9. QUESTIONE URGENTE

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POV ANN

~Non ti manca tuo padre? Potresti cercare di parlagli in qualche modo?~ chiesi a  Maeve titubante.

Sentii un leggero lamento da parte sua, seguito subito da un ringhio di rabbia.

~È peggiore anche confronto al tuo di padre. Constantemente silenzioso e non risponde mai ai miei tentativi di collegarmi con lui. È come se fosse morto!~ sbottò.

~Se è quello che vuole, così sia. È una pessima scusa da parte di un padre, per entrambe.~

La mia bocca si strinse in una linea dritta e rigida mentre mi concentravo a guidare sulla strada che avevo davanti a me.
Proprio in quel momento il mio telefono squillò e immediatamente la chiamata venne trasferita all'impianto integrato nell'auto, e si collegò immediatamente allo schermo interno.
Appena vidi chi era a chiamarmi, toccai l'icona verde sullo schermo per rispondere.

"Ciao?!"

"Ann, dove diavolo sei?" risuonò nell'abitacolo la voce preoccupata della mia migliore amica.

Mi agitai un po' ed abbassai il volume.

"Ciao,di nuovo! Comunque sto guidando in questo momento, va tutto bene?"

"Ciao! Scusami. Te lo stavo per chiedere io. Ascolta, io ora sono al lavoro, ma finisco tra un'ora, ti va di andare a mangiare da qualche parte per pranzo così parliamo un po' con calma?" mi chiese piano.

"Ma certo! Mi ci vorrà circa un'ora per tornare indietro. Oggi lavori solo mezza giornata?"

Di solito Lexi, lavora sempre come una stacanovista pazza, il che era abbastanza appropriato perché lei era appunto una mezza demone.
Un incontro improbabile tra un demone di alto rango ed un'umana.

Sua madre era morta poco dopo che lei era nata e suo padre, il demone non poteva crescerla nel suo mondo perché era semplicemente molto pericoloso, quindi era stata presa da un orfanotrofio specializzato nel crescere ed educare gli ibridi affinché potessero vivere bene accanto alle altre razze soprannaturali e agli umani che erano per lo più all'oscuro della loro esistenza.

Lavorare mezza giornata, era praticamente inaudito per Lexi, così cominciai  a chiedermi che cosa fosse successo esattamente per renderla così ansiosa di lasciare il suo lavoro.
Aveva un lavoro abbastanza tranquillo, in una piccola azienda che si occupava di contabilità ed aveva un talento naturale per quel lavoro.

"Si! Solo perché quel coglione del mio supervisore, non riesce a sistemare le formule nei fogli di calcolo. Giuro, che se me ne rovina un'altra...." Lexi sospirò pesantemente. "Scusa Ann, il mio lavoro è così noioso.  Ci vediamo per pranzo e tu mi aggiornerai sui vari dettagli che mi mancano così tanto. Ti voglio bene, amica mia! A presto!" finì di parlare e chiuse la chiamata bruscamente, senza lasciarmi il tempo di salutarla.

Risi tra me e me e trovai un posto per poter girare la macchina e tornare indietro verso la città.

Gli appuntamenti che avevo con Lexi, erano sempre un'occasione per sfogarsi e sicuramente sarei quasi riuscita a prevedere le parole di conforto che la mia migliore amica avrebbe avuto per me, dopo che gli avrò raccontato tutto.

~Più che un pranzo tra amiche, mi sembrano preparativi per un piano omicida...~ Maeve disse ridendo di gusto.

Ridacchiai anch'io.
La mia lupa non aveva tutti i torti.

Arrivai al locale dove avevo deciso che ci saremo incontrate, molto prima dell'arrivo di Lexi.
Trovai un tavolo vicino alla grande vetrata, in modo da poter osservare la gente che passava e il suo arrivo.
Nel frattempo che l'aspettavo ordinai un the chai al latte.

Anche se il tempo non era ancora cambiato in quello autunnale, che amavo tanto.
Il ricco profumo del the chai al latte, mi dava un senso di accoglienza, quasi natalizio.

Dentro di me ero completamente in preda al panico.
Sarei andata via di casa, per andare a vivere con un uomo che conoscevo solo per via della sua fama e sarei stata sposata con lui per i prossimi cinque anni.
In questo preciso momento, desideravo tanto la sicurezza che mi dava la sensazione di essere a casa mia.
L'odore del the chai mi evocava un caldo abbraccio rassicurante di mia madre, nel più vicino ricordo che mai potessi desiderare e sperare.

Ero acutamente consapevole dello sguardo dei vari clienti del locale, che avevano su di me.
Cominciavano a farmi sentire a disagio, ma poi  quando vidi Lexi saltare giù da un taxi e affrettarsi ad entrare nel locale, ne fui felice.

Appena varcò la porta d'ingresso, si fermò guardandosi intorno.
I suoi splendidi occhi dorati scandagliavano ogni singolo viso dei vari clienti, fino a che non riusci a vedermi e sul suo volto si apri un enorme sorriso. 
Alzai il braccio per salutarla e lei iniziò a fare dei gridolini ad alta voce senza curarsi degli sguardi infastiditi dei clienti, intanto che si avvicinava a me.

"EHI!! Hai già ordinato?!" urlò Lexi.

Tratteni a stento una risata e cercai di sorridere, scuotendo la testa.
Alzai la mia tazza dal look festoso e puntai un dito verso di essa.

"Di già...un the chai? Sul serio?!" urlò Lexi, facendo una smorfia di disgusto. "Va bene. Ordinerò io una bevanda che non sia per deboli di cuore e poi decideremo cosa mangiare tra poco, ok?" finì la frase con un'altra smorfia e poi si girò andando verso il bancone.

Risi mentalmente, mentre una donna anziana cercava di rimproverare la mia amica per essere troppo rumorosa e la guardò con un'espressione tranquilla mentre Lexi la rimetteva al suo posto con qualche parola veloce.

Mi era mancato tutto questo.
La mia vita era sempre stata movimentata insieme a lei, che era al mio fianco, quando andavamo a scuola..eravamo  praticamente inseparabili.
Era un bonus che lei avesse provato antipatia verso Ada da subito, proprio come me, ma non sono mai stata sicura che lei provasse lealtà nei miei confronti.

Il vero motivo che l'aveva portata a starmi vicino, non mi importava, ma ero veramente contenta che anche se stavamo aprendo le nostre ali nel mondo degli adulti, alcune cose tra di noi non sarebbero cambiate mai.

"Mia Dea, ma che cosa gli passa nella testa di alcune persone?" esclamò incredula, mentre si sedeva scuotendo la testa e buttando la sua borsa sulla sedia accanto a lei.

"Troppo umana per il tuo gusto?" le chiesi sarcasticamente.

"Mi ha accusato di essere troppa rumorosa e che trovava sgarbato ed offensivo il mio comportamento. Quando gli ho chiesto perché stesse lì ad infastidire me invece che stare in qualche casa di riposo a godersi la sua vecchiaia, mi è sembrata sorpresa e allo stesso tempo offesa, sopratutto che io mi sia permessa di rivolgerle una cosa del genere. Mi ha praticamente etichettato come una ragazza troppo rumorosa, maleducata, offensiva...ma cosa si aspettava che le potessi dire?" disse tirando su leggermente col naso.

Resistetti all'impulso di scoppiare in una fragorosa risata mentre scuotevo energicamente la testa.
Iniziai a sorseggiare il mio the chai.

"Non riesco proprio a capire come tu possa bere quello, è così amaro." commentai, facendo un piccolo gesto verso la sua tazza di caffè che lei teneva tra le sue mani con grazia.

"Perché  è nero come la mia anima!" sussurò dolcemente con un enorme sorriso sulle labbra. 

ALPHA NOCTURNE'S CONTRACTED MATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora