PASSATO

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Restian

Non avevo il tempo per portare mia sorella al centro commerciale ma almeno in pausa pranzo l'accompagnai da Florence.

L'aveva invitata "per trovare il vestito adatto" come se il suo guardaroba fosse un negozio.

Dopo aver finito il turno allo studio, tornai dalla Clark per prendere mia sorella.

Fu Rebeca ad aprirmi. «Ho detto già a mamma di venirmi a prendere» esordì con la bocca piena.

«Potevi dirmelo, no?» Entrai e sentii il buon odore di torta.

Mi diressi in cucina e scoprii che le due avevano preparato un plumcake al cioccolato. Una fetta era già tagliata, quindi mangiai quella.

«Fai come se fossi a casa tua» mi punzecchiò Florence mentre si apprestò ad asciugare gli utensili usati per fare ordine.

Portava una giacca a tre quarti grigia, top bianco e pantaloni morbidi grigi: l'outfit perfetto da ufficio.

Aveva già iniziato i turni al Daily quindi chissà se aveva già abbozzato qualcosa riguardo l'intervista.

«Grazie dell'ospitalità» le feci l'occhiolino e lei alzò un angolo della bocca, squadrando velocemente il mio vestiario.

Mi diede le spalle per sistemare il tutto negli scaffali e allora io mi diedi del tempo per controllarmi.

Ero sporco d'inchiostro? Di zucchero? No, ero in perfetto ordine, quindi cosa aveva da guardare?

La voce di mia sorella attirò la mia attenzione. «Alla fine ho scelto questo!»

Teneva in mano il vestito verde smeraldo e scoprii che la schiena era del tutto scoperta.

«Scegline un altro» ordinai dopo aver pulito le mani con un tovagliolo.

«Perché?» dissero le due in coro.

«È troppo scollato.»

Io ero serio ma mia sorella e Florence iniziarono a ridere. Lei raggiunse Beca, le prese quel vestito e lo sistemò dentro il sacchetto adatto.

Prada.
Stava prestando a mia sorella un vestito di Prada.

«Lascia stare quel troglodita. Facciamo finta che non c'è.»

«Non sto scherzando.» Indicai l'abito. «Quello non lo metti.» La gelosia nei riguardi di mia sorella era davvero alta, incontenibile.

«E non ha visto quello nero» ridacchiò la Barbie stilista facendo comunella con mia sorella.

Beca venne salvata dal campanello e da mia madre. «Ne riparliamo a casa» annunciai seguendo con gli occhi i suoi passi.

«Sì, ok» disse scocciata dopo aver salutato Florence ed essere andata via.

La padrona di casa chiuse la porta d'ingresso. «Lasciala respirare.»

Tornò verso di me e notai che indossava delle scarpe basse nere, a punta, con un gioiello dorato al centro, stessi colori della cinta. Pensavo portasse i tacchi visto la sua altezza, o forse ero io che non mi ero mai soffermato a studiarla.

Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora