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Il giorno della maratona finalmente arrivò.

Tutta Pie Town era in fermento. Patty decise all'ultimo momento che sarebbe servita di più al traguardo, a distribuire il ristoro.

Il percorso della maratona iniziava dalla Piazza del Mare, attraversava tutta la città e finiva proprio lì dove era iniziata, vicino al piccolo porto.

La primavera era arrivata e Patty aveva usato delle deliziose margherite per abbellire il pelo nero di Toto.

«Patty, questa volta ti sei davvero superata!» Alan era estasiato davanti alle profumatissime torte di mele che Patty aveva preparato. Erano tutte in fila, su un lungo tavolo decorato. Patty non aveva mai rivelato a nessuno l'esatta ricetta della sua torta di mele e bourbon. Era la più antica ricetta di Pie Town, un tempo i pescatori ci prendevano addirittura i pescecani.

Almeno questo è ciò che raccontava lei.

Michael Pollan stava facendo stretching. Era ancora pallido, nonostante tutti i fermenti lattici che stava assumendo dalla dimissione dell'ospedale.

«Ehi, Michael!» lo chiamò una voce familiare alle sue spalle.

Michael si voltò e gli scivolò di mano il flacone di pillole.

Era Tom. Indossava una tuta blu navy e una t-shirt bianca aderente. Si chinò per raccogliere le sue pillole.

«Sono solo fermenti lattici, giuro!» si giustificò Michael.

«Ah, ragazzo» intervenne dal nulla Alan, «quelli sono un toccasana. Anche io ho avuto la diarrea per parecchio tempo. Una cosa terribile, peggio di un rubinetto aperto!».

Michael desiderò sprofondare di nuovo nell'Oceano. Tom finse di non aver sentito. «Mi dispiace che tu sia stato male, Michael. Ma che ti è successo?».

Michael cercò di darsi un tono, anche nel suo completo rosa Barbie.

«Solo un virus. Un influenza».

Tom sembrò pensieroso.

«Mi sembrava stessi bene, quando sei venuto da me. Credevo fosse stata colpa mia e del mio latte».

Alla parola "latte" Michael rabbrividì. Per sicurezza inghiottì qualche altro fermento lattico, masticandoli come caramelle.

«Mi è sembrato che poi tu... sì, insomma che mi evitassi».

Michael prese a ridere in modo sguaiato. Gli capitava sempre quando era nervoso. «No, Tom. Non è affatto così».

Invece era proprio così. Michael non dormiva bene da giorni. Incubi di strane e mostruose creature dell'Oceano lo tormentavano, come se nelle profondità dell'acqua avesse visto qualcosa che il suo inconscio non riusciva ad elaborare.

Lo Starter richiamò l'attenzione dei cittadini. Qualcuno aveva già in mano una fetta di torta e ruttava allegramente. Qualcun altro leggeva il giornale o assaporava della frittura di pesce.

Sembrava una festa di paese, più che l'inizio di una maratona.

Perla scommetteva tutte le sue squame sulla vittoria di Michael.

«Cittadini di Pie Town!» annunciò una voce al microfono. Era Padre Nicholas, anche lui in tenuta sportiva per l'occasione.

«Dopo la maratona vi aspetto in Chiesa per un rinfresco a sorpresa!» disse. Molti cittadini non avevano nemmeno idea di dove si trovasse la Chiesa.

Padre Nicholas sperava di portarci qualcuno, per una volta.

Michael guardò verso l'Oceano, che era uno specchio luminoso. Qualcosa fluttuò tra le onde in un lampo di luce. Guardò Tom e poi l'insegna di Starbucks.

Una sirena! All'improvviso ricordò. Guardò la statua della sirena nella fontana della Piazza. Era stata proprio lei a salvargli la vita.

Forse le leggende, in fondo, erano vere.

Maratona a Pie TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora