Capitolo 18

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Sarah

Fare due ballottaggi nella stessa puntata e vincerli entrambi? Fatto.

Non ci avrei mai creduto ma sono ancora qui. Quando ho capito che sarei andata contro Gaia avevo perso le speranze. Da quando Aurora la sostituisce, i giudici le hanno sempre fatto complimenti. Invece sono rimasta io.

Per Gaia mi dispiace molto. Aveva legato con tutti in casetta, è una ragazza d'oro, veramente. C'è sempre stata quando ne avevo bisogno, sempre pronta a dire la parola giusta e per questo non la ringrazierò mai abbastanza.

Quando ha lasciato la casetta, assieme ad Aurora, sono andata a cercare Mida. L'aveva salutata ma poi si era defilato, pensando di non essere visto da nessuno. L'avevo trovato nella sua stanza, disteso a letto con una mano sugli occhi. Non erano riusciti a chiarire, non del tutto. Durante la pausa, però, lo avevo sentito dire a Gaia che se fosse andato al ballottaggio contro lei, sarebbe uscito di sua spontanea volontà. Se me l'avessero detto non ci avrei creduto, ma, ormai, dopo sette mesi, riuscivo a riconoscere una sua bugia. E quella non lo era. Contro ogni aspettativa l'avrebbe fatto.

Gaia aveva scosso la testa. "Non lo devi fare, non sarebbe giusto". Ma quando Chri si metteva una cosa in testa era difficile fargli cambiare idea.

Io ero stata più tranquilla della scorsa volta. Quando era apparsa la faccia di Lil sul led rosso avevo tirato un sospiro di sollievo, ma mi dispiaceva tantissimo per lei. Era una di quelle con cui avevo legato di più, una sorella maggiore.

A fine puntata, però, ero di nuovo seduta sugli sgabelli della sfida, abbastanza convinta che la seconda volta nella stessa puntata fosse un segno che avrei dovuto seguire Angela. Avevo messo tutta me stessa nelle canzoni che avevo portato. Straordinario era la prima canzone che ricordo di aver mai cantato davanti ad un pubblico. C'est la vie l'avevo sentita in ogni parte di me, come se l'avessi scritta io. E poi avevo cantato come un pittore e non avevo potuto far altro che sorridere. Perché l'avevamo cantata assieme, fin prima dell'inizio della puntata.

Io e Jo non avevamo più parlato di quello che era successo, o meglio stava per succedere. Eravamo tornati quelli di prima. Passavamo le giornate a lezione o in studio, poi, la sera, mi mettevo comoda sul divanetto nel retro e lo aspettavo. Lavoravamo sui nostri pezzi, gli facevo leggere le mie barre, lui mi faceva ascoltare qualche parte degli inediti che stava componendo in studio. Nessun contatto troppo ravvicinato. Tutto come al solito.

Tutto come ora, mentre alle orecchie ho le sue cuffie e lui manda la registrazione del nuovo pezzo a cui sta lavorando.

"Manca qualcosa, ma non riesco a capire cosa" Sbuffa. Intanto la sua voce arriva alle mie orecchie. Mentre la canzone va avanti un nodo si crea nel mio stomaco. Penso a lui, a ciò che scrive, a come abbia vissuto un sacco di cose in più rispetto a me. E mi rassegno al fatto che anche se ormai ho capito di provare qualcosa per lui, non potrà mai esserci nulla. Perché è più grande e mi vede sicuro come una ragazzina, perché avrà qualcuno ad aspettarlo fuori.

Lo vedo con la coda dell'occhio, guardarmi dal suo posto, seduto accanto a me. Non mi volto verso di lui, mentre la canzone va avanti.

Parla di aspettarsi durante la notte, di baci che ti mandano in estasi, di fare ciò che vuole l'altro e di riuscire a capirsi. E io, di queste cose, non ne ho mai vissuta nemmeno una.

"Che ne pensi?" Chiede, quando poggio le cuffie sul collo. Il nodo allo stomaco è salito alla gola e quasi non riesco a parlare. Perché la canzone è bellissima, ma è una conferma del fatto che niente potrà mai accadere tra di noi, anche se a volte mi illudo possa non essere così.

"Molto bella, Jo. La produzione è pazzesca e anche tutto il resto" Glielo dico sinceramente, provando a non far trasparire il resto.

