26. È IL MIO LAVORO

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POV ANN

"No, grazie! Devo andare al lavoro!" gridai improvvisamente, scuotendo la testa vigorosamente mentre mi allontanavo da lui.

Maeve emisse un ringhio arrabbiato ed io la respinsi infastidita, mentre Adam osservava ogni mio movimento come se volesse divorare ogni singolo centimetro del mio corpo.
Stavo lottando per cercare di pensare lucidamente sotto tutta quella pressione.

"Posso andare al lavoro da sola, Adam. Non voglio essere un peso per te." annunciai, cercando ma fallendo nel nascondere il tremore nella mia voce.

Adam rise.

"Non è un problema. Insisto per essere io a portarti al lavoro. Non voglio che la mia Luna, si aggiri per l'azienda con la sua eccitazione, cosi facilmente da annussare." mi rispose fermamente, quasi in tono possessivo.

Un brivido mi percorse lungo il corpo.
Non era cosi che doveva iniziare la mia mattinata.

Mentre chiudevo la portiera dell'auto dietro di me,dopo essere scesa, vidi la figura di Adam allontanarsi a tutta velocità, e lasciai uscire un sospiro di sollievo.
Il viaggio in auto era quasi stato insopportabile, a causa della tensione sessuale che c'era tra di noi.

Maeve aveva reso ancora la situazione più difficile, con i suoi suggerimenti volgari per cercare di placare la sua voglia ed io mi ero rassegnata al fatto che la mia lupa era insaziabile e che era qualcosa a cui avrei dovuto imparare a conviverci.

L'avevo ignorata di proposito per irritazione e quando entrai nella sede dell'azienda ero ancora infuriata.
Passai la mia carta elettronica e feci un cenno di saluto con la testa alle signore delle reception, che mi avevano fatto un saluto molto frettoloso.

Attraversai il corridoio e mi diressi dritta verso l'ascensore, dove aspettai pazientemente il suo arrivo, poi entrai dentro di esso e premetti il pulsante che mi avrebbe portato all'ottavo piano.

La Veritas Estates era fiorita da quando avevo preso il comando.

Siamo specialisti nell'acquisto di proprietà fatiscenti e abbandonate, le ristrutturavamo prima di venderle a profitto.
Il mio predecessore si era solo concentrato su proprietà commerciali o sull'acquisizione di aziende in difficoltà, prima di smantellarle completamente e vendere i loro beni.

Ma io, avevo visto del potenziale delle proprietà altamente specializzate, per poi ristrutturarle in modo tale da soddisfare le varie esigenze della vasta comunità sovrannaturale. 

Branchi sbandati e altri mutaforma sfollati, nuovi nidi di vampiri o nidi gia stabiliti, e costretti a trasferirsi, c'era un enorme mercato per proprietà già adatte alle loro esigenze, e spesso erano disposti a pagare qualsiasi cifra.

Ero riuscita ad instaurare una stretta collaborazione con il Consiglio dei Vampiri, e li informavo in anticipo di qualsiasi proprietà che sarebbe stata disponibile nei prossimi mesi, e anche loro mi tenevano al corrente delle loro esigenze delle varie ubicazioni e condividevamo una situazione redditizia da questo punto di vista.

Uscii dall'ascensore,quando ebbi raggiunto il mio piano e passai di nuovo la mia carta elettronica per poter accedere agli uffici privati.

La mia assistente Eva, alzo il suo sguardo, sorpresa, e si affrettò ad accogliermi calorosamente.

"ANN! Come stai? Non mi aspettavo di vederti così presto...anzi, considerando tutto quello che è successo di recente..." lei si interuppe e il suo caloroso sorriso svanì, trasformandosi in una smorfia.

Feci una sonora risata.

"I problemi capitano a tutti noi, Eva. Inoltre, sai che preferisco essere impegnata in qualcosa di produttivo piuttosto che abbattermi nella mia stessa miseria."

Eva mi guardò seriamente e sembrò esitare un po' prima di parlarmi.

"Per quanto possa valere, Ann. Penso che tu possa meritare di meglio....l'ho sempre pensato. Hai portato questo dipartimento quasi fallito, a diventare uno dei più di successo e  redditizi del gruppo Veritas...dovresti essere orgogliosa di te stessa. Non è affatto semplice quello che hai fatto!!"

Sentii le mie guance inporporarsi leggermente per l'imbarazzo.
Non sono abituata a ricevere dei complimenti.

"Davvero Eva...grazie, ma... è il mio lavoro..."

"No, Ann! È più di così. Ti sei assicurata che tutti i tuoi dipendenti siano tutelati e hai assunto delle persone completamente inesperte in questo campo, che se non grazie a te, non avrebbero mai avuto una possibilità nel mondo del lavoro..."

Ridacchiai.

"Sai come la penso su questo argomento. Le circostanze della tua nascita non dovrebbero limitare ciò che puoi ottenere. Quando sarò troppo vecchia per gestire tutto questo, spero di aver cresciuto i miei figli e che condividono la mia stessa etica, altrimenti metterò uno dei miei più fidati dipendenti, nel mio vecchio ruolo."

Eva mi fece un enorme sorriso soddisfatto.

"Spero che la tua sorellastra Ada, non complichi troppo le cose per te, Ann. Meriti di meglio, di quello che quella famiglia subdola e malvagia ti ha riservato..."

"Non ero al corrente che la mia vita fosse un argomento cosi caldo di gossip." le risposi fredda e con un sopracciglio alzato.

Ada aveva gia diffuso la sua parola velenosa nella società?

Mi preoccupai.
Pensavo di essere al sicuro dai pettegolezzi nel mio stesso reparto in azienda, ma questo non si applicava necessariamente al resto del personale di tutta l'azienda.

Eva si mosse a disagio sul suo posto.

"Non è solo la tua vita, Ann. La vita dei reali di solito viene seguita da vicino dai dipendenti dei vari uffici, e dalla gente mondana...sai come possono diventare." disse Eva con una leggera smorfia.

Annuii alle sue parole e tirai un sospiro.

"Purtroppo, lo so. Ora, vado a controllare le mie e-mail. Per caso, ci sono dei messaggi lasciati per me?"

"No...ahh....aspetta! Si...hai circa quaranta o più messaggi, sono tutti di Brad..."si interuppe esitante per lo sguardo glaciale che le stavo rivolgendo.

La vidi deglutire visibilmente e annui vigorosamente. 

"Nessun problema. Vai pure nel tuo ufficio, Ann. Di quei messaggi me ne occupo io, non preoccuparti. Vuoi che ti porti un caffè?"

"Si, grazie Eva." le dissi facendole un sorriso forzato e mi voltai dirigendomi verso il mio ufficio.

Mi ero impegnata a rispondere alle varie e-mail per la maggior parte della mattinata.
Mi appoggiai allo schienale della mia sedia e sorseggiai il mio terzo caffè della giornata, tenendolo stretto  tra le mie mani.






















ALPHA NOCTURNE'S CONTRACTED MATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora