INFERNO

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Restian

Il telefono vibrò nella tasca e io ero certo di una cosa: ero in ritardo.

Mi scrollai di dosso la rossa che avevo conosciuto la sera prima al Poetry e stropicciai gli occhi.

Come ho fatto ad addormentarmi con una sconosciuta a casa di una sconosciuta in un pomeriggio qualsiasi?

Devo assolutamente dormire di più: l'editing e le scadenze mi stanno togliendo ogni energia presente in corpo, se ne è rimasta.

«Dove vai?»

La ragazza sfiorò il mio dorso nudo tentandomi per un secondo round ma l'amicizia tra me e Demian era già appena a un filo e mancare alla sua festa di compleanno - anche se a sorpresa - non mi sembrava una buona idea.

Agguantai la maglietta nera e la indossai. Era agosto, faceva caldo e non vedevo l'ora di fare una doccia fredda per togliermi il profumo della rossa di dosso.

Cosa è? Zucchero filato?

Eppure la sera prima, grazie al suo vestiario, avevo pensato che fosse più una tipa da Libre di Yves Saint Laurent.

Mi sbagliavo.

Cosa che mi capita spesso, di sbagliare.

Mi alzai dal suo letto a baldacchino e indossai i jeans. «Festa di compleanno.»

Invitato da chi? Hellen in persona.

Non di persona, però: una settimana fa aveva avuto la brillante idea di scrivermi come se per me non fosse destabilizzante vederla nelle chat di Whatsapp. Come se avessi dimenticato del tutto ciò che era successo un anno prima.

Forse lei lo aveva fatto, ma non io.

"Ciao Restian, Demian
tra una settimana fa il compleanno
e sto organizzando una
festa a sorpresa.
Tu ci sei? Posso contarti?"

Ha sempre fatto le cose facili: facilmente mi ha fatto innamorare e facilmente è tornata con il suo ex.

E ora - a distanza di un anno dove le sue chat stavano ancora ferme a marzo, nel periodo in cui si trovava ad Oxford e cercava spiegazioni da me visto che ero scomparso - facilmente ricevetti l'invito al compleanno del suo fidanzato.

Con la stessa flemma accettai.

Non esserci desterebbe sospetti e io e Demian stavamo davvero cercando di riallacciare i rapporti da sei mesi a questa parte.

Ci vedevamo a casa mia o sua, prendevamo caffè insieme, parlavamo del più e del meno.

Facevamo tutto ciò che non comprendesse Hellen perché se c'ero io, lei non c'era. E capivo anche perché non volesse coinvolgerla.

Non parlavamo mai di lei e di ciò che era successo.

Abbiamo solo sviato il discorso e ciò vuol dire che la ferita è rimasta aperta.

Facciamo solo finta che non sia così.

Con quel pensiero in testa, me ne andai da quella casa per raggiungere la mia, e dopo essermi preparato e in più agguantato il regalo, entrai dentro al vialetto - il cancello era già aperto - e suonai al campanello della porta d'ingresso, sperando che la mia presenza non gli avesse rovinato il compleanno.

Florence mi aprì la porta.

Altro argomento delicato: lei.

Io e Demian "avevamo fatto pace" quindi questo comprendeva anche il pacchetto migliore amica?

Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora