Stiles si rannicchiò fra le braccia di Derek.
"Voglio sapere tutto dal principio."
"D'accordo." Lui fece un respiro profondo e gli raccontò tutto: del lavoro e di quanto lo assorbiva, dell'operazione con cui aveva salvato la vita al sindaco di Boston, dello stupido articolo apparso su un rotocalco rosa che lo aveva trasformato in una celebrità, del suo stato di salute, dell'ultimatum di George, e, infine, di Bethany, che chiamava l'autista papà.
"Temo di non essere stato un buon padre." Ammise. "Pensavo che essere un bravo padre bastasse provvedere economicamente a mia figlia, assicurarmi che frequentasse il miglior asilo, fare in modo che avesse i giocattoli più nuovi, i vestiti più alla moda, i migliori medici. Questo era il ruolo che mio padre aveva avuto nella mia vita."
"Oh, Derek, sono tutte cose che contano." Disse lui in tono accorato.
"Già, ma che cosa ricorderà di me mia figlia quanto sarà più grande? Che ho intestato un assegno di ventimila dollari a una scuola privata? O che l'ho portata a pescare?"
Stiles non rispose.
"Tu che cosa ricordi di tuo padre?"
Stiles trasse un sospiro. "Ricordo che mi portava a pescare." Ammise. "E a passeggiare nel bosco e a far volare gli aquiloni. Ma ricordo anche di essere andato a dormire con i morsi della fame. E ricordo di essere andato a scuola con addosso degli abiti troppo grandi o troppo piccoli per la mia taglia, fuori moda di almeno dieci anni. E ricordo mia madre, che tornava a casa tardi la sera, con le mani bruciate dai detersivi, e mio padre seduto sotto il portico a bere birra senza capire quanto tutto questo fosse ingiusto. E ricordo le fughe da casa, di notte, portandoci via una sola valigia, lasciando tutto il resto, e il padrone di casa, che vendeva tutta la nostra roba per recuperare gli arretrati dell'affitto che gli dovevamo."
Derek lo ascoltava, inorridito. Sapeva che non era cresciuto nel lusso come lui, ma non immaginava che fosse stato così povero.
"Ricordo che, quando mia madre morì, sarebbe stata sepolta nel cimitero dei poveri se alcune delle brave persone per le quali lavorava non le avessero pagato il funerale e i fiori. E poi mio padre si bevve tutti i nostri risparmi e per due mesi fummo costretti a vivere come barboni."
"Come barboni?"
"Più o meno. Vivevamo in un istituto per i poveri, a Tyler. Io abbandonai gli studi e andai a servizio nelle case in cui aveva lavorato mia madre. Ricordo che mio padre, un giorno, mi rubò i soldi per comprarsi la birra e sigarette. Se avessi avuto una pistola, gli avrei sparato. E più avanti, ricordo le telefonate nel cuore della notte, con le quali mi avvisavano a quale angolo di strada mio padre era svenuto, e mi chiedevano se potessi andare a recuperarlo."
Derek non sapeva che cosa dirgli, così si limitò ad accarezzargli i capelli.
"Scusami se ti scaricato addosso tutte le mie disgrazie" disse Stiles con voce tremante.
"Sono stato io a chiedertelo. Comunque, sono contento che tu lo abbia fatto. Mi aiuta a capire tante cose di te."
"Perché lavoro tanto, vuoi dire? Beh, non pulirò mai più i gabinetti in vita mia. Questo è sicuro."
Derek avrebbe voluto dirgli che non avrebbe più dovuto lavorare un solo giorno della sua vita, se solo non avesse voluto, che non sarebbe mai più andato a dormire con i morsi della fame, che avrebbe indossato solo completi di sartoria. Stiles temeva di tornare a essere povero, e lui voleva togliergli quella paura per sempre.
Ma c'era un problema. lui era ancora impegnato, in teoria, almeno, con un'altra persona. Prima di pensare anche solo di offrire qualcosa ad Stiles, doveva fare chiarezza nella sua vita. E questo voleva dire tornare a Boston il prima possibile.
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La casa sul lago- Sterek AU
RomanceDerek Hall, un famoso e richissimo chirurgo di Boston, ha assolutamente bisogno di allontanarsi dallo stress quotidiano. così, decide di concedersi un periodo di riposo in compagnia della figlia Bethany. una volta arrivato a Cottonwood, Drek si rivo...