Capitolo 30

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Era mezzanotte quando Derek sentì di poter tornare finalmente a casa, a riposare un po'. Solo allora si rese conto di non avere più una casa a cui fare ritorno. Pensò a Stiles per la prima volta dopo diverse ore. Gli mancava.

La porta della casa di Stiles era aperta a una piccola lampada era stata lasciata accesa in soggiorno. Bethany stava dormendo sul divano, le coperte rimboccate. Mentre Derek si dirigeva in punta di piedi verso il bagno, si svegliò.

"Papà?"

Derek tornò sui suoi passi, si sedette sul bordo del divano e la prese fra le braccia. "Sì, sono io. Mi sei mancata."

"Anche tu mi sei mancato. Scott ha detto che gli hai salvato la vita."

"Molte persone hanno lavorato sodo per salvargli la vita. Non solo io." Ma l'adorazione di Bethany gli gonfiò il cuore di gioia, e si rese conto che non gli dispiaceva essere un eroe per sua figlia.

"Hai uno strano odore" disse Bethany.

"Non mi sorprende. Oggi ho fatto un bagnetto in un torrente di fango." Si sciolse dolcemente dal suo abbraccio e la stese di nuovo sul cuscino.

"Fai la nanna adesso, d'accordo? Ci vediamo domattina."

"Dove dormirai?"

Bella domanda. "Troverò un posticino, da qualche parte."

Derek fece una doccia per togliersi lo strato di fango che aveva ancora appiccicato addosso e si diresse al piano di sopra, nella camera di Stiles.

Apri piano la porta, aspettandosi di trovarla immersa nel buio. Invece era illuminata dalla luce dorata di una quantità di candele, che stavano ardendo sui comodini e sul cassettone.

Stiles, con addosso solo i boxer, era seduto a gambe incrociate in mezzo al letto. Gli sorrise, malizioso. "Giusto in tempo. Le candele stanno iniziando a consumarsi."

Derek salì sul bordo del letto, come se avesse timore di andargli più vicino, come se temesse che, toccandolo, si sarebbe perso. Per qualche secondo rimase semplicemente a guardarlo.

Stiles trattenne il fiato quando lui gli infilò sulle gambe cominciando ad accarezzargliele. Gli sfilò i boxer lasciandolo completamente nudo.

Seguendo l'istinto, Derek gli soffiò su un capezzolo. Lui si contorse, ma lui lo tenne fermo e soffiò sul altro.

"Che cosa mi stai facendo?" gli chiese lui con voce roca di desiderio.

"Gioco." Gli baciò il ventre, poi incominciò ad accarezzargli l'erezione.

Lui trasalì. "Oh, sì, lì. Continua... mi piace."

Era la sua immaginazione, o Stiles lo stava incoraggiando con insolito trasporto? No. No, no, non ci sarebbe cascato un'altra volta. Non era cambiato nulla ora che lui sapeva che era un milionario. Aveva fatto l'amore con lui con lo stesso entusiasmo, con lo stesso abbandono anche quando pensava che fosse uno spiantato. Non doveva dimenticarlo.

Stilese dischiuse le gambe per dargli libero accesso, e lui mise da parte tutti i suoi dubbi e tutte le sue ragioni, perché era a letto con il più bel uomo che avesse mai visto, e nella sua mente non c'era spazio per altro.

Stiles Stilinsky rappresentava tutto ciò che aveva mai desiderato in una persona. E il suo destino era rimanergli accanto. Così come era suo destino essere un medico. Solo che non aveva idea di come fosse possibile conciliare le due cose in un'unica vita.

La casa sul lago- Sterek AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora