.
"Tu vieni?" L'attenzione si rivolge su di lei. Si guarda attorno, cercando appoggio in qualcuno. E a darglielo è Isobel. "Dai Saretta vieni, ci divertiamo" L'accento australiano che spicca, mentre l'abbraccia, facendola ridere.
"Va bene dai" Cede subito e la ballerina australiana lancia un urletto di esultanza, mentre lei si tappa le orecchie. Incrocia il mio sguardo. Io le sorrido, sono contento che lei venga. Ma nei suoi occhi qualcosa non va. Non me lo dice ma lo sento.
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Ossidiana \\ Holdarah
FanfictieMa se vuoi, ora ti porto a casa Un bacio sa di marijuana Addosso solo una collana Fuori è buio come l'ossidiana