"Non lo so, qualcosa non mi convince. Lo special è incompleto, manca quel tocco in più" Si guarda attorno come se potesse trovarlo tra gli alberi. Poi inizia a canticchiarla, la parte dello special, continuando a smanettare sul computer. Senza pensarci, mi aggiungo, canticchiando con lui l'ultima frase, che ormai mi è rimasta in testa, solo al primo ascolto.

E lui si blocca, le mani ferme immobili sulla tastiera, e, quasi come un robot, alza lo sguardo verso di me.

"Cazzo è perfetto" Mormora, mentre io lo guardo incerta. Forse gli sarà venuta qualche idea, penso. Si alza, lasciandomi lì sola e un poco perplessa, e senza dire nulla rientra in casetta. Lo vedo, dalla vetrata, prendere il telefono che ci collega con la produzione e chiamare. Non sento cosa dice, alla fine lo vedo solo annuire.

"Vieni con me, sono riuscito a convincerli a darci lo studio ora" Recupera il computer e poi allunga una mano verso di me, aspettando che sia io a prenderla. Non capisco cosa stia succedendo e lui lo vede dalla mia espressione spaesata.

"Dai, andiamo a registrare lo special, Sarè"

....

Vuole che registro una frase per lo special. È pazzo, completamente. Gli ho chiesto più e più volte se è sicuro, perché so che per lui l'album è molto importante, quasi come un figlio. Ci lavora notte e giorno, mette tutto il suo impegno e entrarne a far parte, per me, è un grande onore. Non vorrei, però, che poi se ne pentisse. Gliel'ho detto, che magari non sono la voce adatta, quella che cerca lui. Non ha voluto sentire ragioni.

Quindi ora, dopo avermi spiegato cosa devo fare, stiamo provando a registrare. Più e più volte. È un perfezionista, se una minima cosa non lo convince la rifà finché non arriva ad essere perfetta.

"Daje che 'sta volta è quella buona" Mi fa l'occhiolino, mentre si mette le cuffie. Poi parte la base. E tutto si chiude in una bolla.

"L'odore della tua pelle, ah-ah

Un brivido che striscia addosso come un serpente

Faccio quello che vuoi, ah-ah

Faccio quello che serve"

I suoi occhi sono puntati nei miei. Non riesco a distogliere lo sguardo. Ma nemmeno voglio. Il modo in cui canta quelle frasi si insinua sotto la mia pelle, in profondità.

"Qui c'è un mare di gente"

Eppure anche tra un mare di gente mi ritrovo a cercare solo lui, solo noi. Tra un mare di gente, mentre canto le mie canzoni, cerco solo lui, penso solo a lui.

"Ma se vuoi ora ti porto a casa (casa), un bacio e sa di marjuana"

E ti giuro che vorrei tanto scoprirlo, com'è un bacio che sa di marjuana, che ti fa dimenticare tutto. Ma vorrei che fossi tu a farmi capire che si prova.

"Addosso solo una collana"

La mia mano va istintivamente sulla mia di collana, quella che mi ha regalato lui. E lo nota.

La stringo forte, mentre sono io a dire: "Fuori è buio come l'ossidiana".

La base si interrompe, ma non il contatto tra i nostri occhi. Sento la pelle bruciare. Lui rimane in silenzio e anche io. Non saprei cosa dire in questo momento. È come se la mia voce si sia esaurita in quell'ultima frase. Sembrano passare anni, invece sono solo pochi secondi.

Ed è in un solo istante che le sue labbra sono sulle mie. Non lo vedo nemmeno avvicinarsi. Una sua mano tra i capelli, mentre mi sfila le cuffie facendole cadere a terra. Il cuore mi esplode nel petto, mentre devo ancora realizzare.

Non riesco a pensare più a nulla. Mi rendo solo conto che è una cosa che desideravo da troppo tempo. Mi devo quasi reggere a lui, incrociando le braccia dietro le sue spalle, mentre approfondisce il bacio. Le sue labbra sono morbide e premono delicate sulle mie. Tutto sembra perfetto.

Poi si stacca. Un senso di vuoto mi pervade. Lo guardo ma non riesco a decifrare il suo sguardo. Fa qualche passo indietro, quasi spaventato da ciò che è appena successo. E allora mi rendo conto che ci resterò male, come una stupida.

E succede.

"Cazzo, scusami. Non avrei dovuto. Mi dispiace" Ed esce dallo studio.

Rimango immobile, in un turbinio di emozioni che non riesco nemmeno a decifrare. Sento solo una lacrima che mi riga il viso.

Sarà questo l'effetto della marjuana, prima ti porta in alto e poi ti butta a terra...

Ossidiana \\  HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora