Restian
Se avevo pensato che la casa di Demian fosse più bella e grande della mia, è perché non avevo ancora visto quella di Liam.
Era una di quelle ville che per raggiungere l'ingresso c'è prima un sentiero da attraversare con alberi in fila indiana.
Una di quelle ville che necessita di un giardiniere, o forse due perché quello spazio era tanto grande da assicurare il posto auto a tutti invitati; ora anche quella di Demian.
Scendemmo dalla macchina e ci incamminammo verso l'alto portone.
«Ci sei mai stato qui?» domandai mentre le Dottor Martens calpestavano l'erba fresca.
Le Adidas campus blu di Demian fecero lo stesso. Mi guardò con la coda dell'occhio. «Per prendere Florence, sì.»
Il mio silenzio gli fu chiaro: volevo sapere perché era andato a prenderla e lui spiegò senza che io chiedessi. «Era ubriaca. Mi aveva chiamato, farfugliandomi la via. L'ho ritrovata da sola, sul divano a dormire.»
Tornò a guardare l'erba e intrufolò le mani nella tasca centrale della felpa pesante. «Per fortuna» aggiunse subito dopo.
Per fortuna nessuno si è approfittato di lei,
ho capito.Avrei voluto avere il coraggio di ringraziare Demian per esserci stato per lei quando io invece mi ero fatto da parte. Ma alla fine pensai che, a prescindere, Florence avrebbe scelto il suo migliore amico perché io ero quello che rimane indietro durante una passeggiata su un marciapiede.
Loro due avanti e io dietro perché non c'è spazio per tre. È così che mi sentivo, e perciò avevo cambiato strada.
Ora però non eravamo in un marciapiede. Ora eravamo io e Demian, senza Florence, e dovevamo riportarla nel giusto sentiero, a costo di mettermi di nuovo io da parte per dare spazio a lei.
Arrivammo davanti al portone e suonammo al campanello. Dopo poco un ragazzo in smoking, con una maschera bianca che copriva solo metà viso, ci aprì ma ci lasciò fuori.
Con un foglio in mano e leggendo, chiuse la porta, uscendo anche lui. «Non c'è il tuo nome, Moss.»
Si conoscevano già.
«Mi ha chiamato Florence, perciò sono qui» mentì.
«Florence mi ha detto che se fossi venuto non avrei dovuto farti entrare.» Diede una breve occhiata anche a me. «Quindi potete andarvene.»
Demian sorrise, prossimo a picchiarlo. Fece un passo avanti e fissò gli occhi di quel ragazzo. «Fammi entrare, Richard» divenne serio.
Li ascoltavo e mi sentivo estremamente impotente, fuori luogo.
Che ci faccio qui?
Ma mi bastò una semplice frase per perdere le staffe e prendermi la giusta confidenza; forse un po' troppa.«Stai tranquillo, Florence è in buone mani.»
Quelle poche parole dette con spavalderia mi fecero ricordare che quello non era il mio posto, sì è vero, ma che avrei sottratto da lì anche Florence.
Con lei la filosofia "se ami qualcuno
lascialo libero" non stava funzionando.Avrei trovato un modo per entrare: buttando giù la porta, scavalcando da qualche parte o scassando di botte la faccia di questo coglione per costringerlo ad aprire.
Io avrei parlato con Florence, questa sera.
Agguantai il colletto della sua giacca con entrambe le mani e lo sbattei sulla porta. «Dì a Florence che Restian vuole parlarle, e dopodiché puoi tornare a giocare a fare la sicurezza, Richard.» Mirai il foglietto che teneva stretto tra le mani e poi i suoi occhi marroni.
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Restian Beck - Attraverso i miei occhi
ChickLitSecondo volume di "Noah e Abby"🥀❤️🩹 Si consiglia la lettura di "Noah e Abby". Consiglio anche di NON leggere la trama se non vuoi farti spoiler❗️ Dopo la sua più grande delusione d'amore, Restian si circonda di lavoro. Tra scrittura e tatuaggi no...