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Questo capitolo contiene un pochino di spicy.

❤️🍬

AVA

Cammino in una stradina di fianco alla villa.
Ha dei fiori rossi estremamente belli, ma porta ad un bosco che non mi ispira particolare fiducia.

Ha dei fiori rossi estremamente belli, ma porta ad un bosco che non mi ispira particolare fiducia

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Finisco di percorrere la stradina e mi immergo nel bosco.
A destra trovo un coniglietto che scappa via saltellando e a sinistra vedo qualche uccellino.

Perché sono venuta qua?

«Oh sei venuta alla fine» la voce di Ryan mi fa sobbalzare.

Annuisco e lui mi avvolge con le sue braccia, donandomi un abbraccio.
«Perché mi volevi vedere?».
«La tua amica, Scarlett è single?».
«Non lo sai? Le piacciono le ragazze, stavamo insieme».
«Cosa? Sia a te che a lei piacciono le ragazze?»
Annuisco.

«Oh, non pensavo. Vabbè pazienza allora non ci proverò con lei»
«Non dovresti mai dare per scontato l'orientamento sessuale di una persona» parto sulle difensive, senza nemmeno un motivo ben preciso.

Lui si accende una sigaretta, mi saluta e se ne va.

Non ho intenzione di tornare alla festa, non ora per lo meno. L'idea era di fare ingelosire Scarlett, ma la verità è che sto uno schifo.

Continuo a camminare nel bosco e mi metto seduta sotto un albero ad ascoltare i suoni della natura, cercando di svuotare la mente e rilassarmi.

Non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina e questa frase che viene usata come metafora è proprio vera.

Questo bosco sembrava cupo e spaventoso, ma appena sono entrata mi ha dato un senso di pace assurdo.
I suoni iniziano a rilassarmi un po' troppo e finisco per addormentarmi.

Al mio risveglio non trovo una buona notizia.
Non ho più le scarpe.
Il cielo è di un nero intenso e nel bosco non si vede quasi nulla.
L'unica fonte di luce è la luna.

Cerco la mia borsetta in modo da prendere il telefono per chiamare Madison, ma è sparita.
Non vedo nulla.

Cerco con le mani la mia borsa, ma continuo a non trovarla e un po' vado nel panico. Non mi piace il buio.

Sono dieci minuti che continuo a cercare e finalmente la trovo.
Afferro il telefono, ma la batteria è scarica.
La fortuna non è decisamente dalla mia parte.
Provo a seguire il sentiero e finalmente trovo la stradina di campagna cinta dai cespugli fioriti.

Proseguo dritta e vedo le luci della villa splendere nel buio.

Quando, però, provo ad entrare le porte sono chiuse.
I giochi sono iniziati e ho lasciato Madison partecipare da sola. Che casino.

Provo a salire al piano di sopra, sperando che i giochi siano appena iniziati e le porte per il pubblico siano ancora aperte, ma anche quelle sono chiuse. Ciò significa che mezzanotte è passata da almeno venticinque minuti.

So che Madison è una ragazza in gamba e che se la sa cavare da sola, ma spesso è troppo impulsiva ed è per questo che solitamente faccio con lei i giochi. Mi assicuro che ragioni bene.

Sbuffo e incontro una ragazza dai capelli lunghi e biondi.
Ha gli occhi azzurri e le labbra carnose e arrossate dall'alcol che sta sorseggiando.
Mi squadra curiosa.

«Come mai non porti le scarpe?»
«Storia particolare. Mi sono seduta un attimo nel bosco per riposare, mi sono addormentata e mi sono ritrovata senza».
Chi cazzo crederebbe ad una storia del genere? È folle, eppure è andata così.

«Oh, che ne dici di venire un attimo in piscina?».
Decido di seguirla e iniziamo a parlare a bordo piscina.

Mi offre un drink, ma io non mi limito a uno, e nemmeno lei.

Mi propone di andare nell'idromassaggio riservato e io accetto.

L'alcol comincia a farmi pesare la testa e mi ritrovo la ragazza nuda nell'idromassaggio davanti a me.

Mi spoglio e la raggiungo, con aria maliziosa.
Cominciamo a parlare e dopo qualche minuto lei mi bacia.
La sua lingua è bollente e cerca la mia con passione.
Le sue mani scorrono lungo il mio corpo, fino ad arrivare al mio inguine.
Un suo dito affonda dentro di me e io mi ritraggo.

Ho bevuto, ma non così tanto, riesco ancora a ragionare in modo abbastanza lucido.
Lei sbuffa.
«Non vuoi divertirti?»
«Sì, ma non so nemmeno il tuo nome»
«Sono Taylor. Adesso possiamo proseguire?»
«Va bene»

Sono comunque Ava, la ragazza che ama divertirsi e fare esperienze.
Taylor sorride soddisfatta e riprende a baciarmi.
Questa volta, però, mi solleva e mi mette seduta sul bordo dell'idromassaggio.
Mi spalanca le gambe in un gesto rapido e la sua lingua comincia ad assaporare la mia intimità, insinuandosi tra le pieghe e facendomi godere terribilmente.

***

Mi sveglio.
La testa mi fa ancora male per l'alcol di ieri.
Ho bisogno di una doccia, così mi libero dei vestiti e mi metto sotto il getto d'acqua fresca.
Ed è qui che arriva il mio incubo.

Esco dalla doccia e, ancora in accappatoio, vado in cucina a mangiare qualcosa.
«Ava! Dove cazzo eri ieri notte?» sbraita mia madre.
«Ero con Madison».
«Lo so che dovevate andare a quella festa, ma dovevi tornare entro l'una! E invece sei tornata alle quattro e mezza! In più sei in ritardo, dovevi essere a casa di Scarlett un quarto d'ora fa! Hai il pranzo con i suoi genitori!».

Scuoto il capo.
«Io e Scar ci siamo lasciate».
Basta una frase a farle cambiare il tono di voce e l'espressione impressa sul suo volto.
Mia madre crede alle anime gemelle e al vero amore e credeva che io e Scarlett fossimo fatte l'una per l'altra, ma se ci siamo lasciate non era sicuramente così.

«Oh, mi dispiace» si limita a dire.
«Adesso prendo qualcosa da mangiare e mi sdraio di nuovo».
Faccio un passo verso il frigorifero, ma mia madre mi ferma.

«Hai bevuto ieri sera, vero?».
«Un pochino, giusto uno o due bicchieri» borbotto, cercando di non destare sospetti su cosa potessi mai aver fatto.

Prendo un pezzo di crostata alla ciliegia dal frigo e poi torno in camera mia.
Mangio la crostata e mi vesto.
Tempo di poggiare la testa al cuscino che crollo nuovamente nel sonno.

Mi sveglio e prendo il telefono.
Cinque chiamate perse di Madison e quarantasette messaggi.
Vuole sapere che fine ho fatto. Cosa abbastanza logica. Sono sparita nel nulla.

Le rispondo, ma solo adesso il mio occhio cade sull'orario.
Le tre e mezza del pomeriggio.
Cazzo.





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