ROSA

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Florence

Oggi è il 13 dicembre ed è il mio compleanno. 23 anni, come Restian.

Lui aveva compiuto gli anni il 14 novembre e, ancora una volta, non avevamo avuto la possibilità di poterlo festeggiare insieme. Gli avevo, però, fatto arrivare a casa un bracciale, d'oro rosso.

Chissà se gli è piaciuto davvero, pensai, mentre agganciavo il mio, perché sì, io ne avevo preso uno uguale per simboleggiare il filo che ci univa.
Restian mi mancava, terribilmente, e quel filo mi tirava sempre verso casa, anche se non potevo muovermi dal posto in cui ero: Oxford.

Ci siamo sentiti, però, tutti i giorni.

Ha lavorato tanto e ha corretto il suo romanzo. Non voglio negare: ogni volta che mi mandava una foto con le dita sui tasti, o il file con le correzioni che stava apportando, mi infastidivo. Ero fiera del suo duro lavoro, ma gelosa dei suoi vecchi pensieri scritti per Hellen.

Hellen...

Riflettei sul suo nome e sulla sua persona mentre affibbiavo la cinghia dei miei tacchi color vinaccio. Tra poche ora l'avrei incontrata durante la mia festa di compleanno, dove anche Restian sarebbe stato presente, in veste, ancora, di amico.

Riusciremo a far finta di nulla? Pensai, guardandomi allo specchio e sistemando lo scollo a barca del mio abito abbinato alle scarpe.

Sarà ancora convinto di volere me? Pensai, modellando le mie onde. 

Proverà ancora le stesse cose anche se non mi vede da più di un mese? Pensai, strofinando le labbra per far aderire il rossetto borgogna.

Il suono del campanello interruppe i miei quesiti, per fortuna; stavano diventando fin troppi grandi quanto la mia solita macchia di insicurezza quando si trattava di Restian.

Demian e Aaron l'avrebbero sgretolata. Avevo bisogno di loro. Di non pensare. Di godermi la loro compagnia e il giorno del mio compleanno, aspettando colui che mi faceva perdere l'appetito per l'ansia di rivederlo.

«Sempre scopabile!» Aaron mi squadrò per bene prima di prendermi in braccio: un avambraccio dietro le ginocchia, l'altro sulla schiena. «Auguri alla mia pupa!» Mi fece fare la giravolta, e mi mise quasi a testa in giù per riempirmi di baci.

Io chiusi gli occhi, facendo smorfie, perché a tutto quell'affetto non ero abituata. «Grazie! Ora basta però!» Mi mise a terra e asciugai la sua saliva umidiccia dalla guancia; non capiva quanto costavano i trucchi che avevo addosso?

Aprì la bocca per lo stupore. «Ti asciughi pure?!» Si avventò di nuovo su di me e me ne diede altri, facendomi pure il solletico.

«Aaron!» Urlai come una cornacchia alla ricerca di fiato: conosceva bene i miei punti deboli. Gli diedi pugni e schiaffi sull'addome per liberarmi, e mi lasciò stare solo quando si arrese.

Sistemò il suo maglione beige di Ralph Lauren. «Ogni anno che passa diventi sempre più acida. È un'evoluzione della tua specie?»

Gli feci il dito medio mentre con la mano libera sistemavo il mio stretto abito.

Quando gli animi si calmarono, Demian si fece spazio e mi diede un bacio sulla tempia. «Auguri» disse piano. Me li aveva già fatti a mezzanotte, e anche questa mattina al college prima di andarmene.

«Grazie» ripetei ancora, sorridendogli.

«Ancora in ansia?»

Mi conosceva fin troppo bene. «Sto morendo» soffiai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora