"SIAMO AMICI"

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Florence

Li notai i piccoli gesti.

Farmi scegliere il posto a sedere al tavolo. Versarmi da bere.
Lasciarmi l'ultimo pezzo degli antipasti.
Farmi assaggiare ciò che aveva scelto come prima portata.
Dividere il dessert.
Cercare il mio sguardo negli argomenti che lo rendevano nervoso.
Osservarmi quando io guardavo altrove e mirare altrove quando ero io a osservarlo.
Bere poco per far bere me e guidare lui. Mettermi sulle spalle il suo cappotto perché la mia giacca non riscaldava abbastanza.
Stare in silenzio nell'ascensore con la scusa di essere stanco per adocchiarmi quando poteva, con nulla da dire.

Usava poco il cellulare tant'è che, una volta dentro la mia stanza, lo posò sul comodino e non lo toccò più.

Io non avevo bisogno del telefono ma di sigarette perché l'alcol chiamava nicotina. Lui sdraiato sul letto con la camicia sbottonata all'altezza del petto richiedeva nicotina.

Aprii la veranda. Con me portai il mio pacchetto e accendino. «Ne vuoi una?»

Guardò il soffitto, come se stesse pensando. Tirò fuori il suo pacchetto dalla tasca e controllò le sigarette. «Ho fumato davvero poco oggi.»

Vero. Non se ne era neanche accorto?

«Stai cercando di fumare meno?»

«In realtà... non ci ho proprio pensato.»

«A fumare?»

Annuì, e divenne più pensieroso. Sollevò il busto e posò il pacchetto sul comodino, accanto al telefono.

Guardò per un po' un punto fisso.
Ma che ha?

«Tutto ok? Sono io quella che ha bevuto, mica tu» ridacchiai e feci un tiro. Sulla lingua il gusto di champagne e sigarette.

Se io scherzavo, lui era estremamente serio. O forse l'alcol mi dava una versione distorta delle cose.

Quando si alzò per raggiungermi, a passi lenti, spensi ogni tipo di pensiero, perché era questo che facevo quando si trattava di Restian: mi focalizzavo solo sulla sua persona.

Mi sentivo sciolta, accaldata, ubriaca e fin troppo sicura di me, perciò voltai il filtro verso di lui, sporco di rossetto. «La vuoi?» La richiesta uscì bassa, sensuale. «Se la dividi con me fumiamo meno, no?»

Restian aspettò che io avvicinassi il filtro alle sue labbra. Non mi tolse la sigaretta dalle mani, voleva sospirare tra le mie dita.

Forse, da sobria, mi sarei bloccata, ma da brilla accese in me qualcosa di incontrollabile. Una voce che mi suggeriva di far perdere il controllo a lui: quella della speranza.

Lui sospirò e poi feci lo stesso anch'io. Buttai fuori il fumo e con il pollice toccai il filtro per togliere la cenere accumulata.

«Quando hai iniziato a fumare?» Restian interruppe quel silenzio momentaneo.

Iniziai con l'erba, a 17 anni. La colpa? Di Alex, perché Demian non mi avrebbe mai incitato a prendere il vizio.

"Ci aiuterà a rilassarci". Io ne avevo bisogno perché non vedevo Restian da settimane, Alex perché non poteva avere il mio cuore.

Restian Beck - Attraverso i miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora