STRONZO

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Restian

Tornai a casa da lavoro intorno le ore 18:15. Feci manovra per posteggiare la macchina dietro quella di Demian. Lui era fuori insieme a mia sorella, Whisky e Ares.
   
«Aspettavo te!» Batté le mani. «Devo provare le cuffie nuove.»
   
Una partita rigenerante alla Play dopo il lavoro era ciò di cui avevo bisogno. «Vai.»
   
Beca entrò dentro casa, noi invece in quella di Demian. Al momento i suoi genitori si trovavano ad Oxford per sistemare l'altra casa visto che tra poco sarebbero iniziate le lezioni, quindi potevamo stare tranquilli.

Ci sistemammo nel salone, avviammo Call of Duty, mettemmo le cuffie alle orecchie - le mie stavano a casa sua ormai - e testammo le sue. Dopo aver ucciso 15 soldati della squadra opposta, mi fece l'ok con le dita.
   
Staccammo per pochi secondi perché il telefono di Demian era sempre un centralino.

Mise il vivavoce perciò dallo schermo notai il nome di Florence.

Non so quante volte al giorno lo chiamava.

Nulla mi toglieva dalla testa che era sempre stata innamorata di lui, e sarebbe pure una giusta spiegazione vista tutta l'ammirazione.
   
«Pronto?»
   
Si sentiva qualche rumore ma lei non parlava.
   
«Florence?»
   
Nel frattempo, mi focalizzai sui passi furtivi del mio personaggio. Quella mappa era davvero difficile.
   
La voce della copia di Blair Woldorf (mia sorella amava quella vecchia serie TV perciò conoscevo ogni personaggio) attirò la mia attenzione: acustica ma non visiva.

«Sono incazzata come una iena.»

«Perché?» Demian continuava a smanettare con il joystick, ciò mi fece capire che era abituato ai suoi sbalzi d'umore da ricca.

Qual era il problema? Unghia rotta?
   
«Me lo chiedi pure?»
   
Mirino sulla testa del giocatore avversario più potente. Tasto R2. Lo uccise. «Vai!» Urlò e battemmo il cinque per la vincita della partita.
   
«Mi stai ascoltando?!»
   
Il biondo sbarrò gli occhi, come se avesse dimenticato di essere in linea con la sua migliore amica. Tolse le cuffie ma non il vivavoce. «Certo.»
   
«E cosa ho detto?»
   
Cercò aiuto da me ma io feci spallucce visto che non me ne fregava niente di ciò che aveva da dire una ragazza perennemente con il ciclo.

«Dai, scusami, ero distratto. Dimmi.»
   
Stette in silenzio per un po'. «Ma sei da solo?»
   
Per qualche motivo decise di mentire. «Sì.»
   
E a quanto pare lei si fidava ciecamente del suo migliore amico. «Ok. Ti ho detto che sono incazzata.»

Innervosito dal suo tono petulante, presi il mio telefono e mi intrattenni su Instagram, anche se i drammi dei ricchi mi divertivano.
   
«E io ti ho chiesto perché.»

«Hai sentito cosa mi ha detto ieri quello stronzo?»

Florence poteva riferirsi a qualsiasi ragazzo presente sulla terra ma qualcosa mi diceva che quell'appellativo fosse tutto mio.

Gli occhi di Demian me lo confermarono. «Restian?»    

«Quanti stronzi conosci come lui?»

Non rispose, ma se avessi il potere di leggere nel pensiero avrei sentito "nessuno" visto che gli avevo "rubato" la ragazza per un periodo, secondo il suo punto di vista.

«Ti interessa di ciò che ha detto?»

Demian prese la questione a mo' di scherzo: avvicinò anche il telefono verso il mio orecchio per farmi sentire meglio.

Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora