8.

42 11 32
                                    


Michael Pollan immaginava già la sua parata della vittoria.

Si immaginava su un grande carro, uno di quelli che si usano per il Carnevale. Seduto su un trono al centro, in un elegante completo blu notte, salutava la folla. Tutti gettavano coriandoli e fiori, qualche simpaticone lanciava sardine argentee. Poteva immaginare tutta Pie Town attraversata dal cambiamento.

Negozi alla moda, vita sociale, locali aperti fino a tardi. Gioventù.

Sì, Pie Town era bella così ma che male poteva fare un tocco di novità?

Il vecchio sindaco stava andando in pensione e nessuno voleva prendersi la briga di sistemare le cose. Michael si recò al suo Museo sorridente.

Camminava diritto, senza prestare alcuna attenzione al mondo attorno. Si sentiva felice dentro un sogno ad occhi aperti.

Si era perfino dimenticato del povero padre Nicholas, che intanto era giunto nel centro di disintossicazione di Omaha.

Patty, Alan e Toto mangiavano hot dogs sulla solita panchina.

«Secondo te a che cosa pensa lo svitato?»

Alan indicò Michael con un cenno della testa.

«Alan, non essere cattivo!» Patty gli diede una gomitata «quel ragazzo è una delle anime più pure che io abbia mia incontrato. Da quando è arrivato in città l'atmosfera è cambiata!». 

«Ah, ma anche io gli voglio bene! Dico solo che è svitato».

Patty fece spallucce.

Michael si rinchiuse nel suo Museo e prese a spolverare i quadri e le sculture. Lo aiutava a pensare.

Tom lo aveva osservato per tutto il tragitto, dalla vetrina del suo locale. Ma Michael non lo aveva degnato di uno sguardo.

Tom decise di preparare qualcosa di speciale per Michael. Forse il Pumpkin Spice Latte non era stato tra i suoi preferiti, così preparò un semplice cappuccino di soia. Aggiunse un piccolo cuore di pastafrolla sul piattino e col vassoio in mano attraversò la Piazza, per andare da lui.

Patty non poteva crederci. Da dove arrivava tutto quel coraggio?

Diede un paio di gomitate al povero Alan, che era immerso nel suo hot dog fino al naso. Trattennero il fiato per tutto il tempo.

Michael, scorto Tom dalla grande vetrata, gli andò incontro sulla porta. «Buongiorno, Michael» Tom sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi.

Michael impallidì di fronte al cappuccino schiumoso che aveva davanti.

«Oh, so che forse sei ancora scombussolato. Ma è un semplice cappuccino di soia. Molto leggero, niente lattosio». 

Gli occhi di Michael brillarono di felicità, così afferrò il vassoio con entusiasmo. Poi, però, guardò qualcosa oltre la spalla di Tom e si rabbuiò.

Anche Tom si voltò seguendo la linea del suo sguardo. Il ragazzo con cui Tom aveva concluso la maratona era proprio fuori dallo Starbucks. Li stava salutando.

«É il tuo...» a Michael morirono le parole in gola.

Tom avvampò.

«Sì. No. Cioè. E' il mio ex ragazzo, in effetti».

Michael annuì, ci era già passato altre volte.

Quando gli piaceva qualcuno poteva star certo che avrebbe avuto un rivale. Succedeva sempre così. E non era mai lui ad essere scelto. C'era sempre un ex che si pentiva e tornava indietro!

«Sei stato davvero carino, Tom. Grazie. Ora devo proprio andare».

Così dicendo richiuse la porta in faccia a Tom, che imbarazzato tornò sui suoi passi.

Patty e Alan restarono delusi. Il povero Toto iniziò a starnutire in modo convulso, aveva inalato un soffione.

«Santo cielo, Toto!» lo sgridò Patty che si alzò a fatica.

«Era quasi fatta tra quei due. Alla maratona tubavano come due colombe!».

Alan sospirò. Eh sì, lui ne sapeva qualcosa di amori perduti.

«Forse gli serve solo una piccola mano, Patty. Presto festeggeremo il 4 luglio. I fuochi d'artificio, la notte piena di stelle. Troviamo il modo di farli avvicinare». Patty sembrò convincersi. Alan in quell'istante ebbe una fugace visione di lui e Patty che guardavano abbracciati i fuochi d'artificio.

Scosse la testa, come se nelle orecchie avesse un fastidioso ronzio. No,non era possibile. Lui non era proprio tipo da cose simili. L'età e forse il caldo gli stavano giocando brutti scherzi.

«Che ti prende?» Patty lo fissò incuriosita «sei tutto rosso, Alan»

«No, niente» disse lui alzandosi dalla consueta panchina.

«Niente mele e bourbon per un po'. Non ti fa bene».

E così Patty finì per ingurgitare la restante mezza torta da sola.

Alan fece spallucce e insieme se ne andarono.

Maratona a Pie TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora