VOCE

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Restian

Casa di Florence era grande, lussuosa, sui toni del beige e l'avorio, ma soprattutto solitaria.

A farle compagnia era ancora il suo gatto nero di nome Noir, ovvero nero in francese.

La diceria che i gatti neri portassero sfortuna lei non l'aveva mai presa in considerazione.

In più, Noir, non era neanche diffidente. Faceva le fusa e voleva le coccole, infatti, come se si ricordasse di me (ne dubitavo) si strusciò tra le mie caviglie.

Mi abbassai e accarezzai la sua testolina pelosa.
Almeno lei era gentile. E aveva gli occhi verdi e marroni, come i miei; forse per questo c'era intesa.

«Vuoi un centrifugato?»

Alzai lo sguardo per mirare la sua padrona. Aveva la mano sopra al frullatore con dentro una poltiglia arancione e verde.

Mi sollevai e la raggiunsi in cucina. Una di quelle sponsorizzate dagli chef; sempre il meglio in casa Clark.

Peccato che non ci fosse mai nessuno per cucinare.

Chissà se era ancora così.

«Segui qualche dieta speciale?» domandai.

Aggrottò le sopracciglia. «No. Mangio solo sano.»

Dal tono, stava sempre sulla difensiva e sembrava che dovesse aprire un dibattito anziché un dialogo.

E a me piaceva darle fastidio.

«Sei diventata una di quelle che legge i tarocchi e accende incensi meditando davanti a un tè?»

Sogghignò e poi prese la sua tazza di verdure. «Stai parlando di me o della fata che ti sei portato a letto ieri sera?» Bevve, fissandomi e facendo un sorrisetto sotto ai baffi.

«Effettivamente, ora che ci penso, ha tutte quelle piante da decorazione in stanza.»

Leccò le labbra e poi poggiò la tazza vuota sul lavandino. «Allora stai attento. Potrebbe farti diventare vegano.»

Mi fece ridere. Lei sorrise ma non rise, forse perché non era una di quelle che rideva alle proprie battute.

Guardandola meglio, non sembrava affatto una di quelle ragazze che avevo descritto. Sembrava più una tipa da carne rossa, al sangue, champagne e accessori costosi.

Chissà quanto era cambiata. Chissà cosa le piaceva fare adesso.

«Ti alleni?» indagai.

«Tutti dovrebbero. Tenersi in forma è estremamente importante sia per il corpo che per la mente» rispose mentre sistemava in frigo gli ortaggi che aveva usato per il centrifugato.

«Stavi andando in palestra?»

È questo quello che si fa quando non si sa di cosa parlare: dialogare del più e del meno. Il meteo, il lavoro, cose che riempiono i minuti di imbarazzo.

«Ho la sala attrezzi al piano di sotto» spiegò con nonchalance.

Di certo i ricchi usano altri argomenti per riempire i momenti morti in una conversazione: "Andrai a sciare a Natale?", "Quest'estate sono andato alle Maldive", "Ho comprato una macchina nuova, sai?"

Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora