Capitolo 34

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"Derek, caro, siamo stanchi. Anche se volessimo tornare indietro domani, dovremmo riposarci un po', prima."

"Non ci sono alberghi a Cottonwood. A Tyler probabilmente c'è qualcosa di decente, ma è a quarantacinque minuti da qui."

"È tutto così strano, qui" osservò John. "L'accento di questa ente mi fa morire."

"Veramente" aggiunse Judith. "Non capisco come tu faccia a sopportarlo. Certo che George ha avuto un bel coraggio a mandarti qui."

"A me piace" si intromise Bethany. Era distesa sul tappeto.

"Bethany!" esclamò Judith. "Va' a lavarti le mani e mettiti seduta come una brava signorina."

"Oh, lasciala in pace" disse Derek. "È solo una bambina. Lascia che si comporti come tale."

"Questo posto la sta trasformando in una selvaggia!"

"Forse" ammise Derek. "Ma è una selvaggia felice."

"Benissimo." Judith incrociò le mani in grembo. "Ti sei fatto una bella vacanza. Ma adesso è ora che torni a Boston e che chiarisci le cose con George. Ti ha dato una specie di ultimatum, giusto? E ti ha sfidato a venire qui. Ora, però, devi tornare a Boston a chiarirti con lui. George era il più vecchi e il più caro amico di tuo padre, e se non ti affretti a scusarti, tempo che a risentirne sarà prima di tutto la tua carriera."

Solo allora Derek si rese conto che George non aveva detto a sua madre il vero motivo del suo esilio in Texas.

"Sono qui perché avevo bisogno di rilassarmi. Ho fatto un check-up completo prima di partire, e alcuni valori sono risultati completamente sballati."

Sua madre e John si irrigidirono.

"Qual è il problema, esattamente?" chiese John, preoccupato.

"Ipertensione, colesterolo alto, quel genere di cose."

Judith si rilassò visibilmente. "Beh, non mi sembra grave. Puoi prendere delle medicine."

"È stata una buona cosa venire qui" insistette Derek. "Avevo bisogno di staccare... da tutto."

"Mi è venuta una splendida idea" disse Judith. "Fa' i bagagli e andiamo tutti a Dallas. Con un po' di buona volontà, saremo allo Sheraton per l'ora di pranzo. Ci fermeremo un paio di giorni, faremo shopping, ci faremo fare dei massaggi rilassanti. Ci faremo viziare. Così tornerai a Boston in forma per tornare al lavoro."

"è una magnifica idea!" esclamò John. "Che ne dici Bethany? Vuoi stare in un albergo esclusivo?"

Bethany si mise seduta. "Stiles verrà con noi?"

John guardò Derek. Gli ricordava un cerbiatto spaventato. Sospettava forse qualcosa?

"Stiles è stato davvero molto gentile con noi" spiegò Derek. "Bethany gli è molto affezionata." Sapeva che avrebbe dovuto dire a John la verità riguardo a Stiles, ma lo avrebbe fatto più tardi, in privato. "Non possiamo andarcene così" continuò in tono deciso. "Il mio consiglio è: andate a Tyler, prendete una stanza e cercate di riposare un po'. Più tardi mi chiamerete e ci metteremo d'accordo per la cena."

"Derek, io non ce la faccio a guidare" disse John." Praticamente mi stavo addormentando al volante."

"Va bene, allora vi porterò io."

Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tener entrambi lontani da Stilese, finché non avesse avuto l'opportunità di chiarire le cose con lui.

Trovò loro due stanze nel miglior motel di Tyler. Non era esattamente la sistemazione a cinque stelle a cui erano abituati, ma la giudicarono accettabile per la notte. Poi prese la loro macchina e si diresse verso la Tri-country Real Estate.

Margie era dietro la sua scrivania. "Se sta cercando Stiles, è fuori con dei clienti. Però, se fosse in lei, starei attento. È inviperito."

"Immagino che glielo abbia detto."

"Cosa? Che la sua occupazione e la sua situazione finanziaria non erano le uniche cose su cui le aveva mentito? Mmh..." Margie si rivolse a Bethany. "Bethany, tesoruccio, devo avere dei Lego da qualche parte. Lo vuoi?"

Bethany annuì. Margie frugò sotto il bacone e, dopo breve, riapparve con in mano un piccolo bidone di plastica gialla. Portò Bethany nell'ufficio di Stiles e svuotò il contenuto sul tappeto.

"Ti va di stare qui da sola qualche minuto, intanto, che papà e io parliamo?"

Bethany fece sì con la testa e si mise al lavoro. Margie chiuse la porta e incrociò le braccia sul petto.

"Sono così arrabbiata con lei che la prenderei a calci. Il resto del mondo la ritiene un eroe, ma per me vale meno di zero."

"Stavo solo cercando di proteggere la mia privacy" tentò di difendersi Derek. "Non potevo immaginare che avrei finito per... innamorarmi."

L'espressione di Margie si addolcì di colpo. "Ha detto innamorarmi?"

Lui le puntò un dito contro. "Non faccia commenti. Non gliel'ho ancora detto e, prima di farlo, devo sistemare alcune cose. Ma devo assolutamente parlarle. Dov'è?"

Margie guardò l'orologio. "A quest'ora dovrebbe essere a scuola, a vedere se qualcuno aveva bisogno di qualcosa. Se si sbriga, lo troverà là. Mi occuperò io di Bethany, se ha piacere."

"Certo." Derek abbracciò Margie e le stampò un bacio sulla guancia, facendola arrossire.

Poi infilò la testa nell'ufficio di Stiles, disse a Bethany che sarebbe tornato presto, e partì in cerca del suo amore.

La casa sul lago- Sterek AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora