Patty Drizzle, la matrona di Pie Town come amava definirsi, se ne stava distesa mollemente nel suo letto d'ospedale. Sembrava un tricheco andato a morire sugli scogli.
Fuori dal suo habitat e senza la sua merenda pomeridiana si sentiva smarrita. Sperò che quella degenza improvvisa e la dieta ospedaliera a base di tè e riso in bianco, l'avrebbero fatta finalmente dimagrire.
La vita era troppo breve e lei non era mai fermata a pensarci troppo.
Tuttavia gli anni passarono e si sentiva sempre più sola.
Prese il telefono per chiamare Alan ma lui comparve in quel momento sulla porta. «Alan! Stavo proprio per telefonarti» esclamò Patty.
Prese ad ondeggiare da un lato all'altro del letto per cercare di mettersi a sedere. Agitò in aria una mano dalle unghie laccate di rosso.
«Prendimi il telecomando, forza!» ordinò al pover'uomo che obbedì.
Patty, accesa la TV ad un volume improponibile, afferrò la pulsantiera del letto. Riuscì finalmente a mettersi seduta e tirò un sospiro di sollievo.
«Patty santo cielo, ma che hai combinato!»
Alan era pallido in volto, sudato. Posò i fiori che teneva in mano sul comodino, ma fu la scatola di cioccolatini che aveva nell'altra mano a far brillare gli occhi di Patty.
Alan avrebbe voluto sederle accanto ma Patty occupava letteralmente tutto il letto. Così se ne restò in piedi dondolandosi da un piede all'altro.
«Ah! Come farò con i miei clienti. Che disastro, per i miei affari!» si lamentò Patty ingoiando il primo cioccolatino della scatola.
«Patty non devi pensarci ora. Non puoi certo stare al negozio con una costola incrinata. Devi pensare solo a guarire. Dobbiamo festeggiare il 4 luglio» disse Alan dispiaciuto.
Sapeva che Patty amava le sceneggiate e a lui non dispiaceva ascoltarne i lamenti e coccolarla con qualche complimento. Vederla così, con quel camice slavato, senza il consueto rossetto e gli abiti sgargianti, lo intristì.
Il suo cuore si fece letteralmente piccolo piccolo, ne avvertì il restringimento, perfino.
Patty era un incrollabile istituzione a Pie Town, una donna forte, verace (e vorace) che gli rallegrava le giornate. Erano amici da tanti anni e lei era ormai una presenza indispensabile per lui.
Alan non si era mai sposato, aveva accudito la madre obesa fino alla sua morte anni prima. Rimasto solo con la sua ciccia e il suo dolore aveva trovato Patty sulla sua panchina preferita, una fredda mattina di ottobre.
Stava per dirle qualcosa del genere ma non sapeva bene come fare, poi qualcuno bussò alla porta.
Era Harry, il padre di Tom.
Patty rimase pietrificata. Era l'ultima persona che si aspettava di vedere. L'ometto le si avvicinò con fare gentile.
«Patty, mi dispiace tanto per quello che ti è successo».
Patty non credeva alle sue orecchie.
Harry teneva in mano una grossa scatola dorata. Patty riconobbe subito che era della sua pasticceria preferita. Scartò la confezione con impazienza, era una magnifica torta di ciliegie e cioccolato, le si lesse la felicità negli occhi.
La scatola di cioccolatini del povero Alan finì in fondo al letto.
«Come siete galante, Harry, non dovevate!» Patty si sentì al centro dell'attenzione. Aveva già i baffi di panna montata.
«Io non ridevo certo di voi».
Harry fece spallucce e non sembrò affatto offeso.
«Cara Patty anche io avrei riso al vostro posto!».
Ad Alan venne l'improvvisa voglia di picchiarlo con il pesante mazzo di fiori.
Da tempo a Patty mancavano le attenzioni di un uomo e ora ne aveva addirittura due al suo capezzale.
«Tom mi ha parlato così tanto di voi» disse Harry «sono venuto per il 4 luglio e volevo davvero conoscervi».
Patty arrossì e si vergognò di non essere al suo massimo splendore. Cercò di sistemarsi i capelli con un goffo tentativo.
«Appena vi sarete ripresa vorrei portarvi a cena».
Patty non credeva alle sue orecchie.
Alan era in disparte bolliva come una pentola sul fuoco.
«Patty cara, per ora penso solo a guarire. Il negozio non può restare senza di te. Ora con il 4 luglio ci saranno tanti turisti. Dobbiamo mettere a nuovo il negozio» cominciò Alan.
«Ah, questo non è vero!» disse Patty agitando in aria la mano.
«E poi c'è quella questione, sì, insomma dobbiamo pensare ad aiutare i nostri "piccioncini" ricordi?».
Patty non lo ascoltava, si vedeva già a cena in un qualche posto esotico fuori città. Con occhi sognanti assaporava la torta e la sua soffice panna.
Alan fulminò con lo sguardo Harry, gli si mise davanti allungandosi in tutta la sua altezza, guardandolo dall'alto in basso. Harry non ne sembrò impressionato, continuava a sorridere a Patty.
«E poi lo sai, Patty, a Toto non piacciono proprio gli estranei!» i baffi di Alan tremavano di rabbia, come le vibrisse di un gatto.
Patty prese a tossire, la panna le era arrivata quasi alla fronte.
«Toto!» esclamò disperata.
Nessuno aveva pensato a recuperare il suo povero cagnolino.

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Maratona a Pie Town
HumorPie Town è una piccola e deliziosa cittadina sul mare. I suoi abitanti sono collegati da un filo invisibile. Michael e il suo amore segreto per Tom, l'affascinante barista di Starbucks. Patty e le sue torte di mele e bourbon, con cui fa merenda ogn...