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Alessandro pov.

Aggiusto la felpa.
I funerali mi hanno sempre messo angoscia,era lo stesso per mio fratello,mi aveva chiesto di non andare al suo e io lo ascoltai.

Chiara mi guarda seduta ai piedi del mio letto con Carola accanto e Riccardo.

È decisamente troppo.Chiara e Carola hanno gli occhi pieni di lacrime e percepisco il loro dolore come mio.Riccardo è apparentemente tranquillo e non capisco come faccia.

Riccardo si alza prendendo l'iniziativa,Chiara gli da le chiavi,in un altro momento mi sarei lamentato per la patente ma semplicemente faccio silenzio.

Usciamo tutti vestiti di nero come una saetta,una nuvola nera pronta a bagnare tutti.

Per Riccardo non è una novità vestirsi di questo colore,a me non piace per niente,preferisco i vestiti più colorati o meglio,neutri ma non neri.

Mi seggo davanti,accanto a Riccardo che sembra impassibile da tutto mentre io sento di non reggere.

Tutto quello che è successo durante la settimana mi piomba addosso facendomi male.

Ripenso a Riccardo a e ancora a lui.
Ripenso a quando l'ho visto debole a quando mi ha chiesto un abbraccio.

So il sovrumano sforzo che ha fatto,non so se c'è l'avesse fatto per farmi contento o perché lo volesse veramente,in caso preferirei la seconda ipotesi

La tristezza viene rimpiazzato da un sorriso e da un profondo senso di nostalgia,vorrei ritrovarmi lì fra le sue braccia e preoccuparmi meno.
Invece sono qui completamente rapito dall'ansia.Un qualunque contatto fisico potrebbe farmi stare meglio.

Apro il finestrino nonostante faccia freddissimo,quasi subito me ne pento ma ho bisogno di respirare aria fresca quindi lo lascio aperto.

<<Ale chiudi il finestrino fa freddissimo>> dice Chiara tirando su con il naso.

Non la ascolto,voglio respirare aria non viziata.

Riccardo accende il riscaldamento per Chiara.

Guardo fuori dal finestrino,le nuvole sono scure e in procinto di piovere.

Sento una mano sul mio ginocchio e strabuzzo gli occhi perplesso.È Riccardo.Il cuore inizia a battere forte.Rabbrividisco.

<<Tutto ok?>> mi domanda spostando gli occhi su di me approfittando del semaforo rosso.

Non capisco il suo comportamento;mi tratta male ma ogni tanto bene.Forse fa parte della promessa?
Annuisco.

<<Sicuro?>>

<<Ho detto di sì,perché ti preoccupi?>> dico chiudendo il finestrino.

<Te l'ho spiegato l'altro giorno>> è per la promessa.Mi sono illuso per un attimo che si preoccupa per me,perché magari prova qualcosa ma sono soltanto illusioni.Solo sogni.Nonostante io provi ogni giorno a fargli capire quanto lo amo non lo capisce,o forse lo capisce e sceglie di ignorarmi perché lui non prova lo stesso.

La pioggia scorre sul finestrino ricoprendolo di gocce grandi.

Alzo un po' la temperatura del riscaldamento sperando di riuscire a colmare il mio freddo interno,ma non ci riesce.

Guardo la strada,non so precisamente dove sia,socchiudo gli occhi e poggio il viso sulla mia mano schiusa sperando in un attimo di pace dai pensieri.

*

Entriamo in chiesa,un senso di angoscia mi pervade.

Non ci sono molte persone,sembra estremamente riservato,solo la prima fila è piena.Ci sediamo nelle seconda io fra Riccardo e Chiara che sembra ancora scossa.

Ut amen et foveamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora