Restian Beck - Attraverso i miei occhi

FIRENZE

Restian

L'amore può conficcarsi così tanto dentro al cuore? Fare male come spine?

Sì, ma iniziai a toglierle, una ad una.

Ebbi il coraggio di leggere tutto il libro di Hellen, fino all'ultima parola, fino all'eclissi.

Una conferma: l'amore fa davvero così male.
Lei aveva spine nel cuore che non avevo conficcato io. Anzi, avevo messo cerotti, ma Demian gliele aveva messe e tolte, sanando ogni crosta.

Quella lettura mi aiutò a catapultarmi nella realtà: lei non è più tua, non lo è mai stata e devi smettere di amarla, ammirarla come l'unica musa esistente.

Abbandonai il mio mondo di fantasia.

Mandai l'ultimo capitolo del secondo volume a Eugénie: avrei finalmente smesso di scrivere di lei. I tratti della protagonista dello spin-off del terzo volume sarebbero stati completamente diversi, come anche il carattere.

Avrei dovuto solo ritrovare l'ispirazione: persa, ritrovata e persa di nuovo.

Non adesso, però. Ora ho solo bisogno di fermarmi un attimo, respirare e guarire.

Sommergermi di cose da fare e persone da vedere aveva solo nascosto il dolore. La vera forza sta nel risolverlo. Prenderlo di petto, come un brutto incidente. Nel migliore dei casi rimani vivo, nei peggiori...

I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo di un messaggio.

Quando?
16:22

Nel pomeriggio, avevo scritto io a Florence per primo: ci vediamo oggi?

Non avevo ricevuto suoi messaggi dall'ultima volta che ci eravamo visti al Book in Love. Mi era parso di capire che avesse fretta nel terminare il suo progetto.

Quindi perché temporeggiava? Le era successo qualcosa?

Se vuoi sono libero
questa sera.
16:43

Le risposi dopo una consulenza con un cliente. Tatuaggio nero o colorato? Era il quesito che più affliggeva le persone.

Ti va di cenare insieme?
16:45

Ok. Prendo la pizza o
sei più tipa da sushi?
16:48

Ci penso io.
16:48
Ti aspetto per le otto,
buon lavoro.
16:49

"Buon lavoro", che carina.

Finito l'ultimo tatuaggio del giorno, tolsi gli occhiali e sfregai le palpebre. Forse metterli solo per scrivere, leggere e a lavoro non bastava più. Forse avrei dovuto fare una visita oculistica, ma non avevo la minima voglia.

Avevo voglia di mangiare però, e alle ore 20:00, una volta raggiunto casa di Florence, avrei voluto mangiare pure lei.

«Mi auguro che tu non abbia ordinato nulla di salutare e dietetico perché sto morendo di fame.» Entrai dentro senza troppi preamboli.

«Ciao a te Restian, è un piacere vederti» salutò mentre chiudeva la porta e strisciò via come una gatta infastidita, con la compagnia di Noir.