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Narciso non era abituato a pensare alle donne. Dopo Francisca la giudicava solo una perdita di tempo. C'era Archie che gli faceva compagnia, e lui si era convinto che gli sarebbe bastato. Quando si addormentava, però, spesso sognava la sala da ballo. Ballava la Cumparsita stretto ad una donna, come in un vecchio film in bianco e nero.

Nelle ultime notti aveva sognato di ballare con la misteriosa donna che gli aveva chiesto una lezione di tango. C'era qualcosa di diverso in lei, forse i suoi occhi lucidi o il suo buffo modo di muoversi. Già. Anche Narciso camminava in modo buffo e lo avevano sempre preso in giro per questo.

La donna non era tornata e lui si era chiesto perché.

«Non importa, stiamo meglio da soli» ripeteva continuamente al povero Archie, che di tanto in tanto sentiva la mancanza della neve.

Eppure, come una goccia d'acqua che scava la roccia, il pensiero di lei gli si era insinuato nella mente. Aveva deciso di distribuire i volantini di tango per quel motivo. Non aveva bisogno di scuse per truffare le persone, voleva rivederla.

«Credo di non essere immune, Archie» sospirò Narciso al suo fedele ermellino. «Sono immune alle offese. Ai proiettili. Ma il cuore mi fa male per la solitudine.» Archie sbadigliò, steso come una stola inerme si chiedeva perché il suo padrone avesse perso lo spirito d'avventura. Sgattaiolò in cucina e portò a Narciso un anello d'oro.

«No, Archie. Una rapina non mi tirerebbe su di morale. Mi manca il tango, questa è la verità».

Narciso si alzò in piedi, claudicante. «Sono un ballerino e lo sarò per sempre».

Sapeva che Pie Town era una città speciale, se n'era accorto da un po'. Accadevano cose inspiegabili e magiche e non c'era mai un tramonto uguale all'altro. Così, nonostante la sua coscienza rifiutasse quell'idea, decise di seguire il suo cuore.

Uscì nel caldo pomeriggio, accompagnato da una brezza che odorava di rose. Camminò fino al negozio dove era certo di averla vista. Riuscì a scorgere i suoi capelli neri anche da lontano, dietro la vetrina.

Ma poi vide un uomo a terra.

Archie, che era più veloce, raggiunse l'uomo per primo. Gli mordicchiò la punta delle dita cercando di farlo svegliare e infatti l'uomo prese a mugugnare. Narciso arrivò accanto a lui.

«Gli serve un'ambulanza.»

Alzò gli occhi verso Jenny, immobile e bellissima. Narciso la guardò intensamente.

«Sono qui. Per te».

Alan cercò di alzarsi. Narciso lo aiutò a sedersi, respirava a fatica e aveva un grosso bernoccolo sulla testa.

«Chiamo un'ambulanza» disse Narciso tirando fuori il telefono. Alan annuì.

«Non c'è tempo. Quell'uomo ha rapito la mia Patty e quel Minion».

«Quale uomo?».

Alan si portò una mano alla testa, dolorante.

«Un tipo strano, ero quasi svenuto ma parlava di un ermellino».

Archie rizzò il pelo, gonfiandosi come una palla di neve.

«Santo cielo!» esclamò Alan rendendosi conto «è te che cercava!».

Narciso non poteva crederci. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con il passato ma non credeva così presto!

«Senti, mi dispiace per la tua amica. Io però non voglio saperne niente, davvero». Lasciò Alan ed entrò nel negozio per raggiungere Jenny.

«Amore mio, possiamo andarcene assieme. Troveremo un posto dove ballare il tango insieme». Ma Jenny non si mosse.

«Ti prego, non farmi questo. Ballerò con te».

La mano di lei, su cui Narciso posò la sua, restò immobile.

Alan comparve alle sue spalle.

«Sai, chi ha il cuore spezzato è come morto».

Alan era acciaccato e stanco ma c'era decisione nella sua voce.

«Jenny» disse indicando il bellissimo manichino in vetrina «appartiene ad una straordinaria di nome Patty. Sì, la donna che è stata rapita».

Una lacrima scese dagli occhi di Jenny.

«Quel delinquente cercava te. Dimostra di meritare l'amore di una donna».

Quelle parole colpirono Narciso come uno schiaffo.

Alan stava parlando più a sé stesso che a lui, ma aveva una fifa terribile ad inseguire quel tizio da solo. Dalla tasca tirò fuori un cellulare malconcio.

«Hanno preso la mia macchina. Sopra c'è un GPS. Non ricordo mai dove parcheggio».

Narciso guardò Archie ergersi ritto e vigile, in attesa dell'azione (finalmente!).

«Bingo!» esclamò Alan «sono alla vecchia fabbrica di biscotti. Chiamiamo la polizia strada facendo, ma non possiamo aspettare».

Maratona a Pie TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora