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🎀🩷

MADISON

Arrivo a scuola con la spalla dolorante.
Durante l'intervallo vado all'armadietto per prendere un altro antidolorifico, in modo da riuscire a fare educazione fisica.
Quando arrivo nello spogliatoio metto una canottiera grigia e dei pantaloncini bianchi, poi faccio uno chignon alto, lasciando fuoriuscire alcuni ciuffi di capelli ramati.
Arrivo in campo e inizio a fare il riscaldamento, ma quando inizio a giocare a pallavolo e, mentre sono girata, mi arriva una palla sulla spalla, gemo dal dolore, che comincia ad espandersi a macchia d'olio in tutta la zona della ferita.
Chiedo perciò alla professoressa di potere andare nello spogliatoio a cambiarmi la benda.
Quando arrivo nello spogliatoio l'unica cosa che non faccio è proprio quella, cambiarmi la benda.
Infatti prendo l'ennesimo antidolorifico. La ferita deve sicuramente essersi infettata.

Avverto dei passi dietro di me.
Mi giro e Blake mi spinge contro il muro.
«Dimmi il fottuto nome della persona che ti ha fatto questo» sibila.
Lo spingo via, ma lui non si muove.
«Lewis. Non sto scherzando. Chi ti ha fatto questo?».
Scuoto il capo e sorrido.
«Che c'è? Ora ti preoccupi per me, Harris?» lo provoco.
Lui fa un passo in avanti.
Sento il suo respiro sul volto.
«Sempre, Carotina. Sarai una rompipalle, ma nessuno ha il diritto di toccarti».
Sbuffo e mi faccio seria.

Le lacrime cercano di uscire prepotentemente dai miei occhi.
«Blake...» sussurro.
Lui sembra non capire. Mi guarda con un'espressione confusa.
«Questa ferita è stata fatta con una pistola. Ho dovuto togliere il proiettile e chiudere la ferita da sola, mi fa un male cane. Sarà il quarto antidolorifico che prendo».
Lui sbarra gli occhi.
«Dimmi il nome del figlio di puttana che ti ha fatto questo. Subito» sibila.

Mi arrendo e sospiro.
«Amir Harrison. Il mio ex. Non lavora da solo, ma non so con chi. Non fare nulla, potrebbe essere pericoloso» rivelo.
Lui si avvicina al mio volto.
Sento il suo respiro caldo solleticarmi la pelle.
«Piccola Carotina, non hai ancora capito nulla di me, vero? Bruce e Rashad ormai ti considerano un'amica...quindi se toccano un'amica dei miei amici spacco la faccia al diretto interessato, in questo caso Harrison». 

E dopo aver detto questo esce dallo spogliatoio.
Quando, però, torno in campo lui non è lì.
Oh, no.
Qui prevedo guai.
Guai seri.

Esco dalla palestra con la scusa di non sentirmi bene e di dover andare in infermeria.
Non importa se sono in condizioni discutibili. Non mi importa nulla.
Devo semplicemente salvare Blake dalla sua possibile morte.
Guardo nell'aula di Amir, ma lui non è in classe, nonostante il suo libro aperto sul banco.
Vado fuori, nel giardino sul retro ed è lì che vedo una delle scene più brutte mai viste nella mia vita, oltre l'omicidio da me commesso.

 Sono fuori dal cancello e si stanno picchiando.

La cosa scioccante è tutto il sangue che gli ricopre e che giace sull'asfalto.
Blake è a cavalcioni su Amir e continua a tirargli pugni sul volto.
Sbarro gli occhi e corro verso di loro.
«Basta! Vi prego smettetela!» imploro con gli occhi lucidi e la voce rotta.
Blake molla Amir e si alza.
«Vedi, Harris, l'hai spaventata» dice il secondo, che respira a stento e ha un'espressione distrutta, poi si alza e mi prende per i fianchi, facendomi sbattere contro il suo petto.
Sbarro gli occhi, mi volto verso di lui e gli tiro uno schiaffo.
«Vedi, Amir, credo che tu abbia avuto una sensazione sbagliata» sussurra Blake, circondandomi le spalle con un braccio e portandomi via.

 
Ho ancora le lacrime agli occhi e sono sconvolta.
Blake mi fa sedere su un gradino di un edificio e si mette in piedi davanti a me.
«Ho fatto la cosa giusta, fidati di me» sussurra.
Sono sconvolta e il vento freddo di novembre comincia a farsi sentire, perciò inizio a tremare, visto il mio abbigliamento attuale.
Blake se ne accorge e mi lancia il suo giubbotto in pelle.
«Mettitelo. Stai congelando vestita in quel modo».

Quando torno a scuola vado a cambiarmi, poi recupero le mie cose e torno a casa distrutta.
Ad aspettarmi davanti all'ingresso di casa, però, c'è Blake.
«Perché sei qua?» chiedo confusa.
Lui mi guarda e fa un passo verso di me.

«Hai detto che l'hai medicata da sola. Io ho molta più esperienza di te, perciò se vuoi evitare un'infezione ti conviene farmi fare» dice.
Mi mordo la lingua in modo da riuscire a non provocarlo, poi lo faccio entrare in casa.
Arriviamo in camera mia e io gli passo il kit medico.
«Togliti la camicia» mi dice.

Lo guardo male e lui sbuffa.
«Come faccio a medicarti se hai dei vestiti sopra la ferita?» chiede.
Non ho problemi con il mio corpo, non mi vergogno, ma il fatto di stare solo con il reggiseno davanti a lui mi mette a disagio.

Tolgo la camicia e lui mi toglie la benda che ho messo sopra la ferita, poi sbarra gli occhi.
Guardo la mia spalla e sono più scioccata e spaventata di lui.
La ferita, come mi ricordavo, è chiusa male, ma sta fuoriuscendo un liquido giallino e la pelle è sempre sui toni di quel colore.
Lui, però, non si ferma.

Afferra un batuffolo di cotone e ci mette sopra il disinfettante, poi disinfetta la ferita.
In seguito chiude meglio la ferita e ci applica una specie di gel freddo e trasparente che aveva portato da casa.
Solo dopo mette una benda pulita.
Il modo in cui i suoi polpastrelli freddi toccano con delicatezza la mia pelle nuda mi fa rabbrividire.

 «Se hai mal di testa, febbre o qualcosa del genere chiamami. Magari cerca di non ubriacarti per qualche giorno, altrimenti non distingui quel mal di testa da quello dovuto alla possibile infezione. Cambia il cerotto ogni giorno e quando lo cambi metti il gel che ti ho lasciato».
Annuisco, gli rendo il giubbotto che mi ha prestato questa mattina, e se ne va.

Il giorno dopo mi alzo e la mia ferita è già meno dolorante.
L'unica cosa che non spiego è la frase detta da lui ieri.
Ho più esperienza di te.
Cosa significa? Dovrei avere paura? Non credo che vada in giro a chiudere ferite alla gente.

 Faccio la verifica di chimica, poi vado ad assistere ad uno spettacolo nell'aula di teatro, che hanno fatto quelli del primo anno.

Quando mi alzo per andare al bagno, però, sento che in quello degli uomini Blake, Rashad e Bruce stanno discutendo su qualcosa.
Sembrano preoccupati e arrabbiati.
Dovrei farmi i fatti miei e stare alla larga dai guai? Assolutamente sì. Ho intenzione di farmi sul serio i fatti miei e non mettermi di nuovo nei guai? Assolutamente no.

Maybe madly in love with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora