𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐢:

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Tutti i miei pensieri più felici, riguardano te.

«Casa dolce casa!» affermò Can, spegnendo il motore dell'auto, una volta averla parcheggiata nel posteggio sotterraneo del palazzo, slacciai la cintura e mi voltai verso di lui, accennando un sorriso.

«Va tutto bene?» mi chiese quasi con espressione preoccupata, allungando il braccio, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, annuii.

«Non hai praticamente spiccicato parola durante tutto il tragitto...» constatò di nuovo, «Si, va tutto bene, sono solo un pò stanca...» risposi scrollando le spalle, lui annuì, benché non sembrò convinto.

Ero davvero stanca, ma più di tutto, ero molto scocciata di essere già tornata alla normalità.

Il weekend era passato fin troppo in fretta purtroppo, benché avesse radicalmente cambiato le cose fra me e lui. E di questo, ne ero entusiasta.

«Andiamo al locale insieme questa sera?» propose mentre allungava il braccio ed afferrava il cellulare, dal portaoggetti, controllando alcune notifiche.

«In realtà...» esordii, «Matteo mi ha dato la serata libera, sai, per via del viaggio...» risposi, lui sorrise e scosse la testa, «La fortuna di essere la sorella del proprietario» commentò divertito, dandomi un buffetto sulla guancia, facendomi ridere.

«Ehi! Guarda che io lavoro!» replicai, lui sorrise, «Lo so» affermò annuendo, posò il cellulare e mi cinse il viso con la mano, poi mi stampò un bacio.

Anche volendo, erano già le 19:00, non sarei riuscita ad arrivare a lavoro in orario.

«Sono davvero felice che tu abbia cambiato idea su di me, su di noi...» esordii, «E ti sia dato una possibilità finalmente..» aggiunsi, Can si poggiò con la schiena al sedile e afferrò la mia mano, stringendola alla sua.

«Con te mi è sempre venuto tutto così facile, così spontaneo» confessò, fissandomi, «Mi sembra di conoscerti da una vita» disse ancora facendomi sorridere, «E' strano ma, anche per me è così, l'ho sempre pensato...» risposi, lui sorrise, «Sto per dire una cosa che non è da me, ma... forse era destino che ci incontrassimo quella sera» 

Si, era davvero destino che arrivassi in quella casa proprio quella sera. Ero arrivata nel momento giusto.

«Lo credo anche io» gli dissi annuendo, «Mi hai sconvolto ragazzina!» affermò cingendomi di nuovo il viso con le mani prima di stamparmi un altro bacio, «Devo davvero abituarmi a questo cambiamento» risposi divertita, «Quale cambiamento?» chiese lui confuso, «Il tuo!» chiarii.

«Prima non eri così diretto» aggiunsi scuotendo la testa, «E' forse un problema che io sia così diretto riguardo i miei sentimenti?» chiese assottigliando lo sguardo, «No assolutamente! Mi piace fin troppo vederti così in realtà» confessai facendolo sorridere, «Tu lo sei sempre stata nei miei confronti, adesso tocca a me»

Peccato però, che non gli avessi ancora detto che mi stavo innamorando di lui.

«Ma dovrai avere molta pazienza con me» aggiunse con un sorrisetto, «Come se non l'avessi già...» mormorai divertita, «Come scusa?» chiese Can fingendo di non aver sentito, «Non ho detto niente!» risposi scuotendo la testa, con aria innocente.

«Ti conviene scendere prima che cominci a farti il solletico» mi avvertì, puntandomi un dito contro, «Subito!» confermai, aprendo lo sportello, scendendo dall'auto, sentendolo ridere.

Sistemai la borsa sulle spalle, presi la valigia e tenendo la giacca fra le mani, mi avviai verso l'ascensore, Can chiuse l'auto e, dopo aver preso anche lui la sua valigia, mi raggiunse.

Hidden Hearts || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora