24

122 9 94
                                    

Riccardo pov.

Apro lentamente gli occhi e la prima cosa della quale mi accorgo è il corpo di Ale avvinghiato al mio con delicatezza. Il suo viso dolce mi sfiora il collo e una sua gamba è fra le mie.

Un sorriso si forma sul mio volto. La sveglia non è ancora suonata, ho qualche secondo per bearmi di tranquillità.

Devo farlo. Devo confessarglielo adesso o rischio che si verrà involontariamente a sapere nella maniera sbagliata.

In questo momento vorrei seriamente dare fuoco al mio telefono ed usare parte delle ceneri per appiccare un fuoco con cui bruciare l'altra metà.

Spengo la sveglia immediatamente ma Alessandro si desta  subito. Sento un grande vuoto al centro del petto dove è situato il cuore.

<<Sono mortificato>> dice aggiustandosi i capelli biondi e stropicciandosi gli occhi. Vorrei abbracciarlo e strapazzarlo per bene.
Faccio silenzio.

<<Dai non preoccuparti>> dico alzandomi dal letto e recuperando il telefono con una decina di messaggi da parte di Chiara preoccupata per Alessandro.

Prendo i miei vestiti e mi preparo velocemente.

Io e Ale usciamo insieme. Non saprei dire chi dei due sia più assonnato; Alessandro, ovviamente, inciampa sui propri piedi mentre io, alzando gli occhi al cielo, non posso fare a meno di trovarlo estremamente carino.

Quando le raggiungiamo Carola e Chiara stringono Alessandro in un abbraccio. Temo che per qualche secondo lui non abbia respirato.

Ci sediamo per la colazione, che consiste in uno yogurt e un cornetto confezionato, più duro delle mattonelle. Per il resto, bisogna servirsi da soli.

Tutti mangiamo in silenzio mentre gli altri schiamazzano già. Vorrei affogarli tutti uno ad uno dopo avergli chiesto come fanno ad essere così felici o a fingere così bene di esserlo.

Usciamo dall'albergo e le prof ci illustrano la giornata che sembra più stancante delle altre. La parte che mi fa più paura è la passeggiata nel bosco a coppie considerando che ho uno scarsissimo senso dell'orientamento.

Camminiamo troppo. Per poi visitare il Colosseo.

La trovo una struttura spettacolare in sé ma ciò che secondo me la rende così affascinante è proprio tutta l'arte e la logica che c'è dietro. Penso a cosa creavano gli uomini di una volta mentre adesso pensano a fare gli stronzi.  

Alessandro, Chiara e Carola sembrano impallati a guardare tutto con estrema attenzione.
Lui ha sempre un sorriso fisso sul viso che mi contagia.

*

Abbiamo pranzato stretti su delle panchine con  un panino che mi è costato un occhio della testa solamente perché siamo vicini al Colosseo.

In realtà la parola perfetta per descrivere questo panino è nel mio dialetto;"stuppaghiuso".  
Se non avessi l'acqua con me penso che morirei soffocato da pane e prosciutto.
Tutti la pensiamo allo stesso modo e malediciamo la prof per averci portato in questo posto di merda.

Abbiamo un quarto d'ora per "riposarci".

Accanto a me oltre a Carola con le gambe accavallate per farmi più spazio c'è anche un ragazzo con le gambe completamente spalancate. Zero rispetto.

Nonostante io stia ribollendo di nervosismo mi limito a respirare e a non tirare un ceffone a questo coglione.

*

<<Come vi ho già ribadito tra un'ora vi rivoglio tutti qui. Ovviamente le coppie sono come quelle nelle camere. Vi preghiamo di fare attenzione e di seguire la cartina per i vari percorsi.>>dice la prof osservandoci. Siamo tutti messi in cerchio attorno a lei.

Ut amen et foveamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora