7. IO,ANN VERITAS,TI RIFIUTO...

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POV ANN

Mi svegliai di soprassalto, con la vibrazione incessante del mio cellulare che era appoggiato sul comodino.

Avevo il battito del mio cuore che batteva all'impazzata, a causa di essere stata svegliata inaspettatamente così all'improvviso e con forza, annaspai cercando di trovare quel dannato aggeggio con la vista ancora offuscata.

Quando finalmente le mie dita si appoggiano sulla superficie familiare del mio telefono, controllai velocemente l'identità sullo schermo e vidi che lampeggiava il nome del mio ex-traditore-bastardo.

Strinsi gli occhi e premetti sulla cornetta rossa, rifiutando la sua chiamata.
Gettai di nuovo la testa sul cuscino.

Guardai il mio cellulare, avevo 32 chiamate perse, un flusso infinito di messaggi tra semplici sms e quelli dei social media, che comparivano nella barra delle mie notifiche.

Sbuffai sarcasticamente.

Girai la testa e osservai la mia stanza.
Un sorriso ironico si formo sulle mie labbra mentre il mio sguardo si posava sull'abito da sposa che ieri sera mi ero tolta e lo avevo lanciato, lasciandolo accartocciato in un angolo della stanza.

Oggi sarebbe stato il giorno in cui avrei dovuto sposarmi....
Il giorno che avevo sempre sognato e pianificato per tutti questi lunghissimi anni.
Invece ora era stato tutto completamente distrutto in un solo istante.

Il mio cellulare tornò a vibrare nella mia mano, diedi una rapida occhiata allo schermo, rivelandomi l'ennesima chiamata di Brad.
Presi un lungo respiro prima di rispondere.

"Che cosa diavolo vuoi?" gli chiesi con tono piatto.

"Ann, per favore, devi assolutamente credermi, non è come sembra...." iniziò a farfugliare frettolosamente, prima che lo interrompesi con una forte risata.

"OOHH,MA VAFFANCULO BRAD! È esattamente quello che sembra, e tu lo sai benissimo. Non prendermi in giro, più di quanto tu non abbia gia fatto. Io e te abbiamo chiuso!"

"ASPETTA, ANN! Non puoi dire sul serio?? Ho fatto un solo errore dopo tutti questi anni..."

"SOLO UNO??? Ma che strano! Ada era più che entusiasta di raccontarmi tutti i gloriosi dettagli della vostra sordita relazione, nel corso di questi anni che avete avuto alle mie spalle."

"COSA?! Sta ovviamente mentendo! Te lo giuro, Ann.....È successo solo una volta di andare a letto con lei ed ero completamente ubriaco fradicio...."

"È INCINTA DI TUO FIGLIO, BRAD!" gli grida gelida.

Un gelido silenzio si potrasse per diversi minuti.
Mi strinsi il braccio libero attorno al mio corpo, sentendo dei brividi che mi percorrevano lungo il corpo.
Volevo che Maeve mi parlasse con qualche suo commento arrogante e inapropriato, ma da quando eravamo tornate a casa ieri sera, non c'è stato altro che silenzio da parte sua.

"Impossibile! Non è mio figlio! Non c'è alcuna minima possibilità che sia mio." rispose alla fine, ma nella sua voce c'era una leggera nota di panico.

"Non mi interessa! Brad, questi non sono affari miei che mi riguardano. Trova un dannato modo per sistemare tutta questa faccenda, da solo." dissi con disinvoltura.

Stavo eregendo delle forti e spesse mura intorno al mio cuore, in modo tale che lui non mi potesse più ferire in quel modo. 

"COSA?? Certo che sono affari tuoi! Sarai mia moglie nel giro di pochissime ore. Possiamo affrontare questa cosa insieme,Ann. Noi c'è la faremo..."

Sbuffai sonoramente e risi forte alle sue parole.
Era una risata privata di felicità ma piena di schermo.

"Non puoi seriamente dire che ti aspetti che io continui a portare a termine questo matrimonio, dopo tutto quello che mi hai fatto, Brad. Supera di gran lunga te stesso. Mi rifiuto di fare la matrigna per il moccioso della mia sorellastra...tutto questo va al di là di ogni sorta di possibile cazzata!" dissi con sarcasmo.

"Non puoi semplicemente annullare il matrimonio! Ci sono voluti mesi per organizzarlo! Le persone che abbiamo invitato hanno viaggiato per diverse ore e contee solo per partecipare oggi. Cosa pensi che dovrei dire a tutti loro?"

"Che hai infilato il tuo cazzo dentro la figa dell mia sorellastra, tradendo la tua vera compagna, ma...l'onesta a quanto pare non è proprio il tuo punto forte, vero?!"

"Ann, per favore..."

"VAFFANCULO, BRAD! Spero con tutto il cuore che il tuo lupo ti abbandoni."

"Ecco...non.."

"Io, Ann Veritas, ti rifiuto..."

Sentii il suono della chiamata interrompersi, risuonava forte dentro al mio orecchio. 
Fissavo la schermata del mio telefono incredula.

Ha appena...
BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!
Lanciai  con rabbia il mio telefono verso il muro, lo vidi schiantarsi contro il muro davanti a me e poi cadere sul pavimento.

Se Brad pensava che chiudermi la chiamata, lo avrebbe salvato dal mio rifiuto, non sapeva che avevo in mente un'altra cosa in serbo.
Scivolai giu dal letto furiosa, andai a farmi una doccia veloce e decisi di lavarmi anche i capelli, poi iniziai a prepararmi.

"Piccolo coglione arrogante e ossessionato da se stesso. Come osa non volere ascoltare il mio rifiuto. Aspetta solo che io possa mettere le mie piccole mani su di te, piccolo sporco idiota!" mormorai furiosamente da sola,mentre mi vestivo velocemente e prendevo il cellulare dal pavimento.

Mi precipitai fuori dalla mia camera da letto e schivai a malapena le cameriere, che si stavano rapidamente preparando a pulire le camere, mi diressi  in cucina  per prendere una colazione da portare via con me.

Il personale della cucina mi diede un cesto con dentro un panino con pancetta e uova, li ringraziai mentre mi voltavo e andavo dritta verso Ada.

Ada strillò quando il suo caffè, che le era stato appena portato, le si rovescio' addosso e mi guardò rabbiosa.

"Attenta a dove vai, mostro! CAZZO! Questo vestito era nuovo, ora per colpa tua è completamente rovinato!" si lamentò.

"Nuovo?! Pensavo che i vestiti sciatti fossero più il tuo stile." le dissi mentre la superavo.

"AWWWW, la piccola principessa è ancora arrabbiata perché sarò io a sposare il suo vero compagno, dato che sono una scelta migliore?! Davvero Ann, sei già abbastanza brutta, ma se lasci che la gelosia ti pervada, nessuno ti vorrà"

La sua risata stridula mi trapasso i timpani, mi voltai verso di lei ringhiandole furiosamente e andandogli incontro.

Lei emisse un urletto stridulo, con gli occhi spalancati dalla paura mentre cercava di allontanarsi da me, ma era troppo lenta.

La sbattei contro il muro con forza che non pensavo neanche di avere e l'aria che era nei suoi polmoni si dissolse.
Il mio avanbraccio premette minacciosamente contro il suo collo e lei rimase senza fiato ed immobile, mentre io la fissavo negli occhi.

Era completamente in preda al panico.






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