🎀🩷
MADISON
Chiudo gli occhi con forza, strizzandoli.
Beccata.
La voce dura e graffiata di mio padre mi rimprovera alle spalle.
«Stavo ammirando il tuo bellissimo portachiave. Dove l'hai preso? Mi piacciono molto queste strisce colorate casuali su un ghiacciolo trasparente» dico con voce palesemente finta.
Lui alza gli occhi al soffitto.
«Madison. Cosa stai facendo? Perché hai in mano le mie chiavi?»
Pensa veloce, Madison. Veloce.
«Va bene» sbuffo «scusa, ma mi vergogno a sembrare scema...la verità è che ero convinta che fossero le mie chiavi».
Lui aggrotta le sopracciglia, poi rilassa il viso.
Scrolla le spalle, in segno di indifferenza.
«Va bene. Adesso vai a dormire»
Annuisco e scappo via.
In camera mia c'è Noah addormentato, ma faccio come se lui non fosse lì.
Tolgo il maglione e lo poggio sul letto, poi vado in bagno, dove mi spoglio del tutto.
Entro nel box doccia e l'acqua calda mi scivola sulla pelle.
Dopo essermi messa l'intimo metto i pantaloncini e la canotta del pigiama.
«C'era anche la ragazzina fastidiosa alla festa da cui sei appena tornata?».
La voce di Noah mi fa sobbalzare.
Ho i capelli raccolti in uno chignon disordinato e un pigiama bianco con tante piccole ciliegie raffigurate sopra, sono inguardabile.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate.
Adesso siamo uno di fronte all'altra, anche se con qualche metro di distanza visto che lui è sul mio piccolo divano.
«No, non c'era» rispondo.
Noah è simpatico, e sembra un bravo ascoltatore.
«Come è andata la serata?»
Scrollo le spalle e curvo leggermente le labbra.
«Bene. Abbiamo giocato a carte e mangiato la pizza. Era una serata gioco, niente di movimentato, non era una festa».
Lui annuisce e sembra interessato.
Solo in quel momento mi rendo conto che è un adolescente e che magari voleva essere invitato a qualche festa di qua.
«Noah, quanti anni hai?» chiedo come prima cosa.
Mi risponde che ha diciassette anni e io annuisco.
«Quanto ancora starete qua?» chiedo.
So che devono stare un altro solo giorno, ma magari ho capito male, non stavo ascoltando bene mia madre prima.
«Partiamo dopodomani pomeriggio»
Annuisco.
Domani sera c'è una festa... magari potrei invitarlo e scoprire più cose su di lui.
«Noah. Domani sera ci sarà una festa...ti va di venire con me e il mio migliore amico?»
Lui scrolla le spalle.
«Grazie per l'invito, ci penserò»
Non si scompone quasi mai. Incredibile.
Sorrido e una ciocca ramata dei miei capelli scivola via dall'elastico, cadendomi davanti agli occhi.
«Madison. Perché mi stai invitando ad una festa?» mi domanda poco dopo.
Sollevo le spalle e sospiro.
«Pensavo volessi venire, vedere le feste di qua»
Lui curva leggermente le labbra, ma dura una frazione di secondo, infatti l'attimo dopo è tornato nuovamente alla sua solita espressione.
«Grazie, Madison»Mi sveglio con la luce del sole in faccia ,che mi tortura.
Sollevo lo guardo.
Noah non è in camera.
Recupero il mio telefono dal comodino e scrivo un messaggio a Ryan.M: Oggi dopo scuola nell'aula di teatro.
Spengo lo schermo del cellulare e lo poggio sul letto.
Mi alzo e vado in bagno.
Dopo aver fatto una doccia calda indosso la divisa, e vado in cucina.R: Va bene, Piccola Mad. Cosa hai in mente?
Sorrido.
M: Lo scoprirai.
Afferro una tazza e ci verso dentro del caffè, poi inizio a sorseggiarlo.
Dopo scuola arrivo nell'aula di teatro e attendo l'arrivo di Ryan.
Lo vedo, alto e imponente, varcare la porta.
Il teatro è buio, fatta eccezione per certi spiragli di luce provenienti da qualche finestra.
«Ho bisogno del tuo aiuto» dico, mettendomi seduta su una poltroncina dal velluto rosso e delicato.
«Dimmi tutto» dice sedendosi sulla poltroncina accanto alla mia.
I lineamenti del suo viso sono duri e definiti.
I suoi occhi taglienti e maliziosi, ma allo stesso tempo gli illumina una dolcezza unica.
«Potresti distrarre la professoressa di informatica domani all'intervallo? Al di fuori della classe, in modo che rimanga vuota possibilmente».
Lui inarca un sopracciglio e mi guarda in silenzio.
«Non sarà facile allontanarla...l'aula è rimasta chiusa per giorni e giorni e sai quanto le piaccia quel posto...»
Lo guardo e penso a un modo per convincerlo, poi mi ricordo che è pur sempre Ryan, quindi basta una semplicissima frase.
«Ti prego, fallo per me. Fallo per la tua migliore amica».
Lui sorride e annuisce dicendo: «va bene».
Esco dall'aula di teatro compiaciuta, e verifico se quel graffio che avevo fatto sulla finestra giorni e giorni fa è ancora perfetto.
Quando arrivo è ancora così, quindi decido di andare a casa e finire di perfezionare il piano.
STAI LEGGENDO
Maybe madly in love with you
Roman d'amourDue anime perse e spietate. Una storia in cui caos e passione sono le parole chiave. Madison Lewis, la classica ragazza bella e desiderata con un alone di mistero che la avvolge. Blake Harris, il ragazzo violento, che non risparmia nessuno, e tem...