13.

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Alessandro pov.

Sistemo nella scatola di scarpe l'ultimo biglietto che questa persona misteriosa mi manda.

"Io che perdo già in partenza mentre parlo nei tuoi occhi
Tu sorridi e non ci pensi e chiudi a chiave i sentimenti
È rimasta la paura di non essere abbastanza
Sai l'amore non esiste per chi è sempre stato senza
A cosa pensi sia servito
Vedi adesso cosa siamo... due puntini da lontano
Ma portami via
Dove il mondo è un'idea
Portami ovunque tu sia
E portami via
Dove ancora sei mia
Portami ovunque tu sia"
-Ultimo,ovunque tu sia.

Mi soffermo sulle parole,non trovo nessun riferimento a una mia relazione.

Non pensavo mi avesse continuato a scrivete questi biglietti,se continuasse credo potrei mettermi a piangere.

Il punto è che non conosco molte persone,e quelle che conosco non potrebbero mai fare una cosa del genere.

Quando ho visto il biglietto entrare dalla fessura sottostante alla porta ho aperto la porta ma non c'era già nessuno.Non capisco dove si nasconde.

Penso alla scorsa sera. 
È stato così bello.
Mi viene da strapparmi i capelli purché vorrei passare in quel modo tutte le sere e notti ma non faccio niente per ottenerlo perché sono un codardo.

Il problema è che se lui non ricambiasse penso che cadrei in depressione.

A volte penso sia bello vivere nel dubbio. 
Ma è difficile,perché se a lui io piacessi sto perdendo tantissimo tempo.
Invio un messaggio a Chiara con la foto,lei risponde con una serie di frasi che esprimono la sua emozione poi uno dove mi invita a casa sua.

Accetto.

Esco di casa e ovviamente neanche il tempo di fare due passi che cado per terra.
<<Cazzo ma non stai stare in piedi senza scassarti qualche osso>>alzo la testa per scorgere Riccardo che ha la faccia stufata.
Ovviamente non si scomoda per aiutarmi e mi alzo da solo.

Ha ragione dovrei fare un corso per mantenere l'equilibrio.

<<Dovresti essere più cortese con me.Vai da Chiara?>> domando.

<<Facciamo finta che non ho sentito la prima frase,si comunque vado da Chiara.>>

Annuisco e mi incammino. 

Poi mi sorge una domanda,lui è il mio vicino di casa quindi in teoria dovrebbe aver visto qualcuno o quantomeno sentito qualcosa.

Mi giro e vado verso di lui che stava per partire con la moto.

Gli poggio una mano sulla spalla involontariamente,è che vorrei starci appiccato ogni secondo.

A questo contatto si irrigidisce velocemente mentre balbetto delle scuse.
<<Senti,detta ad alta voce è una cosa da pazzo psicopatico ma non ci fare caso>> dico.
<<Non è che hai visto qualcuno mettermi dei biglietti sotto la porta>> seguo facendo un lungo sospiro.

Spalanca gli occhi e diventa bordue.
Non gli ho mica chiesto qual'è la sua posizione preferita a letto!

<<Riccà>> lo richiamo.

<<No,no io no,non ho visto nessuno>> alzo un sopracciglio.

<<Secondo me ne sai qualcosa,hai spalancato gli occhi come un chihuahua e sei diventato rosso>> dico cercando di cogliere il possibile dal suo viso.

<<non permetterti mai più a darmi del chihuahua comunque non ho visto niente,e che la situazione fa ridere.>> dice facendo un sorriso sghembo. 

Ut amen et foveamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora