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Michael cercò Patty ovunque. A casa sua, al negozio. Ma la città sembrava averla inghiottita (certo, era difficile). Cercò di chiamarla al cellulare, poi cercò di chiamare Alan in fondo erano sempre assieme quei due, ma nessuno rispose.

«Ma perché hanno dei cellulari se poi non sono capaci di usarli?» sbottò.

Voleva dare subito la bella notizia della sua elezione a Patty, voleva metterla all'erta e avvisarla che sarebbe diventata la personalissima pasticcera del sindaco di Pie Town!

Era meraviglioso crogiolarsi nel proprio compiacimento.

Michael sapeva bene che era meglio restare umili, quando si gioisce troppo poi succede sempre qualcosa di avverso!

«La tua amica non risponde, caro?» sua madre Bonnie preoccupata gli prese la mano. Michael si sentiva sempre bambino accanto a lei, amava la sua dolcezza.

Avevano appena finito di mangiare dei deliziosi spaghetti di mare, suo padre aveva ancora i lati della bocca sporchi di pomodoro.

«Oh, Jack» sua madre, con la consueta dolcezza da mamma chioccia, prese un tovagliolo e ripulì le labbra del marito, che le sorrise.

Michael non vedeva mai quel lato di suo padre, o per meglio dire, non lo vedeva rivolto a lui. La tristezza gli strinse il cuore per un attimo ma decise che quello era un giorno di festa. Doveva essere felice ad ogni costo, niente gli avrebbe rovinato il suo momento.

«Allora, ordiniamo il dolce?» chiese sua madre. Jack aveva già in mano il menù quando il cellulare di Michael squillò.

«Tom» Michael era piuttosto sorpreso. Suo padre finse indifferenza e così anche Michael.

«Che vuol dire che tuo padre non risponde?» la situazione si stava facendo seria. «Anche Patty e Alan non rispondono. Ma dove possono essere? Certo, arrivo.»

Michael si alzò.

«Credo ci sia un emergenza. Alcuni nostri amici non si trovano». Bonnie si alzò prendendo con sé la borsa ma Jack rimase seduto al tavolo con lo sguardo corrucciato.

«Michael vedrai che non è niente di grave» lo guardò come se stesse esagerando, come faceva sempre «vorrei godermi questo pranzo».

Bonnie rimase a bocca aperta ma Michael non avrebbe permesso che fosse sua madre a rispondere per lui, non questa volta.

«Forse non è successo niente ma queste sono le stesse persone che mi hanno accolto a Pie Town. Senza di loro sarei solo».

Jack chiuse il menù che aveva davanti con uno scatto. Bonnie rabbrividì perché sapeva cosa stava per succedere e sapeva che questa volta non avrebbe potuto impedirlo.

«E' stata una tua scelta finire quaggiù, Michael.»

«La vita che avevo a Manatthan non mi piaceva» si giustificò Michael. Cercava nel suo cuore il coraggio di tenere testa a suo padre ma si sentiva ancora un cucciolo che mostrava il fianco.

«Bè, c'è sempre una via di mezzo, credo. Tu non sai adattarti.»

Jack allargò le braccia sconsolato, come se dopotutto avesse detto un ovvietà che però solo lui comprendeva. Michael scosse la testa.

«No, non c'è una via di mezzo papà. Non per me.»

In quell'istante seppe che il Michael di otto anni, nel suo costume da albero e con una vagina disegnata sul tronco, voleva dirlo. Chiaramente.

«Sono gay, papà. Non ti chiederò scusa per questo. Non devo adattarmi proprio a un bel niente, sono me stesso.»

Jack arrossì e abbassò la testa. Era evidente che si vergognasse della situazione ma cercò comunque di aggiustare il tiro.

«Intendevo dire che sei solo un tipo difficile.»

Michael fece spallucce.

«No, non era ciò che intendevi. Sono gay, papà.»

La parola gay era un piccolo proiettile che colpiva in faccia Jack.

«Gay, gay, gay!».

Più lo diceva più Michael si sentiva un gigante, come se crescesse in altezza e suo padre invece diventasse sempre più piccolo, ancora seduto a quel tavolo.

«I miei amici hanno bisogno di me. Vi farò sapere l'orario dei festeggiamenti.» Lasciò dei soldi sul tavolo.

Michael diede un bacio sulla guancia a sua madre e se ne andò fiero.

Il conto del pranzo era spettato a lui quel giorno, ma dentro di sé sapeva che suo padre aveva pagato un prezzo ben più alto.

Maratona a Pie TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora