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Riccardo pov.

Mangio i miei saikebon confezionati osceni.
Ho messo troppa acqua,sono freddi e ho versato tutta la bustina di polverina,mi è anche caduta la mano con il sale.Fanno cagare.

Dopo due forchettate butto tutto nel bidone per  lo sdegno.

Sento bussare alla porta e mi chiedo chi mai potrebbe essere a quest'ora della notte.

Quando apro la porta perdo un battito.
Quasi mi viene da vomitare,lo stomaco si attorciglia in una morsa dolorosa che prosegue per tutta la gola.Non riesco a deglutire.

Chiudo la porta ma viene bloccata dall'uomo che mi tormenta nei sogni,che mi ha traumatizzato,l'uomo per cui non riesco a guardarmi allo specchio,l'uomo che ha ucciso mia sorella e mia madre,l'uomo che mi fa odiare il contatto fisico.

Lo temo. 

Lo odio con tutto me stesso.

<<Che cazzo ci fai qui!eri dentro>> dico iniziando a respirare con fatica.
<<Ho il permesso,me l'hanno concesso per la buona condotta>> dice.
<<Sono venuto a trovarti>> una lacrima scende sul mio viso.
Forzo la porta per chiuderla ma in pochi secondi mi ritrovo il suo corpo di fronte al mio.

Stavolta devo agire.

Lo devo fare per mia sorella che mi guarda dal cielo,lo devo fare per tutte quelle persone nella mia stessa situazione e che non hanno il coraggio di reagire.

<<Che ne dici se ci divertiamo come facevamo prima>> scoppio a piangere ma non mi decompongo.

<<Vattene>> dico spingendolo.

La sua mano grande mi spinge il petto nel muro difronte alla porta.

La mano scende.

Voglio morire.

Uccidetemi.

Non voglio rivivere tutto questo.

No.
Nella mia mente si riproduce l'immagine di mia sorella che mi guarda schifata perché mi faccio fare tutto questo.

<Ma non ti fa schifo?>> dico continuando a piangere.

<<Perché non vai a puttane?>> urlo.Ma mi prende per il collo impedendomi di respirare correttamente.

<<Perché tu sei la mia puttana.Sono il tuo tormento e tu e tua sorella eravate la mia ossessione e tu,lo sei ancora dato che sei vivo>>

Una martellata al cuore arriva prepotente quando la nomina.

<<Solo stanotte e ci vediamo la prossima volta>>
Continua ad accarezzarmi le cosce poi mi gira con la faccia al muro.

Sento la sua mano palparmi d'ovunque e quello che provo dentro è inesprimibile.
Una sensazione di disgusto mischiata al dolore eterno.Quello che mi perseguiterà per sempre.

Sento di nuovo bussare alla porta.
Continua imperterrito a toccarmi.

<<Aiuto!>>grido fortissimo per farmi sentire da chi c'è dietro alla porta.
<<Ci sono un paio di chiavi sotto il tappeto>> urlo ancora più forte.

Mi sbatte la testa contro il muro,fortunatamente l'impatto avviene lateralmente quindi non mi rompo il naso ma penso di essermi scorticato il labbro e la testa.

Sento qualcuno smanettare con le chiavi e ringrazio il fato che ha fatto trovare una persona qui e in questo momento.

<<Tu me la pagherai.Puttanella che non sei altro.Sei buono solo a questo e neanche>> esclama nel mio orecchio per poi darmi uno schiaffo e staccarsi da me quando la porta si apre.

Ut amen et foveamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora