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🎀🩷

MADISON

Quella sera nella panchina.

Ho sempre saputo che mio padre è un uomo di merda, ma sinceramente non pensavo così tanto.
Fisso quella pagina scioccata.
Blake si irrigidisce e mi guarda.
«Mi dispiace» sussurra.
Vorrei scappare via. Sparire. Provo un misto tra vergogna, tristezza, rabbia e incredulità.

 Grady Lewis. Mandato d'arresto per utilizzo e diffusione di sostanze stupefacenti.

Grady Lewis. Mandato d'arresto per abuso.
Grady Lewis. Mandato d'arresto per abuso sessuale.
Grady Lewis. Mandato d'arresto per abuso su un minore.
Grady Lewis. Mandato d'arresto per utilizzo di armi non registrate.
Grady Lewis. Mandato d'arresto per omicidio.

 L'ultima mi fa venire i brividi.

La cosa più scioccante è che lui non è mai stato arrestato. Mai. Quindi perché tutti questi mandati ufficiali se poi non lo hanno arrestato? E perché in questo fascicolo sono segnati tutti?
«Lui non è mai stato arrestato» realizzo a voce alta.
Blake annuisce.
«Ciò può significare solo una cosa. Qualcuno di importante, che sta nella finanza o in politica, lo ha aiutato» dice.
Rashad guarda in silenzio.
Io ho le lacrime agli occhi.

 Due signori alti e robusti con aria altamente arrabbiata cominciano ad avvicinarsi a noi.

Rashad sparisce subito dentro il locale, io rimango immobile, mentre Blake si solleva in piedi e mi afferra il polso.
«Andiamo» sussurra, poi mi trascina sulla sua moto, porgendomi un casco.
In poco tempo sfrecciamo via, ma anche i due sono su una moto e ci stanno inseguendo.
«Reggiti a me. Devo accelerare» urla per sovrastare il rumore dell'aria in cui stiamo sfrecciando.
Avvolgo il suo addome con le braccia e mi reggo.
Immediatamente accelera e in pochi minuti seminiamo i due signori.
Ci fermiamo in un distributore automatico.
Lui inserisce due monete e prende una birra.
«Chi erano?» chiedo.
Lui sorseggia la bevanda fresca e mi guarda dall'alto.
«Non sono cazzi tuoi» sibila.
Alzo gli occhi al cielo e lui alza l'angolo della bocca in un accenno di sorriso, che però dura letteralmente un secondo.

 Poco dopo mi porta a casa.

Ormai è l'una, perciò devo essere silenziosa.
Entro in casa e poso le chiavi, poi chiudo la porta.
«Punizione»
Sobbalzo per la paura.
Mia madre è seduta sul divano con un calice di vino bianco in mano.
Ha un aspetto orribile, sembra sconvolta.
I capelli castani sono raccolti in uno chignon disordinato e la faccia è molto pallida. Ha due occhiaie profonde e porta dei pantaloni grigi leggermente grandi e una maglietta a maniche lunghe di un'altra tonalità di grigio.
«Come scusa?»
Lei finisce di bere il vino in un sorso, poi torna con lo sguardo su di me.
«Ho detto che sei in punizione. Non mi hai chiesto di poter tornare a quest'ora. Ero preoccupata, non rispondevi e non avevo la minima idea di dove potessi essere. Non uscirai per una settimana!»
No, no, no, no, no, no, no, no. Tra due giorni iniziano le feste più belle del mese! L'idea era di andare a tutte!
«Mi sembra esagerato! Certe volte sono tornata anche più tardi, ma non mi hai detto nulla! In più non mi avevi detto che dovevo tornare prima di un certo orario, quindi non ha senso! Tra due giorni iniziano le feste più belle del mese in occasione di Halloween! Non puoi farmi questo!» sbraito.
Lei si alza in piedi e si avvicina a me.
«Decido io cosa posso e non posso farti. Hai proprio rotto le palle con questo atteggiamento da prepotente e viziata. Io e tuo padre non ti abbiamo cresciuta così»
Le lacrime mi impediscono di vedere bene, ma non piangerò. Non davanti a lei.
«Tu e mio padre non mi avete cresciuta, che è una cosa ben diversa» sibilo con voce rotta.
Mia madre scuote il capo e si mette a ridere.
«Continui a sparare cazzate o te ne vai immediatamente in camera? Io consiglierei la seconda» dice, costringendomi ad andare in camera mia.

Maybe madly in love with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